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Gesualdo Bufalino

Gesualdo Bufalino. Data di nascita 15 novembre 1920 a Comiso (Italia) ed è morto il 14 giugno 1996 all'età di 75 anni a Comiso (Italia).

Il padre "era fabbro ferraio, ma era istruito, gli piacevano i libri, il teatro, la musica in piazza" (La luce e il lutto): ed è proprio il genitore ad instillare nel piccolo Gesualdo la passione per la lettura, dalla Divina commedia illustrata dal Doré al Marco Visconti di Tommaso Grossi. Al liceo, dapprima frequentato a Ragusa ed in un secondo tempo a Comiso, Bufalino ha tra i suoi insegnanti un valente dantista quale Paolo Nicosia. Nel 1940 s'iscrive alla Facoltà di lettere dell'Università di Catania, ma nell'agosto del '42 è richiamato alle armi; frequenta un corso per Allievi Ufficiali a Fano, durante il quale conosce e fa amicizia con il giovane intellettuale cattolico Angelo Romanò. Nell'autunno del 1944 s'ammala di tisi e viene ricoverato nel sanatorio di Scandiano, ove ha libero accesso alla biblioteca del primario, il dottor Biancheri, persona di grande cultura, proveniente da una famiglia di tradizioni umanistiche; nel maggio del '46 ottiene d'essere trasferito in un sanatorio della Conca d'Oro, fra Palermo e Monreale. Dimesso alcuni mesi dopo, si laurea nel marzo del '47 ed inizia la sua attività di insegnante, destinata a svolgersi prevalentemente - per un quarto di secolo, dal '51 al '76 - presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, poco distante da Comiso. Nel corso di questo lungo arco di tempo, scrive e traduce - Baudelaire, Toulette, Giraudoux tra gli altri - senza azzardare la strada della pubblicazione, legge e vede molti film (soprattutto francesi), organizza proiezioni per cineclub e viaggia, in Italia ed all'estero. Nel '50 inizia la stesura del suo romanzo d'esordio, Diceria dell'untore, che viene completata solamente nel 1971: dopo un ulteriore decennio di revisioni, l'opera vede la luce nell'81 - grazie all'interessamento ed alle pressioni di Elvira Sellerio e di Leonardo Sciascia - riscuotendo un vivo successo di pubblico e di critica, sancito dalla vittoria al premio Campiello. Dall'82, egli collabora con vari quotidiani e riviste, mentre la sua attività di scrittore diviene intensa: si va dalla poesia (L'amaro miele, 1982) alla prosa d'arte e memorialistica (Museo d'ombre, ancora dell'82), dalla narrativa (Argo il cieco, 1984; L'uomo invaso, 1986; Le menzogne della notte, 1988, che gli frutta il premio Strega) agli elzeviri (Cere perse, 1985; La luce e il lutto, 1988), dalle antologie (Dizionario dei personaggi di romanzo, 1982; Il matrimonio illustrato, 1989, redatto in collaborazione con la moglie Giovanna) al romanzo giallo (Qui pro quo, 1991). Nel 1992 viene dato alle stampe il bel volume fotografico Il tempo in posa. Immagini di una Sicilia perduta; da segnalare, infine, gli afroismi di Bluff di parole (1994), le poesie de I languori e le furie (1995), il romanzo Tommaso e il fotografo cieco ovvero il patatràc (1996).
Courtesy of RAI

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