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Venezia 79, il debutto di Elodie al cinema: «Ho voluto mostrare un mio lato più profondo»

L'artista esordisce con Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa. Un film che la vede protagonista in un ruolo impegnativo che ha saputo affrontare con coraggio.
di Paola Casella

Elodie (Elodie Di Patrizi) (34 anni) 3 maggio 1990, Roma (Italia) - Toro.
domenica 4 settembre 2022 - Incontri

Per il suo debutto al cinema la cantante Elodie ha scelto la Mostra del Cinema di Venezia e il dramma di Pippo Mezzapesa Ti mangio il cuore in cui ha il ruolo di Marilena, la moglie bellissima del capostipite di una famiglia pugliese impegnata in una faida con un’altra famiglia del Gargano. 

Una storia a tinte forti, e un ruolo estremo. Non hai avuto paura di esordire sul grande schermo con un personaggio così sopra le righe?
No, anche se riconosco che è stata una scelta un po’ folle. Ma io che sono abituata alla leggerezza dell’intrattenimento ho voluto mostrare un mio lato più profondo, e attraverso Marilena spero di esserci riuscita.

Che cosa ti ha spinta ad accettare questo ruolo?
Mi ha conquistata subito il personaggio di Marilena, una donna forte, coraggiosa, e facilmente giudicabile all’interno di una società patriarcale che fa di lei una vittima, perché è considerata una proprietà del marito e ne paga il prezzo. Ma quello che la salverà non sarà il suo essere moglie, bensì il suo essere madre.

C’è qualche somiglianza fra te e Marilena?
Sì, nella voglia di essere libera, e nel coraggio di provare a farlo.

Tu ci sei riuscita?
Sono stata fortunata perché ho ricevuto un’educazione che mi ha sempre incoraggiato ad essere me stessa: una libertà che gli uomini hanno di base, mentre noi siamo le prime a sentire di averne meno diritto. Spesso una donna viene giudicata senza avere la possibilità di scegliere per sé. Succede con la violenza sulle donne, quando dicono che una se l’è cercata: non è colpa delle vittime, ma dei violentatori.
 

Marilena è una creatura di passione, una passione che però travolge la sua vita.
Dovrebbe essere una libertà di tutti gli esseri umani quella di vivere la passione, intesa come voglia di abbandonarsi all’amore. Che cos’è la vita se non emozione e amore? Se fossimo completamente liberi di innamorarci saremmo più felici, forse.

Il tuo film si intitola Ti mangio il cuore e Bones and All, il film di Luca Guadagnino in concorso alla Mostra di Venezia, parla di cannibalismo, anche amoroso. Segno dei tempi?
L’arte rispecchia la società, e quella contemporanea è violenta e aggressiva: ma il fatto che gli esseri umani possano avvicinarsi al cannibalismo vuol dire che hanno imparato poco dalla Storia. E se in un rapporto si viene fagocitati quello non è più amore, è diventato ossessione e schiavitù.

Che cosa hai portato nella recitazione del tuo essere un’artista musicale?
La volontà di raccontare una storia, che è quello che faccio quando interpreto canzoni che non ho scritto io: sono storie di altri, che però potrebbero essere anche la mia.

Vorresti continuare a recitare?
La risposta breve è: sì, purché il personaggio sia giusto. 


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