Premiato con la Carrosse d'Or, il regista prende posizione sulla questione delle piattaforme digitali: «Ciò che importa è continuare a fare il mio lavoro».
Lo premiano alla Quinzaine des Réalisateurs per il suo talento e per la sua irregolarità. Lo festeggiano con la Carrosse d'Or, riconoscimento che la società degli autori francesi (SRF) attribuisce ogni anno a un grande del cinema mondiale. Lui è Werner Herzog, 74 anni portati da ragazzo scapestrato.
"È vero, lavoro sempre più spesso in America, ma perché mi pagano bene e un po' alla volta hanno capito che non mi si può mettere il cappio al collo. Non ho tanti rapporti con i miei coetanei del vecchio cinema tedesco degli anni 70; ciascuno ha fatto la sua strada, magari li stimo ma sono sempre stato un irregolare e non mi piaceva vedermi prigioniero di un movimento".
"Ho un sacco di progetti nel cassetto e sono pronto a firmare anche col diavolo per continuare a fare il mio lavoro. Ma alle mie condizioni. Se è una piattaforma digitale ad accettare per me va benissimo, il cinema come l'abbiamo conosciuto è morto e sepolto, ma il cinema è vivissimo in mille modi nuovi".