One day

Denchai, detto Den, è un tecnico dell'IT di una grossa società: risolve i problemi dei colleghi ma nessuno nota la sua esistenza. Basta che la bella Nui si accorga di lui perché Den si innamori della ragazza, ma Nui ha una relazione con il CEO dell'azienda, Top, che è l'esatto opposto di Den - bello, ricco, aitante dove Den è goffo e inadeguato. Durante una vacanza aziendale a Hokkaido Den esprime un desiderio, quello di poter essere il fidanzato di Nui, anche solo per un giorno.

Il cinema thailandese che si colloca a metà strada tra i blockbuster e il cinema d'autore negli ultimi anni ha prodotto opere molto interessanti. La spregiudicatezza e la semplicità con cui sono affrontati temi spinosi, senza il ricorso a pesanti sovrastrutture di sceneggiatura o messa in scena, è infatti alla base di successi di pubblico e di critica come Heart Attack.

Già regista del campione di incassi Pee Mak, Banjong Pisanthanakun transita dall'horror comico al romance con One Day. La storia è quella di un amore impossibile, tra un nerd senza rimedio, totalmente a digiuno in fatto di relazioni sociali e amorose, e una bellissima ragazza, innamorata dell'uomo sbagliato. Uno script brillante e ricco di dettagli godibili, che aiuta a coinvolgere sin dall'incipit lo spettatore nella storia: (500) giorni insieme, Ricomincio da capo, Se mi lasci ti cancello o Amore a prima svista sono fonti di ispirazione, ma One Day non li cita mai in maniera palese, semplicemente rielabora la tradizione di un sottogenere consolidato.

La chiave di commedia è resa necessaria anche dal fatto di muoversi su un equilibrio delicato da un punto di vista etico. Den, al di là della sua natura innocua e di quanto si possa empatizzare con lui, resta un personaggio che si muove ai limiti dello stalking. Il preambolo serve infatti a rendere la vicenda così paradossale e Den così simpatico da giustificare il prosieguo di una vicenda che altrimenti potrebbe risultare edgy. In sostanza Den approfitta di quanto avviene a Nui per avere quel che non potrebbe ottenere con mezzi "leciti", così come il fatto di lasciarle ogni giorno delle sorprese difficilmente giustifica il fatto di "entrare" illecitamente nel suo profilo digitale.
Banjong cammina sull'orlo di un precipizio, per di più scivoloso, ma se la cava grazie ai dialoghi e all'irresistibile desiderio, forse vano, di un happy end a cui per lo spettatore è quasi impossibile resistere. Epilogo dilatato all'eccesso e qualche rimpianto - un po' di audacia in più non avrebbe guastato, specie sul piano della lotta di classe, in un ipotetico confronto socio-economico tra Den e Top - ma One Day raggiunge lo scopo prefisso di entertainment, aggiungendo qualche spezia in più. 