Mark Wahlberg candidato all'Oscar.
di Lisa Meacci
Un antieroe che cerca vendetta
Tra poco nelle sale cinematografiche italiane (dal 28 novembre), si è già cominciato a parlare del nuovo film della 20th Century Fox, Max Payne. Ispirato al videogioco di grandissimo successo Max Payne e Max Payne 2: The Fall of Max Payne, la pellicola del regista John Moore racconta di un poliziotto ribelle in cerca di vendetta. Il viaggio di Max ha uno scopo ben preciso, quello di trovare i responsabili dei brutali omicidi della sua famiglia e del suo collega, non importa se questo significherà raggiungere i bassifondi più oscuri o se occorrerà combattere contro nemici sovrannaturali. Presa la forma di un personaggio che non segue le regole e non ha più nulla da perdere, Max sarà vittima di un tradimento impensabile, arrivando a scontrarsi con forze imponenti, reali e oltre ogni immaginazione, che stanno cospirando per mantenere nascosta la sconvolgente verità e ridurlo al silenzio per sempre.
L'idea di questo antieroe assetato di vendetta, le coreografie eleganti e le sparatorie in slow-motion proprie del videogioco, hanno da subito fatto pensare alla natura cinematografica della storia, una vera e propria graphic novel con delle influenze da film noir.
Nella pellicola, Max Payne sarà interpretato dal candidato all'Oscar Mark Wahlberg, che ha lavorato al fianco di Mila Kunis (Mona Sax, una bellissima mafiosa ed assassina), di Olga Kurylenko (l'attuale Bondgirl nel film Quantum of Solace, che qui è Natasha, la spericolata sorella minore di Mona), di Chris "Ludacris" Bridges (il detective degli affari interni Jim Bravura) e di Beau Bridges (che impersona il mentore di Max, B.B).
Alcune curiosità
È interessante sapere che il regista John Moore per realizzare un approccio originale verso il popolare processo di slow motion chiamato "bullet-time", ha utilizzato un sistema di cineprese speciali chiamato Phantom; questo gli ha permesso di fornire un'ulteriore intensità e stile all'azione.
Controllate da una speciale squadra di burattinai, le ali del demone alato, inoltre, sono state addirittura costruite a Toronto mentre per le sequenze di volo, è stata utilizzata una versione in CGI, basata su delle ali concrete ed una testa scolpita. Moore desiderava che la creatura avesse delle caratteristiche vibranti ed allucinanti.
Infine veniamo a sapere che l'ideale per Moore era girare in bianco e nero ma, non potendo, ha optato per una tavolozza ai suoi estremi, con delle luci dure, delle lunghe ombre e delle composizioni molto evidenti, non utilizzando mai luci colorate.