Prisoners |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard.
continua»
Titolo originale Prisoners.
Drammatico,
durata 153 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 7 novembre 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
Prisoners
valutazione media:
3,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ignobile squallore dell'animadi hollyver07Feedback: 11360 | altri commenti e recensioni di hollyver07 |
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martedì 12 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ciao. Film drammatico/thriller che racconta le squallide vicende connesse alla scomparsa di due bimbe. Il fatto narrato, avviene nell'ambito di una semplice ed amena comunità provinciale americana, coinvolgendo persone comuni che saranno drammaticamente stravolte dall'evento e dalle sue terribili conseguenze. L'ambientazione ed il contesto dell'azione si svolgono all'insegna di angoscia e tensione, ulteriormente accentuate dalla plumbea e sapiente fotografia di Roger Deakins (anche "A beautiful mind" - "The village" - "Le ali della libertà"). La regìa di Denis Villeneuve è chiaramente attratta ed orientata a stigmatizzare le due figure attoriali cardini della storia, Keller Dover (Hugh Jackman - il padre di Anna - disperatamente, rabbiosamente determinato) ed il detective Loki (Jake Gyllenhaal - interprete molto intonato al ruolo, capace di una notevole mimica espressiva). Le altre caratterizzazioni, compresa l'identificazione del male/distorsione (con un errore di cast quasi assurdo...) non sono parimenti accurate apparendo, in tutto il film, poco più che abbozzate (in merito vedasi i ruoli delle due rispettive famiglie ed il loro effettivo "peso" scenico). Il vero pregio del regista è quello di mantenere una sorta di distorsione percettiva degli eventi che sollecitano gli stato di relativa angoscia ed attesa di uno spettatore. Questo... è avvenuto (almeno) in buona parte del film, grazie anche ad un montaggio delle scene molto misurato, compassato, per nulla votato a deviare dal percorso prestabilito. In termini di sceneggiatura, sono più evidenti delle sostanziali pecche narrative, in particolar modo nella parte finale della storia; non mi è sembrata pienamente consona allo sviluppo degli eventi precedenti - Eviterò d'approffondire perchè dovrei giustificare troppi Spoiler -. Voce a parte nell'ambito del film sono le considerazioni etico-morali che si possono trarre dallo stesso. Una di queste la collego alla legittimità/liceità, oppure no, di azioni legate alla disperazione di Keller. In questo caso, sono vagamente indeciso nel definire un onesto giudizio, visto che se fosse una cosa personale... umanamente credo avrei severe difficoltà a non giustificare un mio simile comportamento. D'altro canto, questo film crea un ambiguo correre sul filo del rasoio che (presumibilmente) nella realtà d'origine (forse anche da noi) avrebbe una quasi certa ed univoca logica di sviluppo: "sei nel giusto ed hai il diritto di fare...!". Francamente, è una contrapposizione tra azioni le quali, indifferentemente legittime o illegittime esse siano, si sviluppano affette da plumbei contorni e finalizzate in esiti per i quali, raramente, si ottiene la legittima sensazione di equo assolvimento. Esaurite simili considerazioni, giusto o sbagliato che sia, la pellicola chiaramente propende, in parte assolve, il brutale comportamento di chi ha subito il torto (indipendentemente da quale sia la verità). Detta impressione personale ha parzialmente inficiato il mio gradimento nei confronti del film. Passando al cast, del quale ho già accennato le differenze di rilievo registico, poste tra i due attori principali e gli altri caratteristi, mi sento d'affermare che Jackman e Gyllenhaal (insieme) non siano una coppia affiatata. Vero che i ruoli erano quasi contrapposti ma, sopratutto nella scena girata in auto, entrambi appaiono impegnati a recitare in film diversi (una sorta di diatopia linguistica). Ad ogni buon conto, dei due attori, la caratterizzazione più convincente mi è sembrata quella fornita da Gyllenhaal. Jackman, si...! Bravo quando disperato e furibondo ma incompleto nel manifestare le dilanianti emozioni che possono avvolgerci in simili situazioni (e non è una questione di sole lacrime...). In definitiva, ho avuto modo d'apprezzare un film, intenso, angoscioso, adeguatamente interpretato ma non privo di difetti... magari più "etici" che in termini di forma espressiva e sostanza. Un "3,5" stelle sarebbe più corretto ma mezzo punto in più lo regalo per l'eccellente fotografia. Per quanto inutile sia un mio suggerimento, mi sento di consigliarne la visione, gustandosi sopratutto le ottime sfumature interpretative proposte da Jake. Saluti e buona visione
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