Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Nicola Santi Amantini |
Attori | Lorenzo Berti . |
Uscita | giovedì 28 febbraio 2013 |
Distribuzione | Whiterose Pictures |
MYmonetro | 2,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 17 novembre 2017
CONSIGLIATO NÌ
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Un ex seminarista in crisi trova nella casa natìa il luogo dove la sua anima tormentata forse potrà ottenere pace. O almeno dove potrebbe riuscire a confrontarsi apertamente con la parte più oscura di sé.
Lorenzo Berti, cosceneggiatore insieme al regista N. Santi Amantini, interpreta entrambi i personaggi, in una quotidianità fatta di piccole ossessioni e scontri tra il timorato di Dio e un lucido e demoniaco folle. L'opera, all'inizio, appare interessante: le simbologie religiose - Gesù, il crocifisso - sono in contrasto, voluto, con la masturbazione del protagonista di fronte a un video porno sul pc o alla visione di Ecce Bombo di Nanni Moretti. Ma la scena di quest'ultimo film rimarrà, purtroppo la cosa migliore di Non c'indurre in tentazione. Perché dopo pochi minuti, in questo lungometraggio, quelle piccole provocazioni e il bianco e nero diventano solo esercizi di stile, così come le discussioni tra i due è la materializzazione di un'analisi psicologica superficiale, in cui un uomo in crisi di fede e d'identità fa i conti con i propri traumi, le perdite e anche una visione di sé poco chiara. C'erano molti luoghi, fisici e non, più o meno cupi, in cui la pellicola sarebbe potuta andare, ma è rimasta, invece, attaccata a tanti piccoli grandi stereotipi, sia pur anticonformisti. Il protagonista è orfano di madre, a cui va la sua inesauribile devozione (insieme a Dio, ovvio), con essa aveva un rapporto forse troppo morboso, tanto da indossarne i vestiti per ricordarla. Il doppio malvagio, non trova nulla di meglio che imbrattarsi il corpo con scritte e segni, tra cui un insulto maschilista e ovvio. Sull'estetica e le idee della regia, c'è poco da dire: tutto è molto lineare, le scelte sono poche e quasi tutte fatte a monte. Non entusiasmano mai, perché figlie di una rigida visione del cinema e dell'animo umano. Questi ultimi giorni di una notte volta a "ricomprarsi" l'anima dal diavolo vengono anche discretamente interpretati da Berti, ma sembrano non compiere, nella rappresentazione cinematografica, il salto di qualità. Sia contenutistico, visto che i monologhi demoniaci sono scontati, sia estetico, anche se qualche buona inquadratura si trova. L'impressione è che Santi Amantini, che in questa produzione superindipendente vede il fratello, degli amici e degli sponsor privati, non riesca a dare spessore a questa storia, a renderla potente come dovrebbe e vorrebbe essere.
Troppo ambizioso chiudersi tra quattro mura, forse, e raccontare una sfida autodistruttiva e individuale.
Davvero un bel film. Purtroppo uscito in poche sale... Un peccato per questi film indipendenti ben fatti.
"UN INTERESSANTE DRAMMA DA CAMERA, ELEGANTE, MINIMALE e CLAUSTROFOBICO" Movieplayer.it "UNA SFIDA NOTEVOLE, CONDOTTA CON UN CERTO RIGORE E FERMA CONVINZIONE" Radio Cinema "LORENZO BERTI RIESCE AD ESPRIMERE IN MANIERA CREDIBILE IL PESO DEL DUBBIO" Film TV "UN FILM CHE MERITA UNA CONSAPEVOLE VISIONE" CinemaItaliano.
Un giovane in mutande, seminarista pentito, legge la Bibbia sdraiato sul letto. Fa colazione (latte e popcorn), scorre I fiori del male stravaccato in poltrona, si siede sul water, poi davanti al computer, fa zapping tv, guarda il dvd di Ecce Bombo. E intanto fuma, anche due sigarette per volta. Dopo ventitré minuti, lo spettatore, sempre che non sia svenuto, scopre che il tapino ha un gemello cattivo [...] Vai alla recensione »