Anno | 2020 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia, Irlanda |
Regia di | Carlo Lavagna |
Attori | Mia Threapleton, Lola Petticrew, Saskia Reeves . |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 3,30 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 novembre 2020
Una madre e le sue due figlie lottano per sopravvivere in un mondo post-apocalittico in cui la luce del sole è diventata mortale. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Le sorelle Alma e Alex vivono in un hotel abbandonato in mezzo al bosco insieme alla loro madre, una donna severa e intransigente che le tiene lontane dalla luce del giorno e dalla riva del Fiume Nero. Le ragazze possono uscire dall'hotel solo di notte, e la loro sopravvivenza è assicurata dalle battute di caccia materne e da una serra in cui crescono piante medicinali ed erbe prodigiose. Ma Alex comincia a ribellarsi alla severità della madre ed entrambe le sorelle coltivano la curiosità di sapere se c'è qualcuno come loro oltre il Fiume Nero, o se, come asserisce la madre, sono sole con quelle Ombre malevole che le attaccherebbero se osassero avventurarsi fuori.
Dopo l'esordio con Arianna, racconto di formazione con una protagonista adolescente, Carlo Lavagna si cimenta con il genere - thriller e horror, con apparenti sfumature distopiche - per raccontare una storia di fiducia e tradimento e il complicato rapporto fra tre esseri umani di sesso femminile, due delle quali stanno entrando nell'età ingrata: pulsioni erotiche, mestruazioni e ribellioni comprese.
La coproduzione è italo-irlandese e le interpreti anglosassoni recitano nella loro lingua, ma la sceneggiatura è tutta italiana, firmata da Damiano Bruè, Fabio Mollo, Vanessa Picciarelli e Tiziana Triana, così come è italiano il montaggio di Davide Vizzini.
La trama ricorda da vicino quella di Buio e ancora prima di The Others, ma soprattutto il classico letterario "Il giro di vite" di Henry James. E come sempre non è il cosa ma il come a fare la differenza: Lavagna sa aggiungere alla premessa drammaturgica svolte, toni e sfumature di colore differenti (la gestione della palette del film è uno dei suoi punti di forza, ed è un muro a bande colorate a fare da sfondo ai titoli di testa).
Altro punto di forza è la colonna sonora inquietante e sapientemente orchestrata di Michele Braga, molto amato da Gabriele Mainetti, Sydney Sibilia e Matteo Rovere, quest'ultimo coproduttore per l'Italia di Shadows insieme ad Andrea Paris.
Il film non si limita a rinnovare un genere ma affronta un tema, quello del confronto fra madre e figlie adolescenti, che va oltre l'architettura formale della trama, e riesce a raccontare quel momento in cui una ragazza deve capire se il principale modello femminile che ha davanti corrisponde alla donna che vorrà diventare.
Si sente che Lavagna ha "bagnato i panni" nei fiumi d'oltremanica, perché ha aggiunto asciuttezza e rigore alla messa in scena e alle caratterizzazioni che altrimenti avrebbero rischiato il disdascalismo e la recitazione sopra le righe di molto cinema italiano recente. Shadows, come dice il titolo stesso, è un film di ombre e di non detti, di proiezioni sulla caverna di Platone e di paure così grandi da diventare guardiani, anche di noi stessi. E il Fiume Nero pare quello lungo il quale correva la morte, e presso cui dimorava quel Male che non sempre è (solo) fuori di noi.
Il fiore all'occhiello del film resta però l'interpretazione, nel ruolo di Alma, di Mia Threapleton, degna figlia di Kate Winslet, con cui condivide un innato istinto per il vero e un rifiuto connaturato di tutto ciò che è artificiale e "recitato". Mia incarna le paure e i dubbi di Alma senza alcun filtro e senza alcun (falso) pudore, superando in bravura le pur efficaci Saskia Reeves (la madre) e Lola Petticrew (l'irresistibile ribelle Alex).
SHADOWS disponibile in DVD o BluRay |
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“Prima avevamo ogni cosa possibile, ma non eravamo felici”. In questo assioma sembra essere racchiuso il senso di Shadows, film di produzione italo-irlandese diretto dal regista romano Carlo Lavagna che ha visto la luce nell’anno 2020, prodotto da da Andrea Paris e Matteo Rovere per Ascent Film con Rai Cinema, in coproduzione con Feline Films, e presentato in [...] Vai alla recensione »
Il regista, gli sceneggiatori e le tre attrici, uniche protagoniste del film, in un felice e raro connubio artistico italo-inglese-irlandese, realizzano un thriller psicologico con risvolti drammatici che non si lascia facilmente incasellare in un genere specifico e meraviglia sia per come è girato, con una tecnica perfetta e senza sbavature, sia per come è interpretato.
Starlight Hotel. Un vecchio albergo diroccato e abbandonato in mezzo a un bosco. L'insegna al neon azzurrognola qualche volta si accende ancora, ma è l'unica cosa che funziona. L'hotel è il rudere di un tempo finito. Una rovina cadente di un mondo scomparso. Dentro, vivono (o sopravvivono) solo tre persone: due sorelle adolescenti, Alma e Alex, e la loro madre, arcigna e severa.
Alma e Alex, due sorelle adolescenti, vivono «recluse» nel bosco, in un vecchio hotel abbandonato, con la loro Madre. Donna severa che vuol proteggerle da non si sa quale minaccia del mondo esterno, consentendo loro di uscire, solo di notte, per la caccia. Le due, però, non ci stanno e provano a spezzare le regole imposte. Il pensiero va subito al più riuscito e quasi similare Buio, visto recentemente. [...] Vai alla recensione »
Non si sa bene quando e dove (ma siamo in Irlanda) Alma e Alex vivono con la madre nell'abbandonato Starlight Hotel, che a dispetto del nome è immerso nell'oscurità. Perché, dice la mamma, la luce del sole va evitata, si può uscire di notte ma senza mai oltrepassare il fiume nero. Si nutrono di cacciagione e hanno trasformato il giardino d'inverno in un orto botanico.
A cinque anni dall'esordio Arianna, che fu a Venezia alle Giornate degli Autori, Carlo Lavagna tenta un'operazione di una certa ambizione, cercando di far dialogare la nuova via italiana al genere fantastico (nella squadra di sceneggiatori, insieme a Damiano Bruè e Vanessa Picciarelli, figurano anche Tiziana Triana di Luna Nera e Fabio Mollo, recentemente impegnato in Curon) con il respiro internazionale [...] Vai alla recensione »
Tre personaggi in scena, una questione di nomi. In molte lingue, compreso l'italiano aulico, Alma sta per anima. Nella sua forma greco antica, Alex è composto dai termini "proteggere" e "uomo": protettrice. E poi Mamma: moloch senza nome. Volendo partire dall'onomastica, Shadows svela subito la sua natura doppia: ombre, appunto. Ci si chiedeva, nei giorni del lockdown, quali storie avremmo visto nel [...] Vai alla recensione »