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Rassegna stampa di Robert Downey Jr.

Robert Downey Jr. (Robert Downey) è un attore statunitense, produttore, produttore esecutivo, scrittore, è nato il 4 aprile 1965 a New York City, New York (USA). Robert Downey Jr. ha oggi 59 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

ROBERTO ROMBI
La Repubblica

Una vita divisa tra Hollywood de carceri della California. Secondo i maligni le frequenti apparizioni di Robert Downey jr. nei tribunali e le foto dei suoi arresti cominciano a essere più numerose delle sue interpretazioni. Salutato come uno degli attori più brillianti della sua generazione, Robert Downey jr. è diventato una vittima della droga e, superata la fase in cui era coronato dall'aureola di angelo caduto, i registi e i produttori hanno cominciato a prendere le distanze dalla sua presenza considerata pericolosa. Non si fidavano più di lui. Ma oggi il trentottenne attore si prende la sua rivincita. È riuscito a arrivare fino alla fine delle riprese - senza cadute, senza la minaccia di essere trascinato in prigione di The singing detective, un film noir con incursioni nel musical. Era fermo da tre anni. Tutte le sue disavventure carcerarie sono cominciate nel giugno del 1996. Fermato dalla polizia mentre viaggiava a tutta velocità sulla strada costiera di Malibu, fu trovato in possesso di cocaina, eroina, crack e di una Magnum fortunatamente scarica. Nel giugno dello stesso anno lo trovarono addormentato, sotto gli effetti della droga, nel letto del figlio del suo vicino di casa. NeL 1999 diventa la matricola P50522 del carcere di Corcoran, prigione statale della California. Due arresti anche nel 2000, in agosto e poi in novembre, quando fu sorpreso in un albergo con anfetamina e cocaina Nel 2001 è di nuovo in prigione, arrestato mentre è sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente. Supera in una classifica di permanenze in prigione, altri attori turbolenti come Christian Slater, Charlie Sheen, Johnny Depp e Sean Penn. Circolano sempre più spesso le sue foto mentre indossa, davanti ai giudici, la camicia arancione dei galeotti della California. La sua assidua frequentazione dei carcerati diventa rapporto quasi affettivo: a loro dedica il Golden Gbbe vinto per la sua interpretazione nella serie tv Ally McBeal. Dallo stesso programma sarà licenziato poco dOpo per il suo ennesimo arresto. figlio del regista indipendente Robert Sr., l'attore è nato nel 1965 A New York. Il suo cinema risale al 1970 in un film del padre, “Pound”, e proprio al padre Robert Downey jr. attribuisce la sua iniziazione alle droghe, all'età di Otto anni gli fa fumare il primo spinello. Negli anni Ottanta interpreta tra gli altri Vivere e morire a Los Angeles di William Friedkin, Uno strano caso di Emile Ardolino, Air America di Roger Spottiswoode. Nel 1992 è candidato all'oscar per la sua performance in Charlot di Attenborough. E poi lavora con Robert Altman, Oliver Stone, Mike Figgis, Neil Jordan, Curtis Hanson. Molti registi e colleghi esprimono la loro solidarietà. Mel Gibson ottimista: «Ho fiducia in Bob, le cose andranno a posto». Curtis Hanson impressionato dopo che l'ha visitato in carcere: «Si è rassegnato. È ridicolo tenere lì un dipendente dalla droga che non ha fatto male a nessuno». Mike Figgis giustificarono: «i suoi problemi nascono da frustrazioni, artistiche o chissà per quali altre cause». Ma, insieme alle testimonianze di solidarietà, le porte si erano chiuse in faccia al turbolento attore che faceva la spola tra detenzione e libertà vigilata. Ora, sembra, quelle porte si sono riaperte.

CHIP KIDD
The New York Times

“I shouldn’t be alive. Unless it’s for a reason.” — Tony Stark
O.K., pop quiz: What would you rather wear on your feet?
a) State-of-the-art, macro-transistor-powered, hydraulic, bulletproof titanium alloy, crimson robo-boots with Mach 5 flight capability.
b) Empty tissue boxes.
c) Nothing, as you wander around Culver City in a drug-fueled haze.
If you’re talking about Robert Downey Jr. (c) and Iron Man (a), it’s actually not an irrelevant question. The superhero co-creator Stan Lee based the character of the industrialist Tony Stark (Iron Man’s not-so-secret identity) on none other than Howard Hughes (b) in his heyday. I consider myself a true fan of ol’ Shellhead (Iron Man’s Marvel geek nickname), but I had forgotten this aspect of his off-page origin while watching the movie. It’s a curious fact that lends Downey’s riveting performance in the role even more poignancy than it already had. And it already had a lot.
When we first got word that Mr. Downey Jr. had officially signed on to be Iron Man, well, we were giggling with girlish glee. The “we” in question being the mouth-breathing, myopic, trapped-in-adolescence-forever, comics-geek faux-cognoscenti. This was too good to be true. Why? Well for one thing, he’s a real actor. If there’s anything die-hard comics fans want it’s for their fantasies to be taken seriously. We have an insatiable ache for credibility so we can continue to play with our toys. This is the same reason we were so excited about poor Heath. Bring on the Oscar nominees! (The axiom, alas, is not infallible. The less said about Ang Lee’s “Hulk,” the better. Or Edward Norton’s.)

DANIELA ZACCONI
Film TV

Harry Lockart non ha velleità artistiche: campa facendo il ladro e tanto gli basta. Ma per sfuggire alla polizia, si sa, ci si adatta a tutto, anche a un provino come attore di un film poliziesco. Se ti scritturano, ci si può anche calare nel ruolo frequentando una mezzatacca di investigatore privato. Se poi la strana coppia si dimostra piena di sprint e umorismo, tanto meglio. Anche se ne possono venire guai a valanga, specie se ai due baldi giovanotti si aggiunge un’attrice di belle speranze. L’importante è procurarsi un’altra chance, una nuova occasione per non andare a fondo. È la trama dell’adrenalinico e divertente Kiss Kiss Bang Bang di Shane Black che dal 2 dicembre riporta sullo schermo Robert Downey jr. in coppia con Val Kilmer. Per dirla con Robert: «È la storia di un ladro newyorkese che se ne va a Los Angeles e, dopo una serie di guai, cerca di trasformarsi in un “ragazzo della West Coast” con qualche promessa per il futuro. È la storia della mia vita». Già perché in fatto di arresti, soggiorni carcerari e case di rieducazione, Robert Downey jr. ha pochi rivali nel dorato mondo di Hollywood. Indicato come uno dei migliori attori della sua generazione, Downey, nato (il 4 aprile 1965) e cresciuto al Greenwich Village, figlio di un regista indipendente, ha debuttato a soli 5 anni ed è andato via via collezionando una fitta serie di interpretazioni: da Promesse promesse di Sayles ad Air America di Spottiswoode insieme all’amico Mel Gibson, passando per un doppio Altman (America oggi e ), uno Stone (Assassini nati), un Jordan (In Dreams), un Loncraine (Riccardo III), un Oz (Bowfinger), un Kassovitz (Gothika), per non dimenticare l’Attenborough di Chaplin che lo portò a un passo dall’Oscar, il Curtis Hanson di Wonderboys e il recente Soderbergh di Equilibrium (il segmento americano di Eros di Antonioni). Peccato che dietro l’angolo di ogni affermazione professionale ci fosse immancabile la ricaduta nelle voragini del vizio: alcol e droga in un mix devastante che lo ha portato spesso a un passo dalla fine e che gli ha assicurato più di un soggiorno negli istituti di correzione americani. C’era poco da fare, per vent’anni - dai 17 ai 38 - Downey è stato famoso a Hollwyood come talento versatile e carismatico, capace di ballare e cantare oltre che recitare, più abile però a collezionare arresti che film, una sorta di “mina vagante” da cui produttori e registi preferivano tenersi alla larga. Un caso esemplare? Entra nel cast del telefilm Ally McBeal, il pubblico lo apprezza, ma lui “regge” solo una stagione. Poi si fa beccare in pieno sballo dalla polizia e il produttore Kelley lo licenzia in tronco. Ma nel 2003 qualcosa cambia: si innamora di una donna con gli “attributi”, Susan Levin, produttrice di Gothika, che lo rimette in carreggiata. Può sembrare l’ennesima fiaba da marketing. resta il fatto che sotto la guida dolce ma autorevole della Levin Downey si disintossica (l’unico vizio che gli è rimasto è quello del fumo), debutta come cantautore con il magnifico The Futurist, un album che mette in luce le sue significative qualità musicali, ricompare sul grande schermo in pellicole come Good Night, and Good Luck di Clooney e Kiss Kiss Bang Bang, primi evidenti segnali che Hollywood è tornata a dargli credito. E nel 2006 sono già sette le produzioni che lo hanno fra i protagonisti: da A Scanner Darkly di Linklater a The Shaggy Dog di Robbins, Fur di Hanson, Zodiac di Fincher e Poe di Stallone (dove veste i panni di un altro genio ribelle e maledetto come Edgar Allan Poe). Insomma, superata la soglia degli “anta”, come il suo idolo Paperino («sfigato ma capace di sopravvivere sempre»), Robert questa volta sembra avercela proprio fatta.

PRESSBOOK

È uno degli attori più stimati di Hollywood. Downey di recente è stato il protagonista del grande successo internazionale “Iron Man”, al fianco di Terrence Howard, Jeff Bridges, Shaun Toub e Gwyneth Paltrow. Presto apparirà nel film drammatico “The Soloist”, insieme a Jamie Foxx e Catherine Keener per la regia di Joe Wright (“Atonement”).
Downey è stato nominato all’Oscar® e ha vinto un BAFTA (British Academy Award) come Migliore Attore per la sua performance protagonista in “Chaplin”, distribuito nel 1992.
Downey di recente è apparso in “Charlie Bartlett” nel ruolo del preside del liceo; “Zodiac” di David Fincher, al fianco di Jake Gyllenhaal e Mark Ruffalo; nel grande successo estivo del 2006, “A Scanner Darkly” (Un oscuro scrutare), di Richard Linklater, interpretato da Keanu Reeves, Winona Ryder e Woody Harrelson; e in “Fur”, al fianco di Nicole Kidman, un film ispirato alla vita di Diane Arbus, la nota fotografa le cui immagini hanno catturato l’attenzione dell’America nei primi anni ‘60.

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