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Nasce Exit Media Film Club. In streaming su MYmovies arriva il film cult Trenque Lauquen

20 film d’autore su cui spicca un viaggio da 4 ore che ci conduce dall’Argentina all’Italia. Incluso con MYmovies ONE.
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di Roberto Manassero

giovedì 30 novembre 2023 - mymoviesone

Arriva un nuovo canale in streaming su MYmovies ONE, ed è dedicato al catalogo di Exit Media, casa di distribuzione specializzata in opere d’autore che trovano poco spazio nel mercato italiano. 

Una su tutte, in particolare, che da poco ha fatto anche una breve apparizione in sala: Trenque Lauquen della regista e produttrice argentina Laura Citarella, viaggio di 4 ore, diviso in due parti, che immerge lo spettatore in un caleidoscopio di storie, ricordi e smarrimenti nel quale è bellissimo perdersi. 
 

Presentato lo scorso anno alla Mostra di Venezia, il film è parte del lavoro della casa di produzione El Pampero Cine, che riunisce cineasti e cineaste nel segno della creatività e del piacere della narrazione. Come già nei celebri Historias extraordinarias e La flor di Mariano Llinas (di cui Citarella è stata produttrice), anche Trenque Lauquen trasforma l’amore per il racconto in un viaggio nello spazio (dall’Argentina all’Italia) e nel tempo (dal presente agli anni ’60, e ritorno).

La storia segue la sparizione di una donna nella cittadina lagunare del titolo e attraverso le ricerche del fidanzato e della stessa ragazza (perdutasi mentre inseguiva una storia d’amore scoperta in un vecchio libro) crea una matrioska narrativa che contiene lettere d’amore e libri scolastici, trasmissione radiofoniche e storie di fantascienza. Il tutto con una semplicità stilistica e un’empatia (merito anche della bravissima Laura Paredes) che fanno vivere una vera e proprio esperienza cinematografica. Anche in streaming. 


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In Trenque Lauquen la scomparsa di una donna innesca un meccanismo di scatole cinesi.

E il resto del catalogo di Exit Media? A passarlo rapidamente lo si potrebbe definire un percorso a tappe nel mondo del cinema ispanofono, dalla Spagna al Sudamerica, in mezzo ai generi più diversi. Ad esempio il mystery horror La mano invisible, in cui un gruppo di persone partecipa a un Grande fratello che diventa un gioco al massacro; o il dramma La hija de un ladrón, storia di una donna che vuole rifarsi una vita con la sua bambina ma è costretta a riaccogliere il compagno uscito di galera; o ancora il documentario messicano La libertad fantasma, che cerca di cogliere le ragioni sociali, culturali e artistiche dietro lo spaventoso aumento dei femminicidi negli ultimi anni.

Con La educación del Rey di Santiago Esteves si torna invece in Argentina seguendo la crescita criminale di un adolescente (e il film, uscito nel 2017, resta uno dei massimi successi del recente cinema argentino), mentre si passa al cinema da grandi festival con lo spagnolo O que arde di Oliver Laxe, presentato nel 2019 al Certain regard di Cannes, immersione in un mondo contadino arcaico, tra vita e morte, nebbia e fuoco. 


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La libertad fantasma è saggio documentario riflette sul femminicidio e sulla distruzione che questo provoca in un paese e nella sua cultura.

È passato invece dalla Quinzaine des réalisateurs, sempre di Cannes, Carmen y Lola di Arantxa Echevarría, storia queer ambientata in una comunità gitana, vincitore del Premio Goya per la miglior opera prima. E in quello stesso mondo del cinema spagnolo che ogni anno si riunisce per i Goya è ambienta la commedia autoironica e acida La noche que mi madre mató a mi padre di Inés París, in cui una riunione per decidere il casting di un nuovo film mette in una sola stanza – e li osserva sfidarsi a vicenda – moglie, ex mogli, ex mariti, figli, figliastri, amanti… 

Infine, tra i tanti titoli che ancora fanno parte del canale Exit Media (come l’uruguayano La crecida, il boliviano Gaspar, il colombiano Matar a Jesús…), due doc biografici: uno di argomento politico, Mudar la piel, dedicato all’amicizia fra il filosofo Juan Gutiérrez e il suo collaboratore Roberto Flórez, negli anni ’80 e ’90 impegnati nel processo di pacificazione fra il governo spagnolo e i terroristi bachi dell’ETA, e l’altro di tema prettamente cinematografico, dedicato alla vita, al lavoro e al pensiero del più grande regista spagnolo di sempre. Luis Buñuel, naturalmente, nel titolo del film di Javier Espada definito semplicemente: “cineasta surrealista”. 


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