Non lasciarmi

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Un film di Mark Romanek. Con Carey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell.
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Titolo originale Never Let Me Go. Drammatico, durata 103 min. - USA, Gran Bretagna 2010. - 20th Century Fox Italia uscita venerdì 25 marzo 2011. MYMONETRO Non lasciarmi * * * 1/2 - valutazione media: 3,72 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Nel collegio-lager ragazzi allevati come pezzi di ricambio

di Natalia Aspesi La Repubblica

Bambini come gli altri, ma non proprio: quelli che crescono chiusi nel cupo dickensiano collegio di Haisham, non hanno genitori ma non sono orfani, e al posto del cognome hanno solo una lettera dell' alfabeto come personaggi kafkiani: non sanno da chi e da dove vengono, i loro ricordi non hanno passato, il loro presente è chiuso tra le stanze e i campi e il giardino del grande vecchio collegio oltre alle cui siepi non si sono mai avventurati. Anche il futuro, come il mondo di fuori, è oscuro, forse non esiste e certo non appartiene a loro: altri l' hanno programmato, secondo i progressi della scienza, e loro non potranno cambiarlo ma solo subirlo. E' Kathy, arrivata a 31 anni,a raccontare la breve vita sua e di Tommy e di Ruth, nel film diretto da Mark Romanek (regista di video musicali), che ha lo stesso titolo, Non lasciarmi, del romanzo dell' inglese Kazuo Ishiguro (autore anche di Quel che resta del giorno diventato un film di James Ivory.) Fiaba del futuro e fantascienza del presente, il romanzo e il film trascinano alla commozione e a all' inquietudine, dentro una storia horror e nello stesso tempo romantica. Si sa che soprattutto adesso al cinema, come alla televisione e alla letteratura, si chiede di divertirci, di non farci pensare: quindi c' è voluto molto coraggio a fare un costoso film da una storia così desolata, che ci obbliga a riflettere, pur dentro l' invenzione, sui limiti e gli azzardi della scienza, sull' imperio del corpo e la ricerca di una salute e di una vita oltre ogni limite, sulla necessità di un' etica laica, sui costi umanie disumani del progresso. Tra Kathy, Tommy e Ruth bambini nasce un legame di affetto, amore, rinuncia, invidia, imperio, sesso, tra la miseria dei loro giochi ottenuti con il baratto di cose che "fuori" hanno buttato via, le loro povere divise grigie, e le loro insegnanti, tutte donne, che però si chiamano guardiane. C' è molta severità nel collegio, e attenzione maniacale alla salute, e alla eventuale creatività. C' è una strana Madame che raccoglie i loro disegni per una misteriosa Galleria, e che li evita e teme "come se avesse paura dei ragni"; c' è l' insegnante Miss Lucy che si sente in dovere di rivelare agli studenti chi sono e quale è il loro destino, affinchè possano condurre delle vite dignitose. "Ecco per cosa siete stati creati, ciascuno di voi. Non siete come gli attori che vedete nei film, non siete neanche come me. Siete stati portati in questo mondo con uno scopo preciso, e il futuro, il futuro di ognuno di voi è già stato deciso". La forza del film sta anche nei suoi interpreti, prima bambini innocenti e dolenti, poi giovani adulti, quando li interpretano Keira Knightley (Ruth), Carey Mulligan (Kathy) e Andrew Garfield (Tommy), che nella loro bellezza poetica, emanano una fisicità sempre più allarmante, dolorosa. I bambini che crescono nel sinistro collegio sono dei cloni, il cui compitoè quello di fornire i loro organi agli umani. E' interessante il linguaggio burocratico, freddo, che le stesse vittime usano; Kathy diventa "assistente", il suo compito è cioè quello di stare vicino ai "donatori" e aiutarli dopo ogni operazione al "recupero". Ognuno di loro vorrebbe rintracciare il suo "possibile", cioè l' uomo o la donna da cui è stato clonato. Dopo la quarta "donazione", ma anche prima, il "donatore" non può farcela più, e viene "spento". Ruth viene "spenta" subito dopo che circondata da chirurghi, le viene estratto un organo sanguinante: in una scena di silenziosa atrocità, il suo corpo non più utile viene scartato, come spazzatura. E' Kathy a raccontare tutto il dolore profondamente umano di chi non viene considerato tale. In un inutile tentativo non di cambiare, ma almeno posticipare il loro destino, Kathy e Tommy incontrano quella Miss Emily che era stata la direttrice di Hailsham (Charlotte Rampling, pallida e indurita, come fosse lei il solo clone del film). Hailsham non c' è più ma non perché si è smesso di produrre cloni, anzi: il vecchio collegio aveva uno scopo, capire se i suoi allievi avessero un anima, sentimenti, emozioni, capacità creative, impulsi sessuali e d' amore, fossero cioè persone come le altre anche se nate in laboratorio. Purtroppo la risposta venuta dal collegio è stata sì: ma chi mai rinuncerebbe a prolungare la sua salute e la sua vita, anche se questo vuole dire sottoporre a una tragica vivisezione e spoliazione degli organi queste creature che dovevano essere solo macchine? "Siè preferito scegliere di allevarli come polli in batteria", dice Miss Emily, per non porsi domande, e non sentirsi in colpa. Con attori belli ed esangui, sempre più Dracula mentre si avvicinano alla loro fine, visivamente tenebroso, malinconico e intenso, il film, che come il romanzo si svolge negli ultimi decenni del secolo scorso, ci obbliga a riflettere non su un possibile drammatico futuro ma su un presente dove il clone umano è ancora una chimera paurosa, ma dove si commettono crimini quali il commercio di organi venduti per fame, o c' è ancora anche in Italia chi considera meno umani chi viene da altri paesi o quelli che a centinaia vengono assassinati nelle immancabili azioni di guerra.
Da La Repubblica, 22 marzo 2011


di Natalia Aspesi, 22 marzo 2011

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