12 anni schiavo |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti.
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Titolo originale 12 Years a Slave.
Biografico,
durata 134 min.
- USA 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 20 febbraio 2014.
MYMONETRO
12 anni schiavo
valutazione media:
2,94
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una triste e vera storia della Storia d’Americadi Luigi ChiericoFeedback: 36971 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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lunedì 3 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è un colossal, non è una lunga narrazione di fatti, eventi e personaggi, non c’è un dialogo serrato, una musica da ricordare (Mission o L’uomo che sapeva troppo, ad esempio), una presenza femminile dominante, c’è invece il protagonista di una storia umana, quanto disumana : Solomon Northup, magistralmente interpretato da Chiwetel Ejiofor, ma soprattutto una straordinaria fotografia, immagini eccezionali, l’autore un vero artista. Anche ogni trascurabile dettaglio assurge all’importanza di essere mirabilmente fotografato, fotografia da premio Oscar in assoluto. Solomon è vissuto qualche anno prima che l’America si liberasse dell’accusa di schiavista con la guerra di secessione (1861-1865 anni in cui anche in Italia si combatteva contro il dominio di stati stranieri per l’unità proclamata nel 1861). Viveva al Nord, America industriale, in cui non vigeva la schiavitù, era un negro libero. Con l’inganno si ritrova nell’America dei ricchi coltivatori di grandi piantagioni, al Sud dove ogni negro è schiavo, anche l’indimenticabile Mamy di Via col Vento, anche se assurta al compito di nutrice. La schiavitù è una piaga, uno status da cui ogni Stato d’ogni tempo e luogo non si è sottratto, dagli egizi ai romani, dalla Grecia agli Incas, dagli arabi ai turchi. ed ancora oggi presente in alcuni paesi africani. Era schiavitù anche quella nel periodo medievale in cui vigeva il diritto del principe noto come lo “iure pimae noctis”, non si sottraeva il mondo contadino sfruttato dai padroni terrieri, e forse può dirsi schiavo il forzato, la donna obbligata a vendere il proprio corpo, il titolare di un esercizio obbligato a pagare un prezzo alla malavita. Lo schiavo in America non veniva affrancato come a Roma dove poteva diventare cittadino romano. La libertà è un bene insopprimibile dice Brad Pitt nei panni del canadese Bass, ma purtroppo non è proprio così perché non sempre i principii corrispondono alla realtà, ed il film ne dà ampia prova. Vi è anche tanta crudeltà espressa in una violenza inaudita, vi è la violenza minorile. Questo il film di Steve McQueen che sta raccogliendo tanti consensi di pubblico e critica forse perché si sente ancora oggi tanto bisogno di libertà in senso assoluto. Uomini e donne di ogni età sono stati acquistati per raccogliere il cotone nelle piantagioni dei loro padroni o per solcare la terra anche a colpi di frusta, quella usata di solito per gli animali, infatti lo schiavo perdendo la libertà e la dignità di uomo conserva solo quello di animale, anzi di bestia. Loro non si ribellano, non piangono, non urlano, ma intonano canti di lavoro (work songs), che sono anche di speranza. Ascoltiamole religiosamente quindi queste magnifiche voci in coro con didascalie durante la proiezione e non cerchiamo di capire il perché di tutto quello che vediamo e di sapere quel che non vediamo…. chigi
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