Amidala è cresciuta: Natalie Portman dimostra finalmente al pubblico di essere in grado d'interpretare un ruolo difficile, con tre differenti facce, senza la minima sbavatura e salvandosi così dall'inquisizione... della critica.
di Claudia Resta
Natalie, come hai scelto di partecipare a un film così complesso?
Forman mi voleva perché aveva visto una mia fotografia e aveva deciso che c'era una forte somiglianza tra me e una ragazza ritratta da Goya... io invece ero molto elettrizzata all'idea di aver suscitato il suo interesse, perché adoro i suoi film. Ines appartiene ad un periodo storico particolare del quale non sapevo molto e questo mi intimidiva.
Come ti sei preparata?
Ho dovuto imparare quintali di cose sul cattolicesimo, la Spagna, la pittura, la storia dell'arte e la storia della chiesa spagnola. Ho preso lezioni di pianoforte e di galateo. È stata un'esperienza molto pesante, ma necessaria: quando devo preparare un personaggio sono ossessionata dalla perfezione.
È stato difficile affrontare una parte duplice così difficile?
Per la prima volta ho trovato un regista disposto anche a farmi diventare brutta e grottesca: Milos ha saputo tirar fuori da me l'attrice che sono sempre stata, ma che veniva tenuta in secondo piano. Di questo gli sono davvero molto grata.
Come ti sei trovata con Forman?
È completamente diverso da come me lo aspettavo: pensavo che fosse un super intellettuale e in effetti è molto colto e intelligente, e se volesse sono certa che non avrebbe nessun problema a comportarsi come tale. Ma ama lasciarsi andare per arrivare a creare il personaggio che ha immaginato e che quindi è sempre il risultato di quello che ha nel cuore.
E ora, un film per bambini...
Sì, L'emporio di Mr. Magorium, scritto da Zack Helm, uno degli sceneggiatori che preferisco. Girarlo è stato liberatorio, un po' come tagliarmi i capelli: porti via un po' di vanità e ritrovi te stessa. I capelli, comunque, ricresceranno!