Titolo originale | Entierro |
Anno | 2019 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia, Cile |
Durata | 67 minuti |
Regia di | Maura Morales Bergmann |
Attori | Carmengloria Morales, Jorge Arriagada, Manuela Martelli . |
Uscita | domenica 12 luglio 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Solaria Film |
MYmonetro | 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 8 luglio 2020
Il film documentario nasce con l'idea di raccontare fatti realmente accaduti nella storia della famosa artista cilena Carmengloria Morales attraverso la sua arte e la sua relazione con la musica. In Italia al Box Office Entierro ha incassato 98 .
CONSIGLIATO SÌ
|
La vita e l'arte della pittrice cilena, ma in diversi periodi residente in Italia, Carmengloria Morales narrati dalla nipote regista Maura Morales Bergmann in un documentario che rinasce letteralmente dalle ceneri di uno precedente andato in gran parte perduto in seguito ad un incendio che nel 2016 ha devastato lo studio dell'artista distruggendo gran parte delle sue opere.
Entierro in spagnolo significa letteralmente sepoltura ma è anche il nome che l'artista ha dato a una pala d'altare divisa in quattro parti per la cappella del carcere di Viterbo. Tre sono arricchite dai colori da lei utilizzati mentre una è vuota ed ha un crocifisso appeso.
L'effetto è di grande impatto e trae origine dalla sua elaborazione concettuale sul dittico che così sintetizza: “La distanza che mi appartiene culturalmente è quella di sapere che stai guardando un quadro: nella parte dipinta c’è tutto quello che puoi fare come artista che sta agendo, poi c’è la tela vuota che è il prima, il dopo, l’immanenza. La coscienza nel quadro è quella che ti respinge e ti dice: “attento che stai guardando un quadro!". Maura Morales (apprezzata direttrice della fotografia di Santiago Italia) ha realizzato di fatto un omaggio in forma di dittico.
Due sono gli artisti che dialogano (Carmengloria e Jorge Arriagada musicista cileno che vuole musicare i suoi quadri), due le voci che si alternano nel narrare (quella della regista e quella dell'attrice Manuela Martelli), due i consanguinei che la descrivono (la nipote/regista e il fratello), due i mondi in cui ha vissuto (il Cile e il resto del pianeta in cui spiccano l'Italia e New York), due le valenze artistiche e i milieu corrispondenti (la scrittura e la pittura) e infine (ma si potrebbe continuare) due i documentari (uno perduto e l'altro nato da quella scomparsa).
La telecamera penetra nella porosità delle tele e dei colori impressi con la pennellessa, più adatta del pennello alla mano di Carmengloria e, quando necessario, li sostituisce con quelli della natura dell'amato Cile che la dittatura di Pinochet le ha tenuto lontano, offrendoci il ritratto della personalità di una donna che ha conosciuto il dolore ma anche la gioia, a soli vent'anni, di vedersi acquistare un quadro da Lucio Fontana.
Così affermava Carmengloria Morales nel 1974: «I valori dimensionali sono implicitamente connessi alla mia pittura ma al di fuori di ogni programma illusionistico o prossemico (mi riferisco a certi ordini di rapporti che possono intercorrere tra quadro e spettatore come quelli di tipo "avvolgente", con la vocazione all'environment, e con perdita della visione complessiva). [...] Vai alla recensione »
Quando mi capita di guardare documentari sull’arte – in generale o su specifici artisti – non di rado incontro delle difficoltà. Spesso si rivelano banali “cataloghi in movimento”, brevi film intervallati da didascaliche interviste a critici che interrompono e appesantiscono il racconto – e poco dicono della reale natura dell’artista in questione [...] Vai alla recensione »
Entierro vive a metà strada tra il ritratto istituzionale - dell'artista Carmengloria Morales, esule cilena - e del film familiare - la pittrice è anche l'amata zia della regista. Li accomuna l'afflato testamentario, la necessità di metabolizzare la storia personale e nazionale per proporre un'ipotesi di riconciliazione. Così le tele monocromatiche, penetrate dalla mdp, si sovrappongono ai paesaggi [...] Vai alla recensione »