Michela Quattrociocche. Non la citiamo per un discorso specifico su questa coprotagonista, accanto a Raoul Bova, nel film Scusa ma ti chiamo amore, un anello fortunato nella catena di quel "cinema per ragazzine'" che spopola. Diciannove anni, Michela ha fatto dichiarazioni sul genere: «Storie che sognano tutte le ragazze della mia età. Sono semplici, non è che raccontino chissà che».
Ha aggiunto: «I lucchetti dell"amore? Non credo a queste banalità».
E sulla lavorazione del film: «Che imbarazzo il bacio. Anche Raoul era imbarazzato, mi diceva che non gli era mai capitato con una così giovane, mi rincuorava».
Se abbiamo citato questa giovanissima neoattrice, è per il crepaccio, inspiegabile, fra te storie sognate e quelle in gran parte vissute dalle ragazzine, sulle quali si aprono inchieste, si sollevano giustificati stupori. Donne in fieri irretite nelle discoteche dove il "tresca party” fa il tutto esaurito. E ci sono il "party nutella" (da spalmare sui corpi), il “meladay party'". Esempi parziali. Si pub andare oltre. Fino atte ragazzine che praticano scambi sessuali già a 10 anni. C'è sempre stato qualcosa di proibito nella sessualità precoce degli adolescenti. Pensiamo alla mimesi del sesso adulto che si praticava col "gioco del dottore". A questi istinti avvolti dall'ingenuità naturale, la società contemporanea offre la perversa possibilità di esternarsi in forme elaborate da menti adulte. Labirinti di Internet, discoteche, una televisione che opera seduzioni occulte. La spaccatura fra pellicolesogno e luoghi perfidi resta inconcepibile.