Che Frozen non fosse il classico 'classico Disney' era chiaro fin dall'inizio. Il sequel intende confermarlo. Da giovedì 12 dicembre al cinema.
di Ilaria Ravarino
La principessa Elsa, da quando è nata, ha un dono magico: trasformare tutto ciò che sfiora in ghiaccio. Dal 2013, però, ha un potere ancora più grande: trasformare tutto ciò che tocca in oro. Non sono dunque un mistero le ragioni che hanno spinto la Disney, che sei anni fa portò al cinema - battendo ogni record di incassi - il grande classico di Hans Christian Andersen con il titolo Frozen - Il regno di ghiaccio, a realizzare un sequel del fortunatissimo cartone. Atteso in sala a fine anno, Frozen 2 - Il segreto di Arendelle ci dimostra che la magia di Elsa non si è spenta: 116 milioni di visualizzazioni in un giorno per il primo trailer. Ed è solo l'inizio.
Che Frozen non fosse un "classico Disney" (il numero 53, per la precisione) come gli altri è stato chiaro fin dall'inizio. Partito subito fortissimo, il film è cresciuto al box office fino a battere il record di Toy Story 3 - La grande fuga e segnando, il 30 marzo 2014, un risultato storico: 1.072.404.000 di dollari al botteghino, conquistando cosi il podio come il film d'animazione più remunerativo della storia del cinema.