Arrival |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma.
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Titolo originale Arrival.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2016.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 19 gennaio 2017.
MYMONETRO
Arrival
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il racconto originale e il filmdi PetrossiFeedback: 803 | altri commenti e recensioni di Petrossi |
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venerdì 20 gennaio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film "Arrival" si ispira fortemente al racconto "Storie della tua vita" di Ted Chang del 1998, pubblicato in Italia nel 2002. E' interessante vedere come alcuni elementi del racconto, trascurati nel film, avrebbero reso più scorrevole la narrazione. Per prima cosa, per la linguista c'è la consapevolezza della diversità tra la lingua parlata e quella scritta degli alieni: la lingua parlata è per sua natura sequenziale, una parola viene detta dopo l'altra, la lingua scritta, meglio il testo scritto, può essere invece colta con immediatezza totale (come accade in certe calligrafie cinesi o giapponesi), quasi senza necessità di una sequenza costruttiva. Per seconda cosa, nel racconto la Scienza ha un ruolo fondamentale. Gli alieni non capiscono termini quali accelerazione, ma capiscono benissimo i princìpi variazionali: se un raggio di luce - attraversando aria ed acqua - segue un percorso non rettilineo, ma "piegato", è perché minimizza il tempo impiegato nel percorso, ma questo fa pensare ad una luce che "sa" fin dall'inizio quale sarà il punto di arrivo ed il percorso da effettuare per arrivarci, una luce per cui futuro e presente coesistono fin dall'inizio, per cui ogni punto percorso è, in un certo senso, la "celebrazione" di un "unicum" atemporale. Per terza cosa, la vita della protagonista e di sua figlia è più piena, meno solitaria: senza rivelare nulla direi più piena di minimi ma anche di massimi. L'idea di una lingua che "ti cambia" è presente a più riprese nella fantascienza (La "neolingua" in "1984", "Babel5", "I linguaggi di Pao"...) e in un certo senso anche da alcuni "guru" della comunicazione (De Bono: il Greco come lingua del "Foro", avversativa, quindi degli avvocati e dei litigi, contrapposta a d una lingua che cerca di comprendere l'altro). Non si sa se nasca prima l'uovo o la gallina (la Cultura o la Lingua) ma l'ipotesi è certamente affascinante. Alcune differenze sono molto interessanti e positive per la narrazione: il pericolo di guerra, la figura del generale cinese, una certa motivazione degli alieni che donano oggi per essere aiutati nel futuro, l'entrata nell'astronave e il contatto "diretto" con gli alieni, più umano (come afferma nella sua lavagnetta la linguista). Il film è comunque coinvolgente ed emozionante, più "scuro" del racconto originale, che pur non mancava di emozionare, ma pur sempre un film di altissimo livello.
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