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Quattro film per vivere la montagna in streaming su MYmovies

Grazie a Mescalito Live, si aggiunge una nuova selezione alla già ampia scelta presente online per gli appassionati dell’alta quota. Incluso con MYmovies ONE. 
GUARDA I FILM I SCOPRI MYMOVIES ONE.

di Luigi Coluccio

mercoledì 29 novembre 2023 - mymoviesone

Cosa si dice sempre della montagna? Che è un territorio ostico fino all’ingratitudine, da vivere in pieno e rispettare in tutto – “Terra di passo, di sella, di slitta, mal s'addice alla fretta / Sa che tutto passa e tutto lascia traccia”, come cantava qualcuno. Non è per tutti la montagna, non è per ogni giorno dell’anno. Quindi ben venga osservarla da lontano e poi magari avvicinarsi quando si è preparati.

E un modo per farlo è su MYmovies ONE con “La montagna al cinema”, una delle sezioni presenti sulla piattaforma: realizzata con Mescalito Film, e con diversi titoli già online, ora questo percorso d’alta quota vede aggiungersi altre quattro opere provenienti dagli angoli più diversi del mondo, a dimostrare ancora una volta quanto il genere sia trasversale e amato.
 

Dicevamo che prima di tutto c’è la consapevolezza, il bagaglio da riempire per salire in alto. Così tocca partire da Everest senza ossigeno, documentario di Jesper Ærø tutto centrato non tanto sull’impresa al centro del film – arrivare sull’Everest senza l’utilizzo delle bombole di ossigeno – quanto sull’ossessione del suo protagonista – lo scalatore danese Rasmus Kragh. Ossessione che non per forza coincide con l’obiettivo, visto che Everest senza ossigeno è la circoscrizione dell’ego di Rasmus, chiuso su stesso fino all’isolamento e alla solitudine per dimostrare che il viaggio sull’Himalaya non è meno importante di quello dentro i propri tormenti. Perché l’Everest è là fuori, ma noi a volte siamo ancora più lontani.

Un chiodo fisso che diventa invasamento, un’arrampicata solitaria, una montagna innevata. Ad uno sguardo superficiale, sia sul posto che dietro uno schermo, sembra questo il trittico esperenziale e narrativo che racchiude ogni storia d’alta quota.


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Everest senza ossigeno è il sogno di diventare il primo danese a raggiungere il limite più alto del mondo senza una bombola sulla schiena. 

Autana di Alastair Lee, invece, ci dice di nuovo che non è proprio così. Lee – climber e fotografo conosciuto in tutto il mondo, autore di film come Climbing Blind sullo scalatore cieco Jesse Dufton e la sua ascesa dell’Old Man of Hoy in Scozia – segue l’impresa di Leo Houlding e la sua squadra per conquistare la parete est del Cerro Autana, un tepui che svetta maestoso e immacolato nell’Amazzonia venezuelana. Dalla discesa sull’Orinoco ai checkpoint militari da attraversare, dai trip psichedelici con lo Yopo alle grotte a metà del tepui, Autana è un viaggio inaspettato come pochi.

Ma c’è anche la tradizione da non perdere di vista. Gino Soldà – Una vita straordinaria di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon è qui per raccontarci com’è prima e chi c’era prima, e lo fa attraverso le opere e i giorni di un personaggio forse troppo in fretta dimenticato e messo da parte. Gino Soldà è stato scalatore, maestro di sci, componente del soccorso alpino. Imprenditore e guida. Personaggio pubblico. Partigiano e antifascita.

Soldà ha attraversato un lungo pezzo di storia d’Italia, dalla fondazione del battaglione Tordo Valdagno e la Resistenza alla partecipazione alle Olimpiadi invernali di Lake Placid, dalle aperture di nuove vie su tutto il versante alpino e dolomitico alla leggendaria scalata del K2 nel 1954 come caposquadra della spedizione italiana. Attraverso immagini di repertorio, interviste all’alpinista Simone Moro e a Giannina Cegalin Soldà (moglie del figlio Manlio), ricostruzioni delle sue scalate, il film di Lorenzato e Zarpellon ci restituisce le imprese di un grande scalatore, protagonista a modo suo di una parte del Novecento nazionale.


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In Gino Soldà – Una vita straordinaria, Insieme al noto alpinista Simone Moro, si ripercorre la vita di una leggenda dell’alpinismo del Novecento e protagonista di imprese memorabili.

Passiamo dall’altra parte del mondo, ma in realtà senza allontanarci troppo. The Sanctity of Space di Renan Ozturk e Freddie Wilkinson, infatti, è una sorta di omaggio in controluce ad un’altra figura storica dell’alpinismo mondiale, cioè Bradford Washburn. Fondatore del Boston Museum of Science, scalatore, fotografo d’alta quota, esploratore, cartografo, Washburn – insieme alla moglie Barbara – tra gli anni ’20 e ’50 ha aperto numerose vie sui monti dell’Alaska, dal Mount Bertha al Denali.

Ozturk e Wilkinson, climber e registi, osservando le foto aeree realizzate da Washbun sul Moose's Tooth, si rendono conto che nessuno ha mai osato la traversata in diagonale del crinale che forma le numerose vette della cima. Tocca quindi a loro provarci, e in una piccola epopea lunga cinque anni, mettendo insieme le foto d’epoca di Washburn e le riprese perfino dallo spazio, realizzano un inno all’amicizia e al richiamo dell’ignoto che attraversa le generazioni.


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