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L'artista che tutti conoscono: Cinema ritrovato - Fuori Sala omaggia Charlie Chaplin

Fino al 21 aprile in streaming su MYmovies corti e grandi classici di uno dei più importanti autori di tutti i tempi. ACQUISTA UN ACCREDITO. 
di Pino Farinotti

Charles Chaplin (Charles Spencer Chaplin) Altri nomi: (Charlie Chaplin, Charlot) 16 aprile 1889, Londra (Gran Bretagna) - 25 Dicembre 1977, Vevey (Svizzera). Interpreta Adenoid Hynkel (dittatore di Tomania) / un barbiere ebreo nel film di Charles Chaplin Il grande dittatore.
venerdì 26 marzo 2021 - mymovieslive

Dici Chaplin, e non serve altro. Tutti, di ogni età, cultura e paese lo conoscono, in termini diversi certo, ma la percezione immediata è quella di qualcuno che se non fosse esistito, il cinema non sarebbe stato lo stesso. Diciamo che quelli come lui, grandi come lui, per popolarità e portata, potrebbero essere contati con le dita di una mano.

La proposta di Cinema ritrovato – Fuori sala, in streaming su MYmovies fino al 21 aprile, è selettiva ma ben articolata. Offre titoli di “corti”, o “cortissimi”, e classici fondamentali. Kid auto races at Venice (Charlot ingombrante) del 1914, dura 6 minuti ma assume un’enorme importanza storica; è la prima volta che appare Charlot. The Rounders (Charlot si diverte) (14’ 1914) racconta le gag di Charlot e del suo antagonista Roscoe (Fatty) Arbukle, comico già noto allora, che stazionano sullo stesso pianerottolo. I due non apparvero più insieme. Chaplin non intendeva dividere con nessuno la sua leadership.
Charlot usuraio del 1916, in 32 minuti racconta una storia compiuta. Charlot gestisce un banco dei pegni e litiga in continuazione col collega Henry Bergman, l’attore che gli sarà da spalla per decenni. Anche A woman (Charlot signorina) (32’ 1916) assume un significato non banale. Chaplin fa la donna. L’idea non fu bene accolta, a indossare panni femminili ci provò altre due volte, poi dovette rinunciare. L’America di allora era... bigotta.

La musica
I classici. Sono titoli ultrapopolari, raccontati in tutti i registri. Intendo privilegiare quello della musica.
Bing Crosby, Frank Sinatra, Dean Martin, Elvis Presley, Nat King Cole, Julio Iglesias, Michael Jackson, Michael Bublé, Robert Downey, Judy Garland, Dalida, Barbra Streisand, Diana Ross, Céline Dion: sono solo alcuni, fra i mille, degli artisti che hanno cantato "Smile", la canzone di Charlie Chaplin, il genio che rientra in tutte le categorie del cinema, compresa la musica.
Chaplin (1889-1977) compose il brano, strumentale, nel 1936 per Tempi moderni, un film dove ancora il grande mimo non parlava.
"Smile" identificava dunque Tempi moderni, come colonna, con grande suggestione, e divenne, seppure solo strumentale, un tema di enorme successo. Anche perché l’autore aveva fatto le cose in grande, aveva affittato gli studi di registrazione della Fox con 64 elementi dell’orchestra. Assumendo come direttore Alfred Newman, il primatista assoluto di Oscar delle colonne sonore, con 11 statuette. Tuttavia, in quel film, Charlot fece sentire, per la prima volta la sua voce, cantando la famosa Titina, con parole inventate all’istante
Poi, nel 1954, arrivò Nat King Cole che ottenne di poter cantare "Smile". Dopo di lui... tutti quelli detti sopra. È notorio che in assenza della parola, la musica assumesse in quegli anni un ruolo decisivo e Chaplin era il primo a saperlo e intervenne personalmente in quel senso, e da quel genio completo che era compose melodie che fanno parte dell’antologia più preziosa del cinema.
Nel 1931, sempre in Charlot-muto, scrisse, produsse e diresse, tutto come suo costume, Luci della città. Considerato uno dei suoi titoli di vertice. Protagonista è una fioraia cieca che Charlot, nel suo piccolo, cerca di aiutare. Chaplin adottò la celebre Violetera di José Padilla ma creò un suo adattamento, tale da accreditarsi la paternità della musica quasi come l’autore.
 

Il Circo, del 1928 è un altro “muto” ma musicalmente importante. Chaplin compose il tema che accompagna tutto il film. Molti anni dopo, quasi ottantenne, scrisse le parole e inserì la canzone nei titoli di testa. È lui a cantare, con una voce che non è quella di Sinatra, ma con una passione e un sentimento da pelle d’oca.
 


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