Titolo internazionale | Behind the White Glasses |
Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Valerio Ruiz |
Attori | Lina Wertmüller, Sophia Loren, Harvey Keitel, Rutger Hauer, Giancarlo Giannini Nastassja Kinski, Franco Zeffirelli, Rita Pavone, Isa Danieli, Roberto Herlitzka, John Simon, Massimo Wertmüller, Masolino D'Amico, Domenico De Masi, Piero Tosi, Raffaele La Capria, Maria Zulima Job, Muzzi Loffredo, Marina Cicogna, Martin Scorsese, Caterina D’Amico, Mariangela Melato, Pierluigi Leonardi, Piera Degli Esposti, Laura Delli Colli. |
Uscita | lunedì 21 settembre 2015 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,98 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 settembre 2015
Un ritratto personale e poetico per scoprire l'universo artistico e umano di una delle registe più apprezzate nel mondo.
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CONSIGLIATO SÌ
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Un viaggio con Lina Wertmüller in alcuni luoghi che hanno un significato particolare per la sua vita: la casa romana a Piazza del Popolo; i paesi tra Puglia e Basilicata dove ha ambientato il suo primo film, I basilischi (1963); la Palazzina, antica casa di campagna del marito Enrico Job; la spiaggia in Sardegna del leggendario Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto.
Solo una persona come Valerio Ruiz, che da una decina d'anni è uno stretto collaboratore della regista, poteva realizzare un ritratto esaustivo di una personalità così complessa e artisticamente poliedrica anche se la prima testimonianza che ci viene proposta fa temere l'agiografia. Il feroce critico John Simon dichiara infatti che ci sono solo due registe al mondo a cui vada reso omaggio: Leni Riefenstahl e Lina Wertmüller. Ma ci pensa subito dopo lei, con la sua colta e al contempo colloquiale ironia, ad evitare il pericolo narrando di sé e del mondo in cui ha vissuto e che si è costruita attorno (si veda ad esempio la sua straordinaria casa/museo) con il sorriso di chi sa di aver attraversato la vita da 'ottimista terrorizzata'.
Dalle numerose testimonianze che innervano il documentario emergono le principali caratteristiche umane e artistiche di una regista internazionalmente nota. Esse formano un tutt'uno inscindibile così come lo è stata la sua lunga storia di amore e collaborazione professionale con il grande scenografo Enrico Job. Sono soprattutto gli attori come Sofia Loren, Giancarlo Giannini, Harvey Keitel, Ritger Hauer, Isa Danieli a offrire testimonianze che testimoniano della sua capacità di cogliere (e pretendere anche con gesti di imperio) il meglio delle capacità interpretative di ognuno magari pretendendo quel preciso sguardo oppure chiedendo loro la disponibilità ad accettare trasformazioni magari inattese.
Ma è soprattutto un suono, quello del ticchettio delle dita su una tastiera, che fa da elemento significante di tutto il percorso. Lina ha scritto e continua a scrivere soggetti, sceneggiature e (forse non è noto a tutti) anche canzoni. La sua è una scrittura alta e popolare al contempo che risente di un periodo di formazione come aiuto regista non solo di Fellini (di cui ci vengono offerte immagini inedite sul set di 8½ e dei suggerimenti illuminanti) ma anche di teatro drammatico e di musical. E' questa doppia anima che Ruiz sa cogliere e fare emergere con sapiente leggerezza perché dietro a quegli occhiali rigorosamente bianchi individua uno sguardo che ha conosciuto e continua a utilizzare gli innumerevoli colori di una vita che si fa cinema.