Juliette Lewis non poteva non indossare, con il nome che porta e da “front woman”‘qual è, i panni di una signora del west ricca e ben vestita. Figlia d'arte di Geoffrey Lewis - caratterista in tanti western tra cui alcuni lavori di Eastwood (e non accreditato come il finto barbiere in II mio nome è nessuno del nostro Tonino Valerii) - l'attrice americana recita finalmente accanto al padre in Blueberry, dove interpreta Maria, la donna di cui si innamora il protagonista. Nata il 21 giugno del 1973 in quel di Los Angeles, sotto il segno dei gemelli, la ragazza cresce in una famiglia molto numerosa, frutto - tra padre e madre - di più combinazioni matrimoniali; ancora adolescente si fa le ossa girando molta Tv e a quattordici anni si rende “legalmente” indipendente dai genitori per eludere la legge che vieta di lavorare, anche sul set, oltre le cinque ore al giorno. Va a vivere con l'amica Karen Black (Cinque pezzi facili, Easy Rider) e non si fa mancare una bella love story da copertina, con l'immancabile Brad Pitt. Di una presenza sorprendente, in un misto di fragilità e sensualità, Juliette irrompe nel firmamento hollywoodiano come la Danielle Bowden che solletica i sensi di Max Cady/De Niro nella scena culto del pollice in Cape Fear, versione Scorsese, che le vale una doppia nomination, tra Golden Globe e Oscar, come attrice non protagonista. Subito dopo è Ram in Mariti e mogli, Adele in Kalifornia, Becky in Buon compleanno Mr Grape, Mallory in Assassini nati, Faith in Strange Days, e Kate in Dal tramonto all'alba. Un lustro (tra il 1991 e il 1996) di grandi successi, girati con alcuni dei registi più importanti, sempre in ruoli di ragazza un po'perversa e molto sexy, che hanno lasciato il segno. Il corpo, magro, nervoso, la voce un po'roca da ragazza vissuta (nonostante alcuni imbarazzanti doppiaggi italiani) ne hanno fatto un'icona maledetta, ma Juliette ha ricoperto anche ruoli più “tranquilli” come in Conflitti del cuore e, come tanta Hollywcod, dopo le droghe e gli arresti si è redenta ed è passata addirittura a Scientology. Nel 1999 si è sposata (per divorziare qualche anno dopo) con lo skateboarder e attore Steve Berra (nella serie Felicity). Ultimamente l'abbiamo vista nella versione cinematografica di Starsky & Hutch, come sempre circondata da attori più o meno di culto. Oltre che con De Niro e Brad Pitt ha lavorato infatti con Tarantino, Harvey Keitel, Salma Hayek, George Clconey, Ralph Fiennes, Jessica Lange, Nick Nolte, Johnny Depp, Di Caprio e, nella pellicola appena uscita nelle nostre sale, nientemeno che con'Vincent Cassel, Michael Madsen, Ernest Borgnine, Dennis Hopper e Colm Meaney. Durante le riprese di Blueberry è tornata anche a cavalcare, cosa che faceva già da bambina, e si è talmente affezionata al suo cavallo che ha deciso di acquistarlo e portano in un ranch non lontano da casa sua, in California; ma se cavalcare non è stata una novità per lei, la sua vera passione resta la musica, e ce ne dà un'ulteriore prova proprio nel film appena uscito, dove canta Danny Boy, un brano irlandese, all'interno di un saloon.
Chi era al concertone dello scorso il 10 maggio a Roma ha potuto vederla e ascoltarla nelle sue “contorsioni” canore, col gruppo Juliette & the Licks.
Molti del resto i film in cui ha dato prova, in un misto di “riciclo” rockettaro, delle sue qualità vocali, ma nella nostra memoria resta impressa soprattutto la sua interpretazione di Hardly Wait, da PJ Harvey in Strange Days, dove, fasciata in un luccicante abito rosso, attira lo sguardo completamente perso che ogni donna sogna, di Lenny/Ralph Nero Fiennes.
Da Film Tv,n. 29, 2005