Un "K-drama" intrigante per una vicenda che si dipana tra doppiogiochisti, trappole e depistaggi.
Il procuratore Hwang Shi-mok si presenta a casa di un uomo che vuole fargli una soffiata sulla corruzione delle alte sfere di polizia e magistratura, ma lo trova morto. A ucciderlo sembra sia stato un banale corriere, che Shi-mok insegue ma non riesce ad arrestare finché non interviene l'atletica agente Han Yeo-jin. L'uomo si dichiara innocente ma il procuratore trova una ripresa da una telecamera che pare invece dimostrarne la colpevolezza. Il processo è affidato a una giovane e ambiziosa, che si lascia influenza da un altro procuratore senza scrupoli e decide di giocare sporco. Il condannato compie allora un gesto irreparabile e getta un'ombra su tutto il dipartimento.
Credo che io e Jo Seung-woo ci completiamo davvero bene. È molto divertente e la nostra recitazione ha un'alchimia che sembra funzionare alla grande.
La co-protagonista di Stranger è interpretata da Doona Bae, attrice molto amata da Bong Joon-ho e dalle Wachowskis e infatti anche nel cast di Sense8 nei panni di Sun Bak. Anche qui si dimostra agile e abile nelle arti marziali, ma la sua tenacia si scontra con la totale indifferenza del procuratore, così concentrato nel complesso intrigo politico da parlare il meno possibile, fino a risultare più volte maleducato. La sua è una mente geniale e il suo ruolo è misterioso, perché non è mai chiaro cosa voglia davvero e per quali complesse vie cerchi di arrivare al risultato mentre naviga la ragnatela di intrighi tra avvocati, magistrati e ufficiali di polizia. La traduzione letterale del titolo coreano è infatti "Forest of Secrets", a indicare che la vicenda si dipana tra doppiogiochisti, trappole e depistaggi. Un "K-drama" insomma intrigante anche per lo spettatore occidentale.