L'operazione di Mendes era un azzardo, una scommessa dall'esito incertissimo. Dirò subito: una scommessa persa.
La Prima Guerra Mondiale non fu un evento qualsiasi nella storia dell'Europa, bensì il vero spartiacque che ha condannato il nostro continente alla sostanziale marginalità dei decenni successivi. Raccontarla è roba difficile anche se nella storia del cinema si possono ritrovare qua e là esempi di bel cinema. Non è questo il caso, dove per mascherare l'inconsistenza di sceneggiatura, si ricorre alla tecnica. Attraverso l'uso di un piano sequenza che avrebbe nelle intenzioni l'obettivo di costringere lo spettatore ad una visione claustrofobica tra le trincee si ottiene, come misero risultato, qualche momento di suspence e poco altro. In questo mi ha ricordato "The revenant", un'operazione altrettanto vaqua e dimenticabile.
Difficile per me accettare che si affronti quella tragedia con tanta superficialità, ricorrendo ad insopportabili clichè come la rappresentazione del nemico tedesco animato dalla sete di sangue (anche da ubriaco o moribondo) o le forzature di scrittura come l'immancabile momento patetico dell'inverosimile incontro con la giovane francese di campagna (che però capisce l'inglese). Tutto funzionerebbe se si trattasse di una banale storia ideata per un gioco della play station. Invece dobbiamo sopportare il chiacchericcio dei critici prezzolati che tentano di far digerire ad un pubblico sempre più beota, un'operazione commerciale che di poetico non ha un bel nulla. Faccio fatica anche a salvare la ricostruzione del campo di battaglia che ci restituisce un universo bellico posticcio anche quando vorrebbe rappresntare fango, sangue e merda. Ovviamente nulla permette di orientarsi negli elementi storici, non c'è nessuno sforzo per raccontare davvero la tragedia di uomini qualunque, ignoranti e mal equipaggiati mandati al macello. Ci dice che la guerra è brutta, che si muore, si uccide e si viene uccisi (magari in modo orribile) ma non c'è traccia di alcuna riflessione morale nè dei meccanismi ciechi del potere. C'è solo la missione dei buoni della Storia che frenano i disegni dei cattivi. Ed è questa la vera tragedia: rappresentare il Male in superficie perchè sondarlo per davvero ci disturberebbe.
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