Stephen Hawking è noto a tutti, brillante astrofisico, paralizzato da una malattia neurologica, seduto con la testa china su una sedia a rotelle che parla con voce metallica tramite un computer guidato dai suoi occhi.
Personaggio che all'apparenza (più che altro per le sue problematiche fisiche) può apparire freddo, distaccato, lontano dalla realtà, ma che in questo film ci viene mostrato nel suo lato più intimo, coraggioso, amorevole, simpatico.
La Teoria del Tutto di James Mursh (di cui ho visto solo il valido The King) fortunatamente non è quel biopic morboso sulla malattia del protagonista, dove si vuole caricare lo spettatore delle sofferenze del protagonista e dei suoi cari, certo è un elemento molto importante, ma, strano a dirlo, questo aspetto non è il tema principale,ne funge da contorno. Quello che il film vuole raccontare è il lato personale e psicologico di Hawking, chi è realmente, la brillantezza (e leggera sregolatezza) accademica, e l'amore (che forse si rivela essere quella "teoria del tutto" che Stephen Hawking ha cercato per tutta la vita). Una regia che racconta questo dramma (inteso come storia) umano con leggerenza, senza perdere però quella importanza che il tema impone.
Una lode va fatta sicuramtne ai protagonisti Felicity Jones (che conoscevo solo per l'ordine naturale dei sogni) e soprattutto Eddie Redmayne (che leggo aver fatto Les Miserables, e nemmeno me ne sono accorto) nelle parti di Jane e Stephen Hawking. Credibili, intimi, decisamente veri. Lo chapeu (chiarametne) va fatto all'attore protagonista per aver retto un ruolo particolarmente complesso e delicato. Non è sicuramente da tutti rendere credibile il personaggio di Hawking, dalla paralisi che pian piano colpisce tutto il corpo e quindi lo sforzo dell'attore nel rendere credibile la progressione della malattia, fino alla paralisi totale dove Redmayne ci dimostra che basta solo lo sguardo per far trasparire una emozione, una senzazione che il personaggio vuole mostrarci. Certo magari non è il Daniel Day Lewis de "il mio piede sinistro" ( ma qua stiamo parlando di fenomeni) ma Eddie Redmayne stupisce, e pure tanto, soprattutto per essere un attore quasi sconosciuto ai più (compreso me).
Bellissima la colonna sonora.
Un film toccante e mai "pesante", magari non perfetto, ma che vale la pena vedere, anche solo per conoscere un po' più da vicino una persona fantastica e degna di ammirazione quale è Hawking
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