La migliore offerta |
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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson.
continua»
Titolo originale The Best Offer.
Drammatico,
durata 124 min.
- Italia 2012.
- Warner Bros Italia
uscita martedì 1 gennaio 2013.
MYMONETRO
La migliore offerta
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Terza tappa per Tornatore sulla bellezza dell'artedi GreatStevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di GreatSteven |
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lunedì 15 maggio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
LA MIGLIORE OFFERTA (IT, 2013) diretto da GIUSEPPE TORNATORE. Interpretato da GEOFFREY RUSH, SYLVIA HOEKS, JIM STURGESS, DONALD SUTHERLAND Virgil Oldman è un antiquario sessantenne che ha dedicato la propria vita alla passione per i mobili, i quadri e le opere d'arte in generale, bandendo aste da lui stesso presiedute, vendendo ad acquirenti internazionali capolavori di inestimabile valore e sopprimendo, al contempo, ogni impulso verso la socialità. Vive senza moglie, né figli e pochi amici, fra cui un vecchio pittore di nome Billy al quale non ha mai riconosciuto un talento effettivamente autentico, e Robert, un giovane e abilissimo riparatore di marchingegni antichi, al quale nemmeno riesce a dare del tu. Un giorno riceve una misteriosa telefonata da parte di Claire Yvettson, una ragazza avvolta ancora di più nel mistero: è la ricca ereditiera di una famiglia nobile che ora intende vendere tutte le opere d'arte contenute nel suo edificio, da cui non esce da quindici anni, in quanto agorafobica. Dopo innumerevoli telefonate concitate e incontri andati a vuoto, Virgil comincia a provare simpatia per Claire, capendo anche i motivi che l'hanno spinta a rintanarsi nella solitudine e a cancelare definitivamente i suoi contatti col mondo. In lei l'anziano antiquario, tutto sommato deluso dalle sue scarse capacità sociali e dal senso di vuoto che da sempre lo ricopre, riconosce un'affinità che va oltre la semplice empatia. Quando poi, con uno stratagemma, riesce a vederla dal vivo, il rapporto fra i due migliora nettamente e si trasforma in amore, grazie anche all'aiuto esterno di Robert (che sta ricostruendo pezzo per pezzo un automa ottocentesco in grado di muoversi meccanicamente e addirittura di esprimersi con parole, grazie ad un nano che vi si può infilare dentro). Claire, che si mantiene scrivendo romanzi e racconti sotto pseudonimo, rivive, dopo un'esperienza amorosa giovanile finita in tragedia, la passione e l'affetto, trovando in Virgil un uomo che, benché maturo ma pur sempre estremamente analogo a lei, la comprende e non la giudica. Finora Claire non è mai uscita allo scoperto, ma quando l'antiquario, una notte piovosa, viene aggredito fuori dalla villa, la scrittrice si decide e lo porta al pronto soccorso. A questo punto sembra tutto pronto affinché i due vivano insieme in una casa-albergo dove Virgil ha trasferito, in una grande stanza, numerosi ritratti femminili che Claire adora, ma la ragazza scompare all'improvviso. Deluso e amareggiato, ma rincuorato dall'amicizia con Billy (che gli dona un bellissimo quadro dipinto da lui) e Robert (che, grazie a Virgil, è riuscito ad appianare le divergenze con la fidanzata mulatta), Virgil si reca a Praga, città visitata durante l'adolescenza da Claire, e la aspetta in un lussuoso ristorante. La carta vincente del film è l'accoppiata Tornatore-Rush, su questo non ci piove: il primo, dopo un capolavoro come Nuovo Cinema Paradiso e un gesto d'amore verso l'arte e l'individualità trionfante dell'artista come La leggenda del pianista sull'oceano, ritorna ad affrontare il discorso dell'importanza artistica nella vita dell'uomo: dopo un proiezionista e un suonatore di pianoforte, questa volta abbiamo a che fare con un esperto d'antiquariato, un organizzatore d'aste che cresce spiritualmente, dapprima interessato soltanto ai pezzi rari di cui conosce ogni minimo dettaglio, ma in seguito sempre più propenso ad allargare i propri orizzontali sentimentali, in senso sia amichevole che amoroso, e questo gli fa riscoprire un lato di sé onnipresente, ma rimasto troppo tempo spento e nascosto. Quanto a Rush, reduce dal bellissimo Il discorso del re e indossati per la quarta volta i panni del capitan Barbossa in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, qui regala un personaggio inquieto, sofferto, ma anche combattente, un uomo alla ricerca di un senso mai trovato, ma sempre percepito, per quanto afferrato esclusivamente in età tardiva. Le sue espressioni facciali, i suoi gesti e la sua intonazione vocale (lo doppia un Rodolfo Bianchi in forma smagliante) delineano i tratti di un carattere molto interessante: un individuo afflitto da solitudine cronica, la cui cultura non basta né serve a colmarne la solitudine, che rinverdisce i suoi giorni grigi venendo a contatto con una gioventù da un lato più aperta ed espansiva di lui (vedi il personaggio di J. Sturgess, un vivacissimo e simpatico meccanico di oggetti arcani) e dall'altro chiusa e retriva come lui (la pallida e smunta Claire dell'olandese Hoeks), ma in grado di superare le proprie paure. Per quanto soltanto Virgil riesca ad ottenere un successo completo: lui va felicemente in pensione e lascia con sorriso l'antiquariato, mentre la giovane gli tira un bidone nel momento stesso in cui le cose prendevano una piega decisamente più positiva di prima. Il film, in generale, sa affrontare con profondità e lucidità il tema dell'abbandono e della condizione cronica di uomini soli che non è poi così infrequente nel mondo moderno. Splendide scenografie (la villa dismessa ha un che di decadentistico), superbe musiche dell'ancora non premio Oscar Ennio Morricone, dialoghi densi che tuttavia evitano di appesantire la trama, e una galleria di personaggi secondari tutti con una funzione poetica, in particolar modo il portiere della villa e la nana con memoria fotografica e genio matematico: il primo è un uomo semplice che esegue gli ordini e non si cura di conoscere la persona per chi lavora, e dunque ne custode il segreto come un cane fedele al padrone, la seconda è invece una piccola mente geniale che analizza profondamente le cause che spingono l'animo umano a chiudersi in sé e non trovare poi una pratica e piena realizzazione dell'io. Nel complesso, evita con fortuna e soprattutto maestria le sfumature psicoanalitiche e consegna al pubblico un ritratto della pietà, della carità e dell'altruismo. Da vendere al miglior offerente. Ovvero a chiunque sappia condividere questi sentimenti e si dichiari disposto a svilupparsi in senso umano e umanitario insieme. Ottimo il personaggio di Sutherland: artista tutt'altro che fallito, convintissimo del proprio talento, che non è stato valorizzato dal signor Oldman, il suo stesso scopritore, che tuttavia non gli ha negato una sincera amicizia.
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