antonio montefalcone
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venerdì 12 aprile 2013
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non cade nell’oblio il nostro passato…
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E se quel che pensiamo essere la verità su noi e sulle cose in realtà non sia così? E’ questa l’angoscia vissuta dal protagonista di questa pellicola, Jack Harper, astronauta che preserva le ultime risorse vitali di un mondo post-apocalittico contaminato. “Oblivion”, tratto da una graphic novel (della quale mantiene l’aspetto grafico) e a sua volta da un racconto di poche pagine scritto dallo stesso regista, è una coinvolgente e immaginifica rappresentazione della ricerca della verità e al tempo stesso della salvezza dell’umanità, o di ciò che ne rimane dopo la guerra degli umani contro gli alieni. Questa spinta alla ricerca, fatta attraverso la curiosità per il vecchio e la novità, o mediante i ricordi rimasti dopo la cancellazione della memoria, o la lettura dei libri, o la speranza offerta da rifugi terrestri ancora verdi e incontaminati, da parte di Jack (una sorta di Wall•E umano), è dettata dal rispetto per ciò che è perduto e dalla convinzione che in qualche modo tutto o parte di esso possa essere ancora recuperabile, anche sotto altre forme o punti di vista (vedi l’individualità dei cloni pari alla persona originaria; l’identità del modello originale che rivive nei cloni grazie alla forza di ricordi incancellabili – perché intensi e legati all’amore).
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E se quel che pensiamo essere la verità su noi e sulle cose in realtà non sia così? E’ questa l’angoscia vissuta dal protagonista di questa pellicola, Jack Harper, astronauta che preserva le ultime risorse vitali di un mondo post-apocalittico contaminato. “Oblivion”, tratto da una graphic novel (della quale mantiene l’aspetto grafico) e a sua volta da un racconto di poche pagine scritto dallo stesso regista, è una coinvolgente e immaginifica rappresentazione della ricerca della verità e al tempo stesso della salvezza dell’umanità, o di ciò che ne rimane dopo la guerra degli umani contro gli alieni. Questa spinta alla ricerca, fatta attraverso la curiosità per il vecchio e la novità, o mediante i ricordi rimasti dopo la cancellazione della memoria, o la lettura dei libri, o la speranza offerta da rifugi terrestri ancora verdi e incontaminati, da parte di Jack (una sorta di Wall•E umano), è dettata dal rispetto per ciò che è perduto e dalla convinzione che in qualche modo tutto o parte di esso possa essere ancora recuperabile, anche sotto altre forme o punti di vista (vedi l’individualità dei cloni pari alla persona originaria; l’identità del modello originale che rivive nei cloni grazie alla forza di ricordi incancellabili – perché intensi e legati all’amore). Per questo la scoperta inquietante della verità da parte di Jack e il capovolgimento di tutto ciò che credeva di sapere sul suo mondo, sulla sua missione e su se stesso, è subito accettata, pur nella loro drammaticità, per lasciar posto all’inevitabile rapporto con la nuova realtà delle cose da affrontare e che hanno in gioco la salvezza dell’umanità. Questo percorso di maturità farà nascere in Jack un senso dell'eroismo e del sacrificio che non immaginava di avere. Anche l’opera si muove in quest’ottica, e mettendo in crisi di volta in volta certezze e aspettative dello spettatore, rimescola le carte in tavola, attraverso nuove entrate, rivelazioni e colpi di scena. Il film, visivamente spettacolare, è girato con una sorprendente risoluzione digitale 4K. La prima parte intriga per l’atmosfera sospesa, e per il fascino suggestivo dell’ambientazione futuristica e post-atomica. La seconda parte è più romantica, tesa e adrenalinica, soprattutto verso il finale. La regia ama la maestosità mozzafiato di cieli, paesaggi e location ultra tecnologiche o devastate. Musica epica, ritmo spedito e straordinari effetti speciali arricchiscono questo quadro estetico. Persino gli attori danno un efficace contributo e in certe scene, eroiche o sentimentali, riescono ad emozionare. Non tutto però è riuscito: la storia anche se funziona, pecca di schematismi e limiti, ed è troppo legata al solito immaginario letterario-cinematografico contemporaneo. Soffocano gli eccessivi omaggi e citazioni a film come “Moon”, “Fahrenheit 451”, “Blade Runner”, o i rimandi a “Il Pianeta delle scimmie”, “Mad Max”, Kubrick, Dick. Ma se ci si lascia semplicemente trasportare dall’avvincente storia e dalle sensazioni che evoca, vi si troverà il piacere del puro intrattenimento e qualche suo aspetto interessante, come il suggestivo contrasto tra l’oblio e la memoria, la nostalgia malinconica del ricordo di un bel passato e lo speranzoso avverarsi di un sogno, l’amaro dispiacere di ciò che si è perso e il fiducioso desiderio di un suo possibile ritorno o recupero... Perché in fondo il vero messaggio del film è qui, nella lotta per un futuro e un’umanità migliore, e soprattutto, nella fede in un destino e in un’utopia...
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monica rosati
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mercoledì 24 aprile 2013
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oblivion, un capolavoro! tom cruise non delude mai
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Settimana scorsa sono andata al cinema a vedere il film “Oblivion” (il regista è Joseph Kosinski, lo stesso che ha diretto “Tron Legacy”) e, che dire, sono rimasta senza parole dalla sua profonda bellezza. E’ qualcosa di diverso dal solito, ma soprattutto qualcosa che non ti aspetti. Un film che mescola fantascienza e romanticismo. Un film che riesce a stupirti ad ogni attimo. Che riesce a cancellare ogni tua aspettativa. Un film per cui solo alla fine riesci a tirare un respiro di sollievo e a collegare tutto ciò che avevi visto nelle scene precedenti. Un finale che ti fa comprendere l’intero film. Un finale per il quale anche qualche lacrima può scendere dal proprio volto, lasciando però poi spazio ad un grande sorriso, grazie alla conclusione inaspettata.
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Settimana scorsa sono andata al cinema a vedere il film “Oblivion” (il regista è Joseph Kosinski, lo stesso che ha diretto “Tron Legacy”) e, che dire, sono rimasta senza parole dalla sua profonda bellezza. E’ qualcosa di diverso dal solito, ma soprattutto qualcosa che non ti aspetti. Un film che mescola fantascienza e romanticismo. Un film che riesce a stupirti ad ogni attimo. Che riesce a cancellare ogni tua aspettativa. Un film per cui solo alla fine riesci a tirare un respiro di sollievo e a collegare tutto ciò che avevi visto nelle scene precedenti. Un finale che ti fa comprendere l’intero film. Un finale per il quale anche qualche lacrima può scendere dal proprio volto, lasciando però poi spazio ad un grande sorriso, grazie alla conclusione inaspettata.
L’interpretazione di Tom Cruise è eccezionale. Si deve proprio ammettere che non sbaglia mai. Infatti i ricordi trasportano la mente ad uno dei suoi precedenti film, dove ha avuto un’altra esperienza con gli alieni, ossia “La Guerra dei Mondi”. La sua bravura è veramente spettacolare come in quell’occasione.
Un tocco particolare al film viene lasciato dall’attore Morgan Freeman, anche lui, pur avendo una piccola (ma importante) parte nel film, è stato formidabile.
Infine le due stupende attrici, ossia Olga Kurylenko, già vista al fianco dell’agente 007 in “Quantum Of Solace” e la poco conosciuta Andrea Riseborough, fanno da cornice a questo meraviglioso film.
Tutto inizia attraverso la spiegazione di quanto è avvenuto sulla Terra. Siamo nell’anno 2077. Sessant’anni fa il nostro pianeta è stato il campo di battaglia di una guerra nucleare contro una razza aliena chiamata Scavengers che voleva invadere la Terra. Questo scontro è stato vinto dagli umani ma la Terra è stata completamente devastata. Anche la Luna è stata distrutta (l’immagine di questo satellite fatto a pezzi nel cielo è spettacolare, veramente realistica), generando così notevoli cambiamenti climatici.
L’umanità è pertanto costretta a lasciare la Terra per dirigersi verso il pianeta Titano. L’esodo è possibile grazie a dei macchinari che estrapolano le risorse naturali (in particolare l’acqua che viene risucchiata da gigantesche macchine) per poter generare vita su quest’altro pianeta.
Sulla Terra sono rimasti soltanto Jack Harper (Tom Cruise), ex marine riconosciuto con il numero 49, e la sua partner Victoria (Andrea Riseborough), che vivono in una casa sospesa oltre le nuvole. L’abitazione è anche la loro base per le spedizioni di riparazione dei Droni, ossia piccoli robot che hanno aiutato l’umanità a sconfiggere gli alieni e che tuttora proteggono la zona da eventuali attacchi. Victoria segue le spedizioni attraverso apparecchiature super tecnologiche, mentre Jack, che si autodefinisce “lo spazzino”, ripulisce la zona e ripara le macchine. Il tutto viene comunicato alle autorità presenti sul Tet, ossia una specie di colonia spaziale dalle sembianze di una piramide, che gira intorno alla Terra e che contiene tutti gli umani che non si sono ancora recati sul pianeta Titano. Il Tet è gestito da Sally, che segue tutto via monitor e che impartisce ordini a Jack e Victoria, i quali stanno eseguendo gli ultimi compiti prima di abbandonare definitivamente la Terra.
Jack ultimamente è tormentato da sogni riguardanti New York prima dell’invasione aliena, e in questi flashback è sempre presente una donna misteriosa. Inoltre è convinto che la Terra non sia un pianeta da abbandonare perché infatti conosce un luogo dove tutto sembra essere rimasto intatto. La terra è fertile intorno ad un piccolo laghetto e proprio lì Jack ha costruito una casa di legno, dove si ritira per pensare e rilassarsi, ma anche per collezionare oggetti del passato.
Diversamente, Victoria non vuol sentire parlare di ricordi (esordisce infatti con la frase "Ricordare non è nostro compito, l'hai dimenticato?") e vuole solamente abbandonare il pianeta per dirigersi su Titano.
E’ proprio durante uno dei suoi momenti di relax che Jack vede precipitare dal cielo un oggetto spaziale e si reca immediatamente sul luogo per investigare. Laggiù trova alcuni esseri umani rinchiusi in capsule di ibernazione, fra cui la donna misteriosa presente nei suoi sogni. Mentre i Droni, senza alcuna spiegazione, sparano sugli umani, Jack riesce a salvare la donna, di nome Julia (Olga Kurylenko), e la porta con sé nell’abitazione protetta, nonostante la disapprovazione di Victoria.
Il giorno seguente Jack e Julia vanno a recuperare la scatola nera presente nell’astronave precipitata per poter comprendere cosa è successo, ma vengono rapiti dagli Scavengers.
A questo punto (uno dei momenti più belli del film) Jack scopre che in realtà gli Scavengers non sono altro che esseri umani sopravvissuti con a capo Malcom Beech (Morgan Freeman), un ex marine.
Tutto ciò in cui Jack credeva viene completamente distrutto. Egli infatti viene a conoscenza della sua vera storia: era un’astronauta catturato nel 2017 dagli alieni durante una missione esplorativa sul pianeta Titano (secondo gli ordini, dovevano verificare un oggetto alieno presente nello spazio, che poi si rilevò essere il Tet stesso). Gli alieni clonarono Jack creando un enorme esercito con il quale invasero la Terra.
Nonostante il suo sgomento, viene anche informato del piano di Malcom Beech di distruggere il vero nemico, ossia il Tet (la torre di controllo degli alieni), inviando un Drone carico di esplosivo, perché serve proprio l’aiuto di Jack in quanto queste macchine rispondono solo ad un suo comando vocale. Jack però rifiuta e viene lasciato andare insieme a Julia. Tuttavia Malcom non si arrende e gli consiglia di recarsi in una zona contaminata, dove a Jack è proibito entrare causa radiazioni, per capire cosa sta realmente accadendo.
Da questo punto il film è caratterizzato da continui colpi di scena, che fanno crescere la suspanse e la voglia di conoscere la verità. Il personaggio di Jack cresce, capisce sempre più a fondo di aver vissuto nella menzogna, ma riesce a raggiungere i suoi ricordi più profondi e soprattutto a comprendere qual è il suo compito adesso che conosce la vera storia.
Il finale porta con sé una miriade di sentimenti contrastanti. Tristezza per la perdita, felicità per la vittoria. Ma anche lacrime per il grande amore perduto, e sorrisi per la speranza ritrovata.
Il tutto accompagnato da stupende immagini con bellissimi effetti speciali (meravigliosa è l’immagine del tetraedro alieno che si autodefinisce a Jack come “il suo Dio” e anche la vista di migliaia di cloni di Jack e Victoria) e un’eccezionale colonna sonora (i musicisti M83).
Il mio consiglio è pertanto quello di andare al cinema a vedere questo capolavoro. Perché Tom Cruise rimane uno dei migliori attori in circolazione…e anche questa volta, riesce a non deluderci!
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 13 aprile 2013
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un capolavoro unico nel suo genere
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Generalmente un film con aspettative molto alte, come “Oblivion” che giunge nelle sale con un battage pubblicitario notevole, spesso si rivela inferiore alle attese, oppure se è veramente un bel film, al limite, conferma le attese. Questo non è il caso di “Oblivion” che non solo conferma le attese ma addirittura le supera.
Siamo infatti, in presenza di un vero e proprio capolavoro della fantascienza: un film del genere come non se ne vedevano pochi da anni.
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Generalmente un film con aspettative molto alte, come “Oblivion” che giunge nelle sale con un battage pubblicitario notevole, spesso si rivela inferiore alle attese, oppure se è veramente un bel film, al limite, conferma le attese. Questo non è il caso di “Oblivion” che non solo conferma le attese ma addirittura le supera.
Siamo infatti, in presenza di un vero e proprio capolavoro della fantascienza: un film del genere come non se ne vedevano pochi da anni.
Chi segue le mie recensioni di giornalista sa che non mi sbilancio quasi mai in giudizi esaltanti, soprattutto in film fantasy o di fantascienza che è il genere dove siamo più critici, ma Oblivion li merita tutti: dal primo all’ultimo.
Il regista Joseph Kosinski (Tron Legacy) ha creato un’opera unica nel suo genere che raccoglie alcuni grandi temi della fantascienza come la Terra ormai distrutta, i pochi sopravissuti, le astronavi, le macchine, una storia d’amore e poi altri temi che vengono sviluppati nel corso del film che non possiamo anticiparvi per non pregiudicare il giusto di apprezzare un po’ alla volta ogni scena. Uno dei maggiori pregi è che un terzo del film si basa esclusivamente sulla recitazione di due attori: Tom Cruise ed Andrea Riseborough (Edward e Wallis, Non lasciarmi) e per un altro terzo gli attori diventano sono soltanto tre con l’aggiunta di Olga Kurylenko (7 psicopatici, Max Payne e Quantum of Solace) e soltanto alla fine in scena si presentano altre persone, quindi la trama deve sicuramente essere molto interessante per reggere sulla presenza di così poche persone sulla scena e così è.
Altro aspetto non di poco conto sono gli stupendi paesaggi con molte scene girate in Islanda fra cui una epica con Tom Cruise seduto sul crinale di un precipizio. E’ tutto vero: Cruise si trovava veramente in quel luogo, ovviamente legato con un cavo di acciaio, dietro la schiena, per la sua sicurezza, che nelle scene ovviamente è stato cancellato
Spettacolari anche alcune scene con “tracce” di News York sommersa dalla terra, la discesa in un’antica biblioteca ed i continui flash back in bianco e nero, oltre all’idea - geniale – di fissare la base dei due operatori (Cruise e Riseboroug) sopra le nuvole
Una menzione particolare merita il regista, Joseph Kosinski, autore anche della storia, molto bella e soprattutto originale, dove spiccano diversi contrasti: la Terra semidistrutta, un angolo incontaminato e le moderne astronavi: geniale la dinamica di movimento di quella utilizzata da Cruise.
Ho lasciato per ultima la recitazione del protagonista, Tom Cruise: il film sembra fatto apposta per lui e gli calza a pennello. Per alcuni tratti ci è sembrato di rivedere il Cruise di Minority Report: agile, scattante, ma anche pensieroso, insomma perfetto nella parte.
Gli amanti della fantascienza (ma non soltanto loro) non possono perdersi questo incredibile film, bello in tutto e spettacolare. Un pietra miliare del genere.
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bennick
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domenica 21 aprile 2013
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un signor film
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Premessa: il film, pur non esagerando nella pubblicità di lancio o nel trailer, sebbene giustamente atteso, ha superato nettamente le aspettative. Non è il classico film fantascientifico tutto effetti speciali con una trama scontata e scialba. Al contrario, il film riesce a coniugare effetti speciali realistici e per nulla invasivi(come nel caso di Avatar per intenderci, dove gli effetti speciali arrivarono quasi ad assuefarmi), e sono tutto sommato verosimili, come i droni, la casa, la moto e la navicella che ricordano molto lo stile minimal degli ultimi smartphone, computer e prototipi di auto e moto interconnessi con la rete e la strada che li circonda. Persino il pannello di controllo dell'abitazione dove lavora Vika, compagna di Jacke, ricorda molto i nostri tablet e smartphone, dando l'idea di un futuro prossimo, o di un presente che, è pur vero, è ormai fantascientifico! Basti pensare a film come "blade runner" le cui tecnologie erano fantascientifiche per allora, ma per noi sono solo obsolete.
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Premessa: il film, pur non esagerando nella pubblicità di lancio o nel trailer, sebbene giustamente atteso, ha superato nettamente le aspettative. Non è il classico film fantascientifico tutto effetti speciali con una trama scontata e scialba. Al contrario, il film riesce a coniugare effetti speciali realistici e per nulla invasivi(come nel caso di Avatar per intenderci, dove gli effetti speciali arrivarono quasi ad assuefarmi), e sono tutto sommato verosimili, come i droni, la casa, la moto e la navicella che ricordano molto lo stile minimal degli ultimi smartphone, computer e prototipi di auto e moto interconnessi con la rete e la strada che li circonda. Persino il pannello di controllo dell'abitazione dove lavora Vika, compagna di Jacke, ricorda molto i nostri tablet e smartphone, dando l'idea di un futuro prossimo, o di un presente che, è pur vero, è ormai fantascientifico! Basti pensare a film come "blade runner" le cui tecnologie erano fantascientifiche per allora, ma per noi sono solo obsolete.
d'altronde parliamo del 2077 e la vicenda comincia ben prima: nel 2017, che non è troppo lontano da noi dopo tutto ;-). insomma l'idea che dà il film è di un futuro a portata di mano.
Passando agli altri aspetti del film: la trama è semplice ma imprevedibile ed avvincente, con il capovolgimento finale che crea straniamento nel protagonista come nello spettatore, che facilmente si identifica con Jacke vista la sua curiosità per il passato e il suo rapporto così stretto con il nostro tempo (vedi il cappellino NY o i Raiban). Lo spettatore non è lasciato a sè stesso ma è gradualmente guidato nell'accettare il cambiamento della realtà che gli si presenta, e questo è lodevole, non si rimane scioccati, ma si prende atto della dura realtà, e questo fa pensare parecchio :-)
Altro film che mi era piaciuto molto e che avevo trovato interessante era "Inception", la cui trama e i cui effetti speciali sono estremamente coinvolgenti e anche i questo caso per nulla invasivi e verosimili, ma in Inception si sperimenta l'abbandono dello spettatore a sè stesso, a un certo punto si dovrebbe fermare il film e farsi uno schema per capire tutti i passaggi, in Oblivion la questione è diversa.
Il minale non è per nulla deludente, anche se, lo ammetto, a un certo punto del film ho temuto che fosse un finale aperto dove è lo spettatore con la sua immaginazione, ad essere costretto a finire l'opera del regista(come invece avviene in "Inception" per intenderci)
che dire, i soldi del biglietto sono stati proprio ben spesi!
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daf_ma
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lunedì 15 aprile 2013
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festa visiva ma prevale il déjà vu
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Siamo in un post-apocalittico 2077. Gli alieni (gli Scavenger) hanno invaso la Terra distruggendo la Luna e scatenando una guerra nucleare che ha reso il pianeta inabitabile, ma sono stati sconfitti. Jack Harper (Tom Cruise) e la sua collega/compagna Victoria ‘Vicca’ Olsen (Andrea Riseborough) sono gli ultimi umani ad abitare il pianeta. Lo scopo di questa ‘squadra efficiente’, che risponde agli ordini di Sally sul Tet (piramidale colonia spaziale), è quello di garantire l’integrità dei Droni e raccogliere l’energia necessaria per la sopravvivenza degli umani superstiti su Titano. Tale missione, osteggiata dai pochi Scavenger ancora rimasti, sta per volgere al termine con la tanto agognata partenza per Titano.
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Siamo in un post-apocalittico 2077. Gli alieni (gli Scavenger) hanno invaso la Terra distruggendo la Luna e scatenando una guerra nucleare che ha reso il pianeta inabitabile, ma sono stati sconfitti. Jack Harper (Tom Cruise) e la sua collega/compagna Victoria ‘Vicca’ Olsen (Andrea Riseborough) sono gli ultimi umani ad abitare il pianeta. Lo scopo di questa ‘squadra efficiente’, che risponde agli ordini di Sally sul Tet (piramidale colonia spaziale), è quello di garantire l’integrità dei Droni e raccogliere l’energia necessaria per la sopravvivenza degli umani superstiti su Titano. Tale missione, osteggiata dai pochi Scavenger ancora rimasti, sta per volgere al termine con la tanto agognata partenza per Titano. Jack è tuttavia tormentato da alcuni sogni che lo vedono in compagnia di una donna misteriosa in una New York pre-invasione, e dall’idea che il pianeta non sia pericoloso ed inospitale così come Sally vuole fargli credere. Ha inoltre costruito una capanna vicino ad un lago dove si rilassa con dischi e libri del passato. L’equilibrio della coppia viene definitivamente perturbato dall’improvvisa precipitazione di una astronave con a bordo esseri umani ibernati. Jack, recatosi sul posto contro la volontà di Sally, scopre che i Droni riconoscono come minacce questi uomini e distruggono le celle di ibernazione con gli uomini al loro interno. Jack riesce ad impedire la distruzione di una sola cella, quella contenente la misteriosa donna dei suoi sogni…
Il soggetto di Joseph Kosinski (già regista dello sperimentale ma non avvincente Tron-Legacy) è ambizioso. A dimostrarlo ci sono anche i 120 milioni di dollari di budget. Kosinski disegna le caratteristiche del protagonista basandosi su quelle dei personaggi già interpretati da Cruise. A rendere il peso del cast ancor più imponente ci pensa l’eterno Morgan Freeman. Insomma, gli ingredienti per fare di Oblivion un successo ci sarebbero tutti, se non fosse per quella sensazione di Déjà vu che non abbandona mai lo spettatore e gli scarsi spunti di originalità, sia nella sostanza che nella struttura del lavoro.
Jack Harper finisce, quindi, per diventare una sorta di Ethan Hunt post-apocalittico, tormentato dai flashback del passato. Passato in compagnia della bella Olga Kurylenko (la bond girl di Quantum of Solace). Jack Harper (come Wall-E, uno dei protagonisti dei film d’animazione firmati Disney), ripara macchinari e raccoglie i resti della nostra civiltà per ricostruire “dalle macerie” un angolo di pace, un rifugio che aiuta a mantener vivi i ricordi e con essi la speranza di un cambiamento. Il film merita comunque l’attenzione dello spettatore fino ai minuti conclusivi scanditi dal finale che, neanche a dirlo, ti aspetti.
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ultimo inquisitore
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mercoledì 17 aprile 2013
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gli eroi classici non possono morire
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Bisogna dirlo subito per placare anime in pena e fissati del genere che non apprezzano i ripescaggi:continue citazioni, da 2001 (1968) a Wall-E (2008), da Moon (2009) fino a Prometheus (2012). Il regista Joseph Losinski, qui alla sua seconda opera dopo il mezzo flop Tron: Legacy (2010), vola letteralmente sul nostro mondo per inquietare e affascinare lo spettatore di fronte a uno scenario più primordiale che apocalittico. Un mondo dove l'uomo è davvero piccolo, assente, estraneo e pare che finalmente la Terra possa respirare. Kosinski riesce a portare sullo schermo il progetto di una graphic novel da lui ideata anni prima, poi presa in mano da Tom Cruise che ha deciso di produrre e interpretarne la spina dorsale del progetto: il suo personaggio è puro, semplice, ma non privo di valori.
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Bisogna dirlo subito per placare anime in pena e fissati del genere che non apprezzano i ripescaggi:continue citazioni, da 2001 (1968) a Wall-E (2008), da Moon (2009) fino a Prometheus (2012). Il regista Joseph Losinski, qui alla sua seconda opera dopo il mezzo flop Tron: Legacy (2010), vola letteralmente sul nostro mondo per inquietare e affascinare lo spettatore di fronte a uno scenario più primordiale che apocalittico. Un mondo dove l'uomo è davvero piccolo, assente, estraneo e pare che finalmente la Terra possa respirare. Kosinski riesce a portare sullo schermo il progetto di una graphic novel da lui ideata anni prima, poi presa in mano da Tom Cruise che ha deciso di produrre e interpretarne la spina dorsale del progetto: il suo personaggio è puro, semplice, ma non privo di valori. Forse ha più capacità di apprezzare la natura e i valori che essa ripone nell'uomo più dell'intera umanità che i terremoti e gli tsunami hanno spazzato via. I colpi di scena possono essere prevedibili ma non si vuole forzare lo stupore e il montaggio aiuta. Non un film pretenzioso, ma una riflessione su pochi personaggi che incarnano grandi valori, emozioni, speranze e fede! Immagini favolose e spettacolari. Una fotografia eccezionale. Un prodotto davvero valido. Possibilmente, finchè è in programmazione, da vedere al cinema!
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vzx83
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domenica 11 agosto 2013
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un nuovo classico della fantascienza
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La fantascienza è un genere praticato da Cruise. E qui, in Oblivion, tornano gli argomenti che aveva già sperimentato in Vannilla Sky (la memoria perduta,gli abbracci caldi di volti sconosciuti ma ricordati,in Minority Report (il controllo del sistema e la sua omicida perfezione,il misticismo)e in la War of Worlds(l’angoscia di un destino incontrollabile e l’invasione aliena.In questi ultimi anni i colossi di Hollywood sono tornati fortemente sul tema dell’invasione alternando buoni prodotti(Pacific Rim per esempio) a rimbombanti vagonate di colpi di arma da fuoco sì da intrattenimento ma poveri di lavoro di sceneggiatura(Battle:Los Angeles e Battleship su tutti.
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La fantascienza è un genere praticato da Cruise. E qui, in Oblivion, tornano gli argomenti che aveva già sperimentato in Vannilla Sky (la memoria perduta,gli abbracci caldi di volti sconosciuti ma ricordati,in Minority Report (il controllo del sistema e la sua omicida perfezione,il misticismo)e in la War of Worlds(l’angoscia di un destino incontrollabile e l’invasione aliena.In questi ultimi anni i colossi di Hollywood sono tornati fortemente sul tema dell’invasione alternando buoni prodotti(Pacific Rim per esempio) a rimbombanti vagonate di colpi di arma da fuoco sì da intrattenimento ma poveri di lavoro di sceneggiatura(Battle:Los Angeles e Battleship su tutti.Oblivion è diverso:la trama,basata su un graphic novel di successo è forte:la Terra, morta a causa di un invasione aliena,con i suoi oceani da svuotare,è l’unica risorsa energetica per gli umani superstiti che salvi sull’astronave Tet aspettano di essere trasportati su Titano.Gli incaricati della supervisione delle operazioni di prosciugamento degli oceani(Cruise e l’ottima Andrea Riseborough)sono locati sulla Terra sotto continua minaccia da parte degli alieni superstiti.Ma la realtà è diversa da quella che sembra.Come in Vanilla Sky ricordi sfuggenti appaiono nella memoria del tecnico Jack che non è capace di decifrare il significato di quelle apparizioni.Solo l’arrivo di una naufraga spaziale,che si scoprirà essere legata al protagonista da qualcosa di più del salvataggio,permetterà di spezzare la cortina della nebbia dei ricordi e scoprire un atroce verità, sino alla scontro finale fra l’uomo e l’intelligenza aliena.Il film è costruito su una trama solida ma anche gli altri aspetti del film non deludono:gli effetti speciali sono realistici,mai eccessivi o sovrastanti la narrazione,la scenografia interessante e notevole per i campi lunghi che ricordano The Book of Eli (forse ridondanti sono solo il solito Ponte di Brooklyn distrutto e una Statua della Libertà accartocciata–tenetevi lontani da questi due posti nel caso di un invasione aliena).La regia di Kosinski (che è anche l’autore del graphic novel) è ottima e riesce a coprire alcuni errori di inesperienza del precedente Tron – Legacy.Il regista in alcuni spezzoni pare omaggiare la fantascienza classica:per forma i droni di Oblivion ricordano i caccia imperiali di Star Wars,e anche un inseguimento ad alta velocità in un canyon pare ispirato a Star Wars;il nome della nave primaria di Cruise Odissey è invece un chiaro riferimento a Kubrik.I co-protagonisti non sono da meno:oltre alla già citata Riseborough (che con la sua aria perfezionista incarna l’idea dell’assoggettata al sistema)è fantastica la Kurylenko(come al solito verrebbe da dire): la sua bellezza esotica e quell’aria di irraggiungibile che la caratterizzano la rendono speciale nel ruolo dell’apparizione dal passato e Freeman non sbaglia mai un ruolo,anche quando minore.Menzione d’onore va anche a Coster-Waldau,più per la presenza scenica che per le poche battute: siamo abituati a vederlo maneggiare spadoni nel medievale Games of Thrones ma se la cava bene anche con i fucili.
FILM:7,5
ATTORI:7,5
REGIA:8
Perchè VEDERE QUESTO FILM:amate la fantascienza che non è solo cannoni-laser-battaglie spaziali,ma avete anche voglia di guardare un film che vi possa intrattenere.
Perche NON VEDERE QUESTO FILM:odio per la fantascienza.
QUANDO VEDERE QUESTO FILM:epico sabato sera con amici appassionati del genere. Patatine, pizza e birra già pronti.
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donni romani
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mercoledì 17 aprile 2013
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jack harper, un top gun nel futuro
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Compendio di fantascienza per Tom Cruise, film visivamente affascinante e ricco di colpi di scena, impregnato di trame e sottotrame che evocano autori di fantascienza importanti, sia letterari che filmici, ma che mantiene una sua originalità e una sua malinconia autentica che riescono a trovare spazio fra azione, avventura, inseguimenti e sparatorie. Siamo in futuro apocalittico, la terra ridotta ad una landa desertica dopo una guerra devastante con alieni misteriosi, gli Scavengers, che hanno distrutto la Luna provocando un irreparabile danno all'ecosistema terrestre costringendo gli umani ad emigrare su Titano, uno dei satelliti di Saturno.
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Compendio di fantascienza per Tom Cruise, film visivamente affascinante e ricco di colpi di scena, impregnato di trame e sottotrame che evocano autori di fantascienza importanti, sia letterari che filmici, ma che mantiene una sua originalità e una sua malinconia autentica che riescono a trovare spazio fra azione, avventura, inseguimenti e sparatorie. Siamo in futuro apocalittico, la terra ridotta ad una landa desertica dopo una guerra devastante con alieni misteriosi, gli Scavengers, che hanno distrutto la Luna provocando un irreparabile danno all'ecosistema terrestre costringendo gli umani ad emigrare su Titano, uno dei satelliti di Saturno. Jack Harper e la sua partner Victoria sono due controllori in missione sulla terra per effettuare la manutenzione dei droni che vigilano sul deserto terrestre per impedire agli Scavangers di distruggere le ultime risorse terrestri rimaste. Isolati nella loro torre non hanno memoria del passato ed escono solo a bordo della loro astronave. Un lavoro di routine, in attesa di tornare su Titano. Ma qualcosa lentamente sta cambiando in Jack, ricordi impossibili riaffiorano e un passato misterioso lo raggiunge nei sogni. Quando poi troverà una antica astronave terrestre con a bordo una superstite, Julia, spiragli di una verità taciuta da chi ha interesse a mantenere Jack all'oscuro emergono prepotenti e l'incontro con un gruppo di umani sopravvissuti capitanati da Malcom Beech metterà Harper di fronte ad un dilemma morale e personale: accettare la realtà come gli è stata sempre raccontata o andare alla scoperta di ciò che è nascosto nella memoria e nel passato? Non anticipiamo altro della trama perchè è complessa, labirintica e va scoperta insieme ai protagonisti con il loro stesso sconcerto e stupore, ma è evidente che i veri nemici sono ben più subdoli degli Scavangers, e che la missione finale non è impossible se entrano in gioco sentimenti ed emozioni universali ed eterni come l'amore. Paesaggi straordinari fanno da scenario a questo ritratto a tinte fosche dell'oblio del nostro passato, effetti speciali mai gratuiti ai affiancano ad ambientazioni algide e sofisticate, un dolente e struggente senso di perdita accompagna ogni gesto del cavaliere indomito Jack Harper e nel trasferire sul grande schermo una sua graphic novel Kosinski ha il buon gusto di non premere troppo sull'acceleratore del film d'azione ma di lasciare ai suoi protagonisti lunghi spazi di riflessione, malinconia, rimpianto e paura. Perfettamente a suo agio nel ruolo Tom Cruise che guida un aereo, corre in moto e trova anche un paio di occhiali stile Rayban tanto per ricordarci il suo passato da Top Gun, gigione Morgan Freeman che mai si leva gli occhiali scuri eppure gronda carisma fascino e mistero e impeccabile Melissa Leo nel ruolo di Sally, superiore di Jack in collegamento video dalla base, sorriso di ghiaccio che nasconde fin troppe verità.
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jaylee
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lunedì 22 aprile 2013
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ritorna il futuro
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In un non troppo lontano futuro, una misteriosa razza aliena, gli Scavengers, ha costretto la razza umana a nuclearizzare la Terra, e ad emigrare in massa su Titano. Sul pianeta rimangono Jack (Tom Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough), che hanno il ruolo di manutenere delle enormi idrovore utilizzate per sfruttare le ultime acque marine per ricavarne energia da portare su Titano e di difenderle dagli ultimi Scavengers rimasti. Tutto sembra procedere per il meglio fino a che un giorno atterra sul pianeta una nave, o meglio ciò che resta di una nave spaziale, che contiene alcuni esseri umani: solo una donna si salverá, Julia (Olga Kurylenko), che condurrá Jack alla scoperta di incredibili segreti, nascosti nel pianeta, ma soprattutto dentro se stesso.
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In un non troppo lontano futuro, una misteriosa razza aliena, gli Scavengers, ha costretto la razza umana a nuclearizzare la Terra, e ad emigrare in massa su Titano. Sul pianeta rimangono Jack (Tom Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough), che hanno il ruolo di manutenere delle enormi idrovore utilizzate per sfruttare le ultime acque marine per ricavarne energia da portare su Titano e di difenderle dagli ultimi Scavengers rimasti. Tutto sembra procedere per il meglio fino a che un giorno atterra sul pianeta una nave, o meglio ciò che resta di una nave spaziale, che contiene alcuni esseri umani: solo una donna si salverá, Julia (Olga Kurylenko), che condurrá Jack alla scoperta di incredibili segreti, nascosti nel pianeta, ma soprattutto dentro se stesso.
Oblivion appare subito un kolossal sia nelle impressionanti ambientazioni, che nel design dellla tecnologia, davvero di grande impatto e fondamentalmente presenta due parti organiche: la prima è un vero e proprio thriller fantascientifico, dove lo spettatore scopre insieme a Jack cosa è realmente successo e cosa sta succedendo, con un capovolgimento della realtá iniziale decisamente coinvolgente; la seconda parte è invece una saga spaziale piena di azione sicuramente più nei canoni di Star Trek o Guerre Stellari.
Sono molte le influenze rilevabili nel film: se la tecnologia ed il design visivo molto devono al giá citato Guerre Stellari (compreso un inseguimento in un canyon che sicuramente suonerà qualche campanello), il mood generale attinge più ad un genere più introspettivo e metaforico, il Solaris di Soderbergh e 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick ( le scene iniziali mentre Jack e Victoria si allenano, ma anche la Sally della stazione orbitante Tet che ricorda, soprattutto alla fine, l'ineffabile Hal 9000). Alla fine Oblivion, per tematiche trattate sembra un'incrocio lucente tra Blade Runner (con la ricerca del padre/creatore e del proprio significato) e di Matrix (di cui riprende, oltre alla tematica della realtà sotto le apparenze, il dualismo Neo/Morpheus -anche visivo- nelle figure di Jack e di Beech) e la ricerca dell'identitá come conseguenza inevitabile della coscienza risvegliata, e la discesa scomoda nei meandri della mente. Cosa siamo se non le nostre esperienze fissate dalle emozioni? Il nostro futuro è che Siamo destinati a scomparire per sempre -nell'oblio- o qualcosa di noi resta dopo la nostra inevitabile dipartita?
Gran film quindi? Purtroppo no, ed è un peccato. La parola chiave è "troppo": troppe spiegazioni fuori campo (brutto segno da un punto di vista della narrazione) e in campo, troppa musica (quale impatto avrebbero avuto certi paesaggi desolati nel silenzio!), troppo finale (e qui siamo pronti a scommettere si tratti di aggiunte richieste dalla produzione... Le ultime parole dello scontro coi "cattivi", poi, sembrano francamente più adatte a Rambo). Il potere evocativo ne risulta sminuito. Se a questo aggiungiamo le recitazioni istantaneamente dimenticabili (con la Kurylenko che ne emerge in negativo, e un Freeman francamente sprecato) e uno sviluppo volutamente ed eccessivamente Cruise-centrico (che dire delle scene di moto alla Top Gun? Ma erano davvero necessarie?) Oblivion risulta una grande occasione mancata, con tante buone idee, magari non originalissime, ma interessanti, seppellite per motivi di cassa... Finirá nell'oblio. (www.versionekowalski.it)
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eleonora panzeri
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venerdì 29 novembre 2013
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un mistero da svelare
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Il film inizia molto sotto tono, si apre con il tipico scenario post apocalittico di una guerra tra uomini e macchine aliene. Il genere umano esce vittorioso dal conflitto, ma i pochi sopravvissuti si trovano costretti a cambiare pianeta essendo ormai la terra inadatta alla vita. Jack Harper e Victoria Olsen tuttavia devo restare ancora sul pianeta natio, per monitorare le sonde che devono accumulano risorse utili nella nuova colonia terrestre. La realtà che lo spettatore si trova a osservare appare molto surreale, a mio avviso ci si aspetta qualcosa di più truce dopo un conflitto atomico, non certamente un attico orbitante ultramoderno con tanto di piscina panoramica; dove Jack e Victoria si trovano a vivere come una coppia di novelli sposi.
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Il film inizia molto sotto tono, si apre con il tipico scenario post apocalittico di una guerra tra uomini e macchine aliene. Il genere umano esce vittorioso dal conflitto, ma i pochi sopravvissuti si trovano costretti a cambiare pianeta essendo ormai la terra inadatta alla vita. Jack Harper e Victoria Olsen tuttavia devo restare ancora sul pianeta natio, per monitorare le sonde che devono accumulano risorse utili nella nuova colonia terrestre. La realtà che lo spettatore si trova a osservare appare molto surreale, a mio avviso ci si aspetta qualcosa di più truce dopo un conflitto atomico, non certamente un attico orbitante ultramoderno con tanto di piscina panoramica; dove Jack e Victoria si trovano a vivere come una coppia di novelli sposi. Sembra tutto troppo perfetto e artificioso per risultare interessante e credibile. L’unica stranezza, sono i flash back di una ragazza sconosciuta che perseguitano Jack, creando in lui una senso di incompiutezza, come se ci fosse qualcosa che non trovava spiegazione. La prima parte del film scorre lenta e un po’ annoia, non trovavo sensata la tranquillità di Jack nelle sue sieste spensierate sulla terra, vista la nota presenza dagli Scavengers (superstiti dei robot alieni sopravvissuti al conflitto), le perlustrazioni aeree anche se molto suggestive alla lunga sono un po’ ripetitive. Il film cambia registro dopo il ritrovamento della misteriosa ragazza delle visoni all’interno di una capsula criogenica. Da qui in poi è un susseguirsi di colpi di scena, che mi hanno ricordato molto i film The Others o Skeleton Key, generi assolutamente diversi, ma con in comune un evoluzione della trama inattesa. Ci sarebbero alcune considerazioni sul dopo, ma sarebbe un peccato svelare il mistero del film, cosa che lo rende distinto dai soliti film di guerra futuristica.
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