Non essere cattivo |
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Un film di Claudio Caligari.
Con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia 2015.
- Good Films
uscita martedì 8 settembre 2015.
MYMONETRO
Non essere cattivo
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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degrado e passionidi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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martedì 15 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è bellissimo e toccante, nonostante l'azione si svolga in un'Ostia abbandonata al degrado e alla totale mancanza di opportunità formative a cominciare dal lavoro. Uso e spaccio di droga, prostituzione, violenza in forma di risse e rapine, piccole truffe sono all'ordine del giorno e scandiscono la vita di chi si trova incardinato in un modello sociale sballato che le difficoltà di sviluppo di una periferia allo sbando hanno profondamente radicato. L'azione è focalizzata sulle gesta di due ragazzi, amici dall'infanzia, che quotidianamente, dal rassicurante rifugio di un branco di vitelloni nullafacenti (il riferimento a Fellini qui è puramente formale, anche se il Maestro è citato nella scena dell'allucinazione on the road), escono per sfidare l'ozio forzato ingolfandosi di adrenalina con tutti i mezzi moltiplicatori disponibili. La fuga da una realtà disumanizzante appare la condizione necessaria per dare un senso almeno in termini temporali alle giornate che inesorabilmente passano. La costante ricerca di denaro, per sè e per esigenze familiari, li spinge ad andare sempre oltre, verso limiti invisibili. Ma la comparsa di nuove relazioni affettive, che non tarderanno a trasfornarsi in rapporti leganti e portatori di speranza, insieme alla prospettiva concreta di una possibilità di lavoro, imprime una svolta anche se tortuosa ed incerta ai loro itinerari esistenziali, che porteranno a sbocchi differenti. Caligari, già misuratosi sul tema del degrado urbano e umano, sceglie una storia di povertà ed emarginazione come tante, ispirandosi al mondo pasoliniano delle periferie ricco di forze e dinamiche tumultuose, per descrivere con spietata attenzione (ed un pizzico di indulgenza) la deriva di un'umanità apparentemente disperata, ma in continuo e convulso movimento. La caotica quanto destabilizzante emergenza di bisogni e di ostacoli spinge a ricorrere ad espedienti ed a soluzioni anche estremi seguendo la linea sottotraccia dell'indole individuale: è ciò che fanno Vittorio e Cesare, sodali finchè i loro "insiemi" coincidono e pronti a divergere quando dovranno affrontare singolarmente scelte determinanti. La straordinarietà del film sta nella capacità del regista di illuminare l'altra faccia della luna, la ricchezza rivitalizzante delle pulsioni emotive che nei momenti cruciali prorompono nonostante l'ambiente ostile e la durezza e asperità degli animi. Il peggio si fa da parte e sgorgano lacrime, di sofferenza, per amore, per amicizia. C'è vita, c'è vitalità, c'è reattività emotiva anche in mezzo al mare, e questa è l'arma spesso nascosta ma la più efficace per tenere a bada la morte, la tragedia dietro l'angolo. E c'è anche poesia nella disperazione, negli abbracci, negli slanci sentimentali, nei distacchi inesorabili. E Caligari,a differenza che in tanti altri film di analogo tema e tenore, lancia a briglia sciolta i colori e le luci liberando anche i toni più accesi, per ribadire il contrasto tra il gioco al ribasso dfi una condizione di vita miserevole e la forza vitale e passionale che può scatenarsi in chi non si rassegna a limitarsi all'immobilità da bar o all'artificio di una fuga allucinatoria o all'esaltazione di una trasgressione riuscita. Il tutto nobilitato da una prova eccelsa dei due protagonisti, in ruoli difficili in cui anche la minima crepa potrebbe demolire la crescente tensione accumulata fin dalle scene iniziali.
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