Il regista, gli sceneggiatori e le tre attrici, uniche protagoniste del film, in un felice e raro connubio artistico italo-inglese-irlandese, realizzano un thriller psicologico con risvolti drammatici che non si lascia facilmente incasellare in un genere specifico e meraviglia sia per come è girato, con una tecnica perfetta e senza sbavature, sia per come è interpretato. Non sbaglia un’inquadratura Carlo Lavagna e nei primissimi piano, difficili da reggere anche per il più consumato degli attori, le due giovani attrici dimostrano un talento fuori dal comune.
Nulla si può dire della trama per non rischiare lo spoiler e rovinare così la sorpresa del colpo di scena finale, per nulla scontato ed assolutamente imprevedibile.
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Il regista, gli sceneggiatori e le tre attrici, uniche protagoniste del film, in un felice e raro connubio artistico italo-inglese-irlandese, realizzano un thriller psicologico con risvolti drammatici che non si lascia facilmente incasellare in un genere specifico e meraviglia sia per come è girato, con una tecnica perfetta e senza sbavature, sia per come è interpretato. Non sbaglia un’inquadratura Carlo Lavagna e nei primissimi piano, difficili da reggere anche per il più consumato degli attori, le due giovani attrici dimostrano un talento fuori dal comune.
Nulla si può dire della trama per non rischiare lo spoiler e rovinare così la sorpresa del colpo di scena finale, per nulla scontato ed assolutamente imprevedibile.
L’inizio ricorda Into the Forest di Patricia Rozema del 2015, per lo scenario post apocalittico e la grande dimora isolata nel bosco abitata da due sorelle e l’atmosfera evoca a tratti suggestivamente il bellissimo The Others di Amenabar.
Difficile da credere che un regista italiano si sia potuto cimentare con successo in un genere poco o male praticato dalla cinematografia nostrana contemporanea.
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