Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Stefano Calvagna |
Attori | Sveva Cardinale, Danilo Brugia, Luca Filippi, Niccolò Calvagna, Imma Piro Massimo Bonetti, Franco Oppini, Davide Paganini, Gianna Paola Scaffidi, Saverio Vallone, Paola Lavini, Ralph Palka, Andrea Agresti, Diletta Innocenti Fagni. |
Uscita | giovedì 10 marzo 2016 |
Distribuzione | Poker Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,20 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 11 marzo 2016
Un lungometraggio ispirato ad una storia vera. La protagonista femminile è l'attrice esordiente Sveva Cardinale.
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CONSIGLIATO NÌ
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Vita di Giulia, nato Giulio. Orfano di padre, cresce in provincia con madre e sorella. A scuola è vittima di bullismo, mentre gli abusi del parroco non intaccano il suo rapporto con la fede. Diplomato, si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare come indossatore in un atelier d'alta moda. Si innamora di un uomo dell'Arma che approfitta della sua situazione economica, quindi dell'istruttore di palestra, insieme al quale affronta una chemioterapia e l'intervento chirurgico che lo renderà donna.
L'incipit, in cui un'improbabile voce fuori campo declama su commento musicale (di Paolo Vivaldi) da pubblicità progresso, è di quelli da far tremare le vene e i polsi, come si esprimerebbe Dante citato in modo equivoco nell'epigrafe. Il piccolo Giulio, che ieri portava il pannolino e oggi si rifiuta di rispondere all'appello dell'insegnante perché sostiene di chiamarsi Giulia, viene ritratto coi contorni del martire mentre pronuncia battute che tradiscono un'impossibile autocoscienza («Io non ho litigato con nessuno, ma non accettano quello che sono»: quale bambino di questo mondo si esprimerebbe così?).
Per alcuni istanti sembra di guardare un finto trailer di Marcello Macchia, peggio una caricatura parodica di The Danish Girl. Entrambi mettono per immagini una trasformazione vissuta come atto di perfezionamento da uomini che sono unica misura di se stessi, entrambi descrivono come contronaturale, anziché la propria, quella natura che ha abbinato la loro sessualità a un output di segno opposto. Lontano dalla calligrafia di Tom Hooper, non fosse altro per il budget limitato, quello di Stefano Calvagna è però un cinema che rivela da subito la povertà dei suoi mezzi tecnico-espressivi: oltre la sceneggiatura frettolosa e alcune ellissi narrative infelici (il tumore cerebrale è un'occasione mancata), il tono complessivo è quello di un incrocio transgender tra il melò dello sceneggiato prime time e un'aderenza della macchina da presa sul modello della reality-Tv.
Bisognava, forse, operare una scelta. Quella del film di finzione, e allora si doveva mettere la realtà alla porta per guardarla rientrare dalla finestra, come da sempre fa l'arte. O vista l'ambizione non-fiction, una volta tanto, si poteva tentare in modo altrettanto coerente la strada del documentario, che oggi più di ieri sembra godere in Italia di un discreto riconoscimento internazionale (si vedano i casi di Roberto Minervini e Gianfranco Rosi). Il film avrebbe fatto economia, in tal modo, di alcune tessere gratuite come pure di un comparto attoriale penalizzato nonostante l'apporto di Imma Piro e Franco Oppini in una macchietta memore di Stanley Tucci in Il diavolo veste Prada. Soprattutto, avrebbe raccolto in modo più autentico la storia di Sveva Cardinale, da cui il film prende le mosse e che qui finisce, come interprete, per travestirsi da se stessa, in un bizzarro cortocircuito tra realtà e finzione. Come la protagonista, bisognava scegliere un corpo.
Ho avuto la fortuna di poter vedere il film, la nuova fatica del regista STEFANO CALVAGNA. Un film che non ha nulla a che vedere, neanche lontanamente con DANISH GIRL, chi conosce e apprezza il regista, sa che parliamo di un film forte, vero, tratta di tematiche attuali a tratti scottanti per i benpensanti e di certo non adatto a menti " ottuse e a senso unico".
Ho avuto la fortuna di poter vedere il film, la nuova fatica del regista STEFANO CALVAGNA. Un film che non ha nulla a che vedere, neanche lontanamente con DANISH GIRL, chi conosce e apprezza il regista, sa che parliamo di un film forte, vero, tratta di tematiche attuali a tratti scottanti per i benpensanti e di certo non adatto a menti " ottuse e a senso unico".
Il film poteva essere un film interessante se veniva raccontato la vera storia di Sveva Cardinale che è molto più interessante : lei si chiamava Paolo Catanzaro è diceva di incontrare madonna ogni 24 del mese in una chiesetta a Uggio , faceva il mistico sprituale e veggente e giocando sulla ingenuitá e debolezza delle persone , approfittando delle loro situazioni difficili ( tipo malatie serie) , [...] Vai alla recensione »
Film surreale la trama sarebbe, anche se ormai vista in molti altri film, interessante ma gli attori sono pessimi e la trans alla fine quando si opera è palesemente un'altra persona rispetto all'attore prima dell'operazione, ora none ra meglio mettere la stessa persona e truccarla che due persone totalmente diverse? stature, misure, lineamenti , colori, troppo fatto male, regia mediocre [...] Vai alla recensione »
La vera storia di Sveva Cardinale ( che si puo leggere su google ,cercando Paolo Catanzaro) è molto piú interessante : lui per ben 23 anni faceva il"Veggente" e il "Mistico" ! Raccontava di vedere Madonna ogni 24 del mese nella chiesetta di Uggio brindisi , condivideva i segreti trasmessi da Madonna ai prescelti ( ovviamente quelli ricchi!) , e si fceva dare dei soldi da loro (essere prescelto [...] Vai alla recensione »
La mia recensione: commossa.io...i brividi stanca e assonnata e dall inizio del film è passato tutto... tuo figlio farà strada non perché È un calvagna( intendo perché e' figlio d ' arte) ma perché È nato per questo mestiere ...gli occhi il suo viso la sua eleganza... ma soprattutto la sua naturalezza... di tre attori lui è il numero uno ..
Ho visto il film e l'ho trovato molto mediocre, attori pessimi nel recitare, si vede che è un film a basso costo, potevano spendere qualche soldo in più per un cast migliore. Un film all'italiana, paragonato al film di the Danish Girl, bhè che dire, si può fare un paragone?
Ho avuto il privilegio di vedere questo film, un film fantastico, coraggioso, vero e ricco di emozioni. Consiglio vivamente di vederlo . Il regista Stefano Calvagna è stato impeccabile e minuzioso a far trasmettere le più piccole emozioni che normalmente nei film non arrivano. Niccolò Calvagna il "bambino" per modo di dire, che in realtà è un attore nato , figlio del Regista Stefano Calvagna, è stato [...] Vai alla recensione »
Un nuovo giorno? Io l'ho trovato un lavoro ben fatto e molto coraggioso per le scelte intraprese e portate sul grande schermo.Ne suggerisco la visione.
Struggente, coraggioso, vero e intenso. Da rivedere assolutamente . Non capisco il commento del critico Papitto, vabbè.... Ho avuto la fortuna e l'onore di vedere il film a Rimini e conoscere il regista e la protagonista, persone eccezionali e vere.
Giulio ha un problema: si vuole far chiamare Giulia. Ma è un problema veramente? Per compagni di classe, preti e primi amanti uomini sì. Per familiari e amici anche datori di lavoro (diventerà indossatore) no. E se ci fosse la possibilità di cambiare sesso con un'operazione a Bangkok? Mentre tutti oggi parlano dell'identità transgender, anche del secondo ex fratello, ora sorella, Wachowski (i registi [...] Vai alla recensione »
Giulio si fa chiamare Giulia da quando ha 6 anni. A scuola maestre e compagni lo deridono ma il piccolo è determinato: si dichiara una femmina perché tale si sente. Pargolo di bellezza angelica, è persino vittima di abusi del parroco del paese ma nulla lo fa più soffrire che la prigionia in un corpo che non lo rappresenta. Crescendo sviluppa volto e fisico da modello e Milano gli offre l'assist del [...] Vai alla recensione »
Il soggetto, tratto da fatti reali, ricorda The danish girl. Fin da bambino Giulio si sente prigioniero in un corpo non suo. È certo di essere una donna e non lo nasconde: il che lo rende vittima di predatori sessuali, dai compagni di scuola al prete della parrocchia dove fa il chierichetto. Cresciuto, non gli va molto meglio; anche a causa del carabiniere Mario, tutt'altro che nei secoli fedele.
Giulio, fin da piccolo, è convinto di esser nato nel corpo sbagliato. Si fa chiamare Giulia, suscitando l'ilarità tra i compagni e subendo violenze pedofile. Poi, compiuti i 35 anni, si sottopone, a Bangkok, ad una lunga operazione per cambiare sesso. E' una storia vera, al punto che la parte della «rinata» Giulia la interpreta Sveva Cardinale, la donna protagonista della vicenda.