L'attore interpreta un educato agente di commercio alle prese con la cultura dell'Arabia Saudita. Al cinema.
di Marco Castelli, vincitore del Premio Scrivere di Cinema
Ci sono dei (rari) casi nei quali la modificazione del titolo d'un film da una lingua straniera riesce ad offrire maggiori prospettive interpretative rispetto a quelle che sarebbero derivate dalla semplice traduzione letterale. È questo ciò che capita con Aspettando il re che, grazie alla citazione beckettiana, arricchisce per lo spettatore italiano la visione di "An Hologram for the King", lungometraggio del regista Tom Tykwer, che racconta di come un agente di commercio (Alan Clay, interpretato da Tom Hanks), incaricato di convincere il re d'Arabia Saudita ad acquistare un innovativo sistema di conferenze in 3D, reagisca all'incontro con il mondo del Medio Oriente.
L'attività da salesman infatti - a causa della continua assenza del re - pian piano passa in secondo piano, ed il focus si sposta dall'innovativo sistema di ologrammi, allo spaesante senso di vuoto derivante dal tempo da riempire, al quale sembriamo essere sempre meno abituati.
Sulla base di questa situazione la sceneggiatura incardina il recupero (un po' mitologico) dei temi della fuga verso un mondo lontano, nel quale ricostruire la propria vita al riparo dai ritmi frenetici "occidentali" per potersi perdere nell'attesa, se non più del re, della pacificazione con i propri incubi. Se l'invito, già senechiano, a non perdere il proprio tempo in affanni inutili è sempre sicuramente un buon insegnamento da ricordare, il film purtroppo lascia un po' stupefatti per l'approssimazione con la quale viene trattato quello che dovrebbe essere uno degli elementi caratterizzanti della trama: l'avvicinamento tra Occidente ed Oriente (per quanto queste definizioni grossolane possano essere davvero espressive), che spesso fanno fatica a comprendersi. La definizione di questa relazione viene infatti fatta sviluppare essenzialmente attraverso stereotipi e battute, senza davvero ricercare (o trovare) il "quid" che potrebbe generare l'avvicinamento tra le due culture: se l'importanza delle relazioni (non solo culturali) tra le civilizzazioni è sicuramente evidenziata, si potrebbe parlare di occasione persa per il come questa necessità viene banalizzata nel lungometraggio.