Attraverso una narrazione ricca di flashback e riferimenti letterari, il film invita a riflettere sui significati di vita e di morte. Dal 1° novembre al cinema.
Dopo la morte della madre e l'internamento del padre Robert in una clinica psichiatrica, Emily viene affidata a una famiglia adottiva e inizia a frequentare una nuova scuola dove fatica a integrarsi. Quando, per la prima volta, nel giorno del suo sedicesimo compleanno non riceve l'annuale biglietto d'auguri da parte del padre, Emily intuisce che qualcosa non va. La ragazza decide di risolvere da sé la questione e, chiedendo aiuto ad Arden, l'unica persona che le abbia offerto la propria amicizia nella nuova scuola, decide di partire per liberare il padre dalla clinica in cui è ricoverato. I due giovani, accompagnati dall'intensa colonna sonora firmata dal pluripremiato compositore Stephen McKeon, iniziano così un viaggio attraverso l'Irlanda del Nord che li porterà a conoscersi, ad aprirsi all'ignoto e a fidarsi dell'altro.
Attraverso una narrazione ricca di flashback e riferimenti letterari, da Platone (Il mito della caverna, La Repubblica), a Wordsworth (Ode: intuizioni di immortalità nei ricordi dell'infanzia) e Steinbeck (Furore), il film invita a riflettere sui significati di vita e di morte, giocando con gli aforismi "I fatti sono soltanto punti di vista" e "Se ti nascondi dalla morte, ti nascondi dalla vita".
Al cinema dal 1° novembre, My name is Emily vede il ritorno sul grande schermo dell'attrice irlandese Evanna Lynch. Al suo fianco, il giovane interprete George Webster e l'attore e comico irlandese Michael Smiley.