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Mio fratello è figlio unico e le due facce politiche dell'Italia degli anni '60 e '70

Il rapporto amore-odio fraterno, l'Italia divisa tra destra e sinistra, una famiglia che vive tra le quattro pareti scricchiolanti di una casa destinata a crollare sono le fondamenta di Mio fratello è figlio unico, il film di Daniele Luchetti tratto dal libro "Il fasciocomunista". Un ritratto forte e commovente che vede Elio Germano e Riccardo Scamarcio nei panni di due fratelli divisi dalla fede politica.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Chi lo dice nel film mio fratello è figlio unico?
Daniele Luchetti (63 anni) 26 luglio 1960, Roma (Italia) - Leone. Regista del film Mio fratello è figlio unico.

lunedì 16 aprile 2007 - News

Chi lo dice nel film mio fratello è figlio unico?
Daniele Luchetti: Ognuno a suo modo ha un senso di unicità nel film. Il personaggio di Elio Germano, Accio, si sente escluso da questa famiglia che sembra amare di più il fratello maggiore, Manrico, interpretato da Riccardo Scamarcio. Mentre il personaggio di Violetta (Alba Rohrwacher, NdR) non viene neanche contemplato in questa frase perché a quei tempi le donne venivano escluse dai discorsi.

Quanto deve il film al libro e quanto alla tua trasposizione?
Daniele Luchetti: De "Il fasciocomunista" Mio fratello è figlio unico ha lo stesso tono scanzonato e la forte emotività, che sono gli aspetti che mi hanno colpito dell'autobiografia di Antonio Pennacchi. Di mio ho messo l'affetto nei confronti di Accio, il protagonista, per il quale non era facile nutrire un tale sentimento, e anche una certa dose di nostalgia per quel periodo storico. Provo molta invidia per quelli che l'hanno vissuto in pieno.

Come ti sei preparato per la parte?
Elio Germano: Lavoro molto sulla preparazione dei personaggi e in questo caso mi sono documentato sul periodo storico guardando video, ascoltando canzoni e leggendo libri su quegli anni. poi ho sentito la necessità di distanziarmi dalla ricostruzione di un'epoca cercando di interpretarla con gli occhi di oggi. All'inizio ho avuto qualche difficoltà con Accio perché lo giudicavo. Quando ho smesso di farlo ho provato a dare tenerezza a un personaggio poco raccomandabile guardandolo come un bambino che cerca affetto.

E per quanto riguarda la tua interpretazione?
Riccardo Scamarcio: A differenza di Elio io non mi sono documentato affatto ma ho cercato di partire dall'affetto che Manrico prova per Accio, che è lo stesso sentimento che provo nella vita reale nei confronti di mio fratello. L'amore tra i due era a mio avviso il motore della storia. Per quanto riguarda la fede politica di Manrico lui è uno che ama stare sul palcoscenico, è la voce del popolo. Sarei molto contento se i ragazzi che hanno visto Ho voglia di te andassero a vedere questo film, non solo per via della sua riflessione sulla destra e la sinistra, ma perché parla di cose semplici, come l'amore tra due fratelli e il dolore di una madre, sentimenti che fanno parte dell'Italia.

Come si è svolta la lavorazione del film?
Daniele Luchetti: Ho provato a girare questo film in maniera completamente diversa dal solito. Ad esempio non abbiamo fatto nessuna prova prima di andare sul set e spesso non sapevamo neanche quale scena avremmo girato. Volevo che gli attori si sentissero liberi di improvvisare e che azzerassero qualsiasi tecnica e tattica imparata negli anni, smontando le classiche abitudini da set per dare spazio all'autenticità. Diciamo che loro erano completamente liberi di fare quello che volevo io!

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