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No Time to Die, l'atto conclusivo di un'inedita trasformazione

Al suo ultimo capitolo, il Bond di Daniel Craig porta a termine la sua inedita evoluzione, con lo sguardo rivolto all’attualità. Ora disponibile in Dvd, Blu-Ray, 4K Ultra HD e Collector’s Edition.
di Giuseppe Avico

No Time To Die

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Daniel Craig (56 anni) 2 marzo 1968, Chester (Gran Bretagna) - Pesci. Interpreta James Bond nel film di Cary Joji Fukunaga No Time To Die.
venerdì 24 dicembre 2021 - Homevideo

No Time to Die, l’ultimo capitolo di Daniel Craig nei panni dell’agente segreto più famoso della storia, è disponibile in Dvd, Blu-Ray, 4K Ultra HD e Collector’s Edition, con oltre un’ora di contenuti speciali. Tutti i fan, e non solo, possono così godersi a casa lo spettacolo dell’ultimo epico 007 targato Daniel Craig, in quello che a tutti gli effetti rappresenta l’atto conclusivo della sua inedita metamorfosi.

Ritiratosi in Giamaica e assente dal servizio operativo da diversi anni, James Bond viene rintracciato dall’amico di vecchia data Felix Leiter. Leiter lavora per conto della CIA, che cerca lo scienziato Obruchev ed Heracles, un’arma invisibile che attacca l’uomo come un virus. Bond decide di aiutare Leiter in una missione che si rivela molto più complicata del previsto e nella quale viene affiancato dall’agente dell’MI6 Nomi, la nuova 007. L’incarico porta Bond sulle tracce del criminale Lyutsifer Safin e alla scoperta di un trauma infantile, quello di Madeleine Swann, che sembra essere la chiave dell’enigma.

Quella di 007, arrivata con No Time to Die al capitolo numero venticinque, è una delle saghe cinematografiche più amate e longeve della storia. Nonostante le cadute e le risalite, gli alti e bassi e qualche scelta non proprio azzeccata, il personaggio di James Bond, nato dalla penna di Ian Fleming, è entrato rapidamente nell’immaginario collettivo per alcune caratteristiche che lo hanno reso iconico. È impossibile dimenticare l’elegante Bond di Sean Connery e quello più ironico di Roger Moore. Ma è proprio sul concetto di icona che il Bond di Daniel Craig, giunto al suo quinto e ultimo capitolo, si allontana dai suoi predecessori, sottolineando e rivelando una trasformazione inedita per il personaggio.

In No Time to Die la missione che James Bond si ritrova ad affrontare appare la più complicata di tutte, poiché nella sua genesi si nascondono le trame di un’implicazione che non è mai stata così personale. Ciò che è stato fatto con i quattro capitoli precedenti, e che vede in No Time to Die l’apice e l’atto conclusivo, è una costruzione che ha portato Bond a una lenta metamorfosi, in parte slegata da quelli che sono i topoi del personaggio stesso.

In questo senso, il Bond di Daniel Craig appare come una figura in grado di cambiare faccia, mutando anche nei modi e nel fine ultimo delle cose, capace di un’introspezione atipica e di evolversi non solo come agente ma anche come uomo. È un uomo che suda, che fa fatica, non è un supereroe e non porta la maschera, ma anzi mostra il suo viso e la sua imperfezione, abbandonando il costume machista e ribaltando quello che è il suo immaginario. Fatale per alcuni o inevitabile per altri, questo approccio al personaggio ne ha segnato la longevità (ben cinque capitoli) e l’interesse, conseguenza tanto di un apprezzamento quanto di una critica.

Nell’ultimo capitolo di Daniel Craig nei panni dell’agente 007, sopravvive l’anima tipicamente iconica del personaggio ma vive anche quella capace di sovvertirne le regole. Se da un lato vengono portate su schermo quelle che sono alcune peculiarità bondiane, dall’altro si è cercato di rinnovarne altre: dall’ascesa di una nuova agente, la nuova 007, al rovesciamento del concetto di Bond girl. Tale trasformazione non può non avere radici anche generazionali, oltre che narrative. Il Bond di Daniel Craig, infatti, si inserisce perfettamente in un contesto sociale (non solo cinematografico) come quello attuale, figlio della rivalutazione e dell’inclusività, sul filo della tradizione ma con gli occhi puntati sull’attualità delle cose.

No Time to Die non segna la fine di 007 ma ne allarga vistosamente l’immaginario, proiettandolo verso una concezione del tutto nuova e forse soggetta a uno stravolgimento imprevedibile. L’ultimo capitolo di Craig è un epilogo esplosivo ma anche un incipit, è un atto conclusivo che lascia la porta semiaperta sul futuro, con tutti i suoi timori e le sue speranze.


NO TIME TO DIE: LA RECENSIONE

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