Il prequel di Breaking Bad diventa anche un sequel e conclude la parabola (anche morale) di Kim Wexler e Jimmy McGill. Su Netflix.
di Andrea Fornasiero
Lalo Salamanca è tornato, travolgendo le vite di Jimmy e Kim che hanno visto trasformare la loro persecuzione di Howard in un gioco mortale. Con un cadavere in casa e in balia di un pericoloso narcotrafficante, dovranno trovare un modo di venirne fuori a testa alta. Ma la vicenda non è più solo nel passato e nel 2010, a Omaha, l'ormai ex avvocato Saul Goodman cerca di mantenere il proprio anonimato dopo essere stato riconosciuto dal tassista Jeff. Organizza una truffa in cui farlo partecipare, così da renderlo proprio complice e assicurarsi il suo silenzio, ma il fato ha sempre un asso nella manica...
A rendere preziosa Better Call Saul è soprattutto la messa in scena, che mostra le azioni nel loro svolgersi spesso senza alcuna spiegazione, con lunghissimi silenzi, lasciando che sia il puro flusso degli eventi a chiarirne eventualmente il senso.
Una scrittura puramente cinematografica, che lascia parlare le immagini e i movimenti di macchina da presa, alternandoli alle inevitabili esplosioni verbali del protagonista, celebre per la propria parlantina.