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Le colline hanno gli occhi... ancora una volta!

Jacob Vargas interpreta Crank, leader di un gruppo della Guardia Nazionale americana, che si trova di punto in bianco a contatto con dei mutanti, durante un'operazione apparentemente innocua.
di Claudia Resta

Il film

mercoledì 9 maggio 2007 - News

Il film
I produttori hanno scelto Vargas perché sa esprimere una grandissima energia. I trascorsi di Jarhead, poi, assicuravano che l'attore avesse già il giusto feeling con l'esercito, l'addestramento particolarmente duro e lo spirito di squadra proprio dei militari.
La trama ovviamente si ricongiunge a quella del film precedente: nel corso di una missione, l'unità di soldati si ferma a un avamposto in Messico per rifornire di materiale un gruppo di fisici nucleari, ma lo trova deserto. Dopo aver notato un segnale di soccorso proveniente da una catena montuosa nei paraggi, la squadra parte per una missione di ricerca. Ovviamente, non sanno che si tratta delle stesse colline che hanno fatto da sfondo alle atroci esperienze della sventurata famiglia Carter e dove dimora una tribù di mutanti cannibali.

Come descriveresti il tuo personaggio?
È un ragazzo che prende seriamente il suo ruolo di soldato e che sa che deve coprire le spalle ai suoi compagni, che faranno per lui la stessa cosa. Penso che questa sia la sua motivazione principale, data da un buon addestramento, insieme al fatto di voler sopravvivere.

L'addestramento militare è stato pesante?
Non più di quello per Jarhead, infatti non mi sono dovuto preoccpare moltissimo di quest'aspetto del personaggio. Sapere quello che stai facendo ti fa sentire più sicuro: sai come si spara, come si monta o smonta un fucile, in che posizione devi metterti, come camminare e così via, e puoi concentrarti sul lato psicologico.

È questa la parte più complessa?
Sì, la preparazione mentale è dura, soprattutto per interpretare al meglio la paura. Quando stai girando sai che davanti hai attori truccati con cui magari poco prima hai preso un caffé. Devi pensare ad altro, a qualcosa che ti spaventa moltissimo, e sovrapporlo alla realtà: mi sono concentrato soprattutto sul mio terrore per il buio e per l'ignoto.

Come sei stato accolto in Marocco?
È stata dura ambientarsi: la cultura e gli usi musulmani sono molto diversi dai miei. Le donne portavano i burqa, la troupe era solo di uomini e si fermava due volte al giorno per pregare, anche perché giravamo nel periodo del Ramadan. Quando mangiavo mi sentivo come una diva, in mezzo a tutte queste persone a digiuno!

Hai già altri progetti?
Sì, uno è un film drammatico, Vita e Morte di Bobby Z con Laurence Fishburne e Paul Walker, l'altro è un film indipendente, The Sleep Dealer, girato per intero a Mexico City: una sorta di storia d'amore tra politica e fantascienza, mix che ho trovato molto interessante.

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