12 anni schiavo |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti.
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Titolo originale 12 Years a Slave.
Biografico,
durata 134 min.
- USA 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 20 febbraio 2014.
MYMONETRO
12 anni schiavo
valutazione media:
2,94
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La dignità recuperatadi degiovannisFeedback: 1873 | altri commenti e recensioni di degiovannis |
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giovedì 3 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ero poco più che un ragazzo quando mi si offrì l'occasione di vedere Soldato blu, con Candice Bergen, un'attrice che amavo. Abituato a veder raccontata la storia dei rapporti tra bianchi e indiani nei film di John Wayne, Soldato blu mi colpì come un pugno nello stomaco e da allora non l'ho più dimenticato. Questo film mi è venuto in mente vedendo 12 anni schiavo, perché affronta l'altro tema che ha finito per rendere irrealizzabile il sogno americano, quello del rapporto tra bianchi e neri; tra padroni e schiavi appunto. Il film mi ha sorpreso positivamente perché mi aspetttavo un'indulgenza più benevola alle tentazioni commerciali e un uso più opportunistico della macchina da presa. Invece la bellissima fotografia ha sottolineato, spesso opportunamente la differenza tra la bellezza dello spettacolo naturale e il buio dell'animo umano; tra la luminosità della natura e la bieca ossessione degli interessi e delle passioni. Come se leopardianamente la natura assistesse indifferenrte e matrigna alla tragedia degli esseri umani. Il fatto che il film indulga al melodramma e che cerchi, soprattutto nel finale di recuperare un terreno di rispetto della legalità e dell'umanità ad una terra nata invece dalla sopraffazione e dalla volenza non mi ha privato del piacere di godere delle immagini, che in ultima analisi, sono poi fondamento del linguaggio filmico. Non si può chiedere ad un regista di sostituirsi allo storico o all'antropologo per spiegare e condannare, o tanto meno guidicare. La dignità della persona umana viene salvaguardata proprio grazie alla sobrietà della recitazione del protagonista, che rimane tale anche nelle sequenze più crude e si giustifica con l'etica che egli ha sposato a differenza di altri suoi compagni di pena. Per chiudere un apprezzamento alla partecipazone alla produzione di Brad Pitt, che continua la tradizione liberal di alcuni grandi attori di Hollywood, a differenza di quelli italiani, peferibilmente ripiegati su piccoli interessi di bottega.
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