bilo1983
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sabato 9 novembre 2013
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davvero un bel film
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Prisoners è davvero un gran film dall'aspetto anche un po cupo per i luoghi e le tematiche affrontate.Consiglio a tutti di andarlo a vedere e di lasciar perdere film tipo checco zalone che sono la rovina del cinema.Volete vedere un Film con la F maiuscola andate a vedere questo e non ne rimarrete delusi.
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des esseintes
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venerdì 8 novembre 2013
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brutto e cattivo
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E' fatto bene, recitato bene, troppo lungo ma insomma non è un prodotto discount. Però è brutto ma di un brutto tale che è evidente che debba essere intenzionale. Non è una amara tranche de vie, è il tentativo di persuadere con ogni mezzo gli spettatori che "il mondo fa schifo", "che il più pulito c'ha la rogna" e altri non profondissimi "topoi" del genere. E naturalmente in un contesto simile è ovvio che si finisca per dire che l'unico che in qualche modo abbia manenuto una parvenza di eticità e umanità è il rappesentante delle foze dell'ordine. Ovvio, perché per far passare il messaggio integralmente nichilista è necessario affermare che "l'uomo è in balia dei suoi istinti animaleschi" e l'unica salvezza viene "dall'ordine costituito".
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E' fatto bene, recitato bene, troppo lungo ma insomma non è un prodotto discount. Però è brutto ma di un brutto tale che è evidente che debba essere intenzionale. Non è una amara tranche de vie, è il tentativo di persuadere con ogni mezzo gli spettatori che "il mondo fa schifo", "che il più pulito c'ha la rogna" e altri non profondissimi "topoi" del genere. E naturalmente in un contesto simile è ovvio che si finisca per dire che l'unico che in qualche modo abbia manenuto una parvenza di eticità e umanità è il rappesentante delle foze dell'ordine. Ovvio, perché per far passare il messaggio integralmente nichilista è necessario affermare che "l'uomo è in balia dei suoi istinti animaleschi" e l'unica salvezza viene "dall'ordine costituito".
Quanti secoli sono passati dagli anni '70 del '900 e chi ha una certa età sa a cosa mi riferisco nella fattispecie.
Ma al di là della perdita dello spirito di ribellione in questo film c'è un'imperdonabile mancanza di umanità; il regista "giudica" in ogni inquadratura, ogni gesto viene rappresentato secondo la sua valenza di giusto e buono o sbagliato e cattivo, non c'è un sentimento o un moto dell'animo che dimostri la com/passione, l'immedesimazione, l'empatia la consapevolezza di condividere con i disgraziati soggetti del film la stessa umanità animalesca e violenta ma fragilissima e disperatamente impotente di fronte alla caducità della propria esistenza. Ma siamo nel XXI secolo e questo tipo di messaggi iper nichilisti sembra (stranamente...) diventato la regola, quasi un "tentativo organizzato" di impedire sul nascere il formarsi di un autentico ethos o senso di appartenenza o coscienza morale nato direttamente dal popolo. Sì, gli anni '70 sono lontani secoli e secoli.
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goldy
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venerdì 8 novembre 2013
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solitudine e gelo.
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Concordo pienamente con la recensione di Paola Casella che mi chiarisce come il film necessiti di una lettura che vada oltre la storia rappresentata e ci parla di un'America smarrita in cerca di una nuova e più matura identità. E' difficile per noi europei leggere il film con questa consapevolezza e restringere il giudizio alla sola storia raccontata limita molto il film che ha comunque una tensione straordinaria senza cadute di stile. Ci sono concatenazioni un po' improbabili e macchinose ma ci arriva la realtà di un mondo di terre fredde,,lontane con rapporti umani caratterizzati da una solitudine che può spiegare il delirio di morte di certi personaggi.
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Concordo pienamente con la recensione di Paola Casella che mi chiarisce come il film necessiti di una lettura che vada oltre la storia rappresentata e ci parla di un'America smarrita in cerca di una nuova e più matura identità. E' difficile per noi europei leggere il film con questa consapevolezza e restringere il giudizio alla sola storia raccontata limita molto il film che ha comunque una tensione straordinaria senza cadute di stile. Ci sono concatenazioni un po' improbabili e macchinose ma ci arriva la realtà di un mondo di terre fredde,,lontane con rapporti umani caratterizzati da una solitudine che può spiegare il delirio di morte di certi personaggi.
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francesco ionadi
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venerdì 8 novembre 2013
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tutti sono prigionieri
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Beh, che dire? Prisoners ha tutti gli ingredienti necessari per essere uno dei film thriller tra i più riusciti degli ultimi anni. La pellicola è permeata da una sensazione di tensione ed inquietudine dal primo all'ultimo fotogramma. La durata non deve spaventare: nonostante i 150 minuti, non ci si annoia affatto e si resta col fiato sospeso per riuscire a capire come andrà a finire. La regia è molto accurata e gli attori sono tutti a proprio agio nelle rispettive parti: soprattutto Jake Gyllenhaal, devo dire che è migliorato tantissimo e ci offre un'interpretazione magistrale; anche Hugh Jackman è perfetto nel ruolo del padre disperato e dimostra di saperci fare anche nel campo drammatico e non soltanto nell'action.
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Beh, che dire? Prisoners ha tutti gli ingredienti necessari per essere uno dei film thriller tra i più riusciti degli ultimi anni. La pellicola è permeata da una sensazione di tensione ed inquietudine dal primo all'ultimo fotogramma. La durata non deve spaventare: nonostante i 150 minuti, non ci si annoia affatto e si resta col fiato sospeso per riuscire a capire come andrà a finire. La regia è molto accurata e gli attori sono tutti a proprio agio nelle rispettive parti: soprattutto Jake Gyllenhaal, devo dire che è migliorato tantissimo e ci offre un'interpretazione magistrale; anche Hugh Jackman è perfetto nel ruolo del padre disperato e dimostra di saperci fare anche nel campo drammatico e non soltanto nell'action. Poi il titolo, mai più azzeccato: tutti i protagonisti (metaforicamente o realmente) sono prigionieri e si è condotti a riflettere sul libero arbitrio e fino a quanto una persona è disposta a spingersi per perorare la propria causa. Secondo me, l'unica nota meno positiva è la colonna sonora, leggermente ripetitiva. Voto 10/10.
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sands
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giovedì 7 novembre 2013
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buon film!
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Non dirò molto su questo film. Godibile, con una buona durata che promette comunque di non stancare mai. Ottima recitazione per due attori che comunque apprezzo molto. Per quanto riguarda la trama secondo me niente di che, comunque ben costruita e con un finale soddisfacente. Buon film!
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_oldboy_
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sabato 26 ottobre 2013
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teso, profondo e complesso. uno dei film dell'anno
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Prisoners è senza dubbio tra i migliori film usciti quest'anno. Lo è perchè propone un'infinita serie di temi già affrontati da migliaia di film con un intelligenza spiccata, senza mai semplificare nulla. Uno dei maggiori pregi del film è sicuramente il ritmo. Due ore e mezza (che passano come un fulmine) di pura suspance e tensione, che inchiodano lo spettatore sulla poltrona. Imprevedibile e magistrale la trama, di cui tutto si può dire tranne che non riservi sorprese. Alcune scene sono veramente durissime da vedere (come la tortura a sangue di un uomo con un ritardo mentale, una sequenza disturbante e impossibile da dimenticare che ti resta adosso per molto tempo) e ti fanno quasi venire voglia di uscire dalla sala.
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Prisoners è senza dubbio tra i migliori film usciti quest'anno. Lo è perchè propone un'infinita serie di temi già affrontati da migliaia di film con un intelligenza spiccata, senza mai semplificare nulla. Uno dei maggiori pregi del film è sicuramente il ritmo. Due ore e mezza (che passano come un fulmine) di pura suspance e tensione, che inchiodano lo spettatore sulla poltrona. Imprevedibile e magistrale la trama, di cui tutto si può dire tranne che non riservi sorprese. Alcune scene sono veramente durissime da vedere (come la tortura a sangue di un uomo con un ritardo mentale, una sequenza disturbante e impossibile da dimenticare che ti resta adosso per molto tempo) e ti fanno quasi venire voglia di uscire dalla sala. Acutissima la costruzione delle psicologie dai personaggi. Persone prigioniere di loro stesse, mai totalmente buone ma mai nemmeno totalmente cattive, che vengono semplicemente portate ad azioni disperate perchè sono in situazioni disperate (emblematico in questo senso il personaggio di Hugh Jackman, che potrebbe vincere l'oscar). Una pellicola in cui il bene e il male non sono mai separati, ma un tutt'uno, in una storia di violenze e vendette. A fine film si ha molto su cui riflettere, perchè il film affronta (talvolta forse involontariamente) un infinità di temi. Il cast (stellare) ha fatto un lavoro magistrale, tanto quanto lo sceneggiatore e il regista. Ci rivediamo agli oscar, prisoners, qualcuno te lo meriti.
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iankenobi
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mercoledì 23 ottobre 2013
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finalmente il nuovo villeneuve
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Dimentichiamo i colori del medioriente,del precedente film del regista canadese(la donna che canta),per immergerci questa volta in una cupa provincia americana in cui prede e predatori finiscono per mischiarsi.
Due bambine scompaiono e subito i sospetti vengono indirizzati verso il proprietario di un camper sul quale le bambine erano state viste giocare.
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Dimentichiamo i colori del medioriente,del precedente film del regista canadese(la donna che canta),per immergerci questa volta in una cupa provincia americana in cui prede e predatori finiscono per mischiarsi.
Due bambine scompaiono e subito i sospetti vengono indirizzati verso il proprietario di un camper sul quale le bambine erano state viste giocare.
Purtroppo la polizia si rende subito conto che il sospetto e' un ragazzo con un quoziente intellettivo inferiore alla media e anche per mancanza di prove e' costretto a lasciarlo andare.
Da li' il padre di una delle vittime,uno hugh jackman finalmente all'altezza di un grande ruolo drammatico,comincia una lotta,spesso personale sia contro il sospetto che contro l'ispettore della polizia,interpretato da jake gyllenhal nel ruolo piu' convenzionale dell'agente impavido ligio al dovere.
Ci ritroviamo a questo punto in un thriller,forse un po' lungo, su quello che e' giusto moralmente e quello che anche se animato da buoni propositi,non lo e'.
Un film cupo dove ad un certo punto non si sa' da che parte stare, su cui oltre ad un padre convinto di essere il solo depositario della verita' troviamo figure minori altrettanto interessanti come il padre della seconda bambina che non vuole spingersi oltre le regole di una morale consolidata ma lo' fa' per non apparire debole soprattutto nei confronti della moglie che celatamente lo ritiene n codardo.
Un film che non puo' prescindere dalla realta' americana piu' recente,il mostro di cleveland ad esempio,per raccontarci che spesso i mostri sono dietro la porta del nostro vicino e spessso con volti rassicuranti.
Finale spiazzante e duplice a voi la scelta.............................
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iankenobi
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venerdì 18 ottobre 2013
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finalmente il nuovo villeneuve
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Dimentichiamo i colori e i sapori del medioriente,del precedente film del regista canadese(la donna che canta),per immergerci questa volta in una cupa provincia americana in cui prede e predatori finiscono per mischiarsi.
Due bambine scompaiono e subito i sospetti vengono indirizzati verso il proprietario di un camper sul quale le bambine erano state viste giocare.
Purtroppo la polizia si rende subito conto che il sospetto e' un ragazzo con un quoziente intelletivo inferiore e anche per mancanza di prove e' costretto a lasciarlo andare.
Da li' il padre di una delle vittime,uno hugh jackman finalmente all'altezza di un grande ruolo drammatico,comincia una lotta,spesso personale sia contro il sospetto che contro l'ispettore della polizia,interpretato da jake gyllenhal nel ruolo piu' convenzionale dell'agente impavido ligio al dovere.
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Dimentichiamo i colori e i sapori del medioriente,del precedente film del regista canadese(la donna che canta),per immergerci questa volta in una cupa provincia americana in cui prede e predatori finiscono per mischiarsi.
Due bambine scompaiono e subito i sospetti vengono indirizzati verso il proprietario di un camper sul quale le bambine erano state viste giocare.
Purtroppo la polizia si rende subito conto che il sospetto e' un ragazzo con un quoziente intelletivo inferiore e anche per mancanza di prove e' costretto a lasciarlo andare.
Da li' il padre di una delle vittime,uno hugh jackman finalmente all'altezza di un grande ruolo drammatico,comincia una lotta,spesso personale sia contro il sospetto che contro l'ispettore della polizia,interpretato da jake gyllenhal nel ruolo piu' convenzionale dell'agente impavido ligio al dovere.
Ci ritroviamo a questo punto in un thriller,forse un po' lungo, su quello che e' giusto moralmente e quello che anche se animato da buoni propositi,non lo e'.
Un film cupo dove ad un certo punto non si sa' da che parte stare, su cui oltre ad un padre convinto di essere il solo depositario della verita' troviamo figure minori altrettanto interessanti come il padre della seconda bambina che non vuole spingersi oltre le regole di una morale consolidata ma lo' fa' per non apparire debole soprattutto nei confronti della moglie che celatamente lo ritiene n codardo.
Un film che non puo' prescindere dalla realta' americana piu' recente,il mostro di cleveland ad esmpio,per raccontarci che spesso i mostri sono dietro la porta del nostro vicino e spessso con volti rassicuranti.
Finale spiazzante e duplice a voi la scelta.............................
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