Con la fine del 2022, si stilano i bilanci di un’annata che, globalmente, ha rilanciato parzialmente la sala cinematografica, anche se i numeri generati negli ultimi anni prima della pandemia sono ancora lontani.

In Francia, ad esempio, si sono staccati 152 milioni di biglietti (il triplo rispetto all’Italia), con una crescita del 59% rispetto al 2021, ma prima del Covid superare i 200 era quasi la norma. Il cinema locale ha contribuito per oltre 60 milioni di biglietti anche se, per la prima volta in assoluto, non ci sono stati film francesi nella top ten dei più visti dell’anno, nonostante ottimi successi come quelli ottenuti da Riunione di Famiglia (Non sposate le mie figlie! 3) (Qu'est-ce qu'on a tous fait au Bon Dieu?)  con 2,4 milioni di spettatori, Novembre con 2,3, Simone - Le Voyage du Siècle con 2,2, Maison de Retraite con 1,9 e Super-Héros Malgré Lui con 1,7.

Il Covid ha continuato a segnare pesantemente le performance di alcuni mercati chiave, come quello cinese che ha perso il 36% rispetto al 2021, toccando quota 4,3 miliardi di dollari (prima della pandemia aveva superato i 10 miliardi) e piazzando due soli titoli nella top ten globale del 2022, Moon Man con 460 milioni di dollari e The Battle at Lake Changjin II con 626 (rispettivamente decimo e nono incasso globale).

Per tornare all’attualità, Avatar - La via dell'acqua ha raggiunto quota 1,4 miliardi di dollari e oggi o domani avrà superato Top Gun - Maverick. Quanto ai titoli locali “natalizi”, gli unici significativi da segnalare sono stati Tempête (titolo internazionale Ride Above), diretto da Christian Duguay con Mélanie Laurent, Pio Marmaï, Carole Bouquet, Dany Boon che in Francia ha debuttato con 1,1 milioni di dollari e Oskars Kleid, diretto da Hüseyin Tabak, con Senta Berger, Florian David Fitz, Kida Khodr Ramadan che in Germania ha incassato quasi 400mila dollari. In Russia, in assenza di blockbuster occidentali, a Natla ha stravinto Neposlushnik 2 con 2,5 milioni di dollari.