Non lasciarmi |
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Un film di Mark Romanek.
Con Carey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell.
continua»
Titolo originale Never Let Me Go.
Drammatico,
durata 103 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Non lasciarmi
valutazione media:
3,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La scomparsa della libertàdi SticksAndStonesFeedback: 15 | altri commenti e recensioni di SticksAndStones |
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giovedì 9 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Nessuno di voi andrà in America. Nessuno lavorerà in un supermarket. Nessuno farà niente tranne vivere la vita che è già stata determinata per lui. Diventerete adulti, ma solo per poco. Prima di invecchiare, prima ancora di raggiungere la mezza età comincerete a donare i vostri organi vitali e alla terza o quarta donazione la vostra breve vita sarà conclusa. Dovete sapere chi siete e cosa siete. E’ l’unico modo per condurre una vita decente.” Queste le parole con cui Miss Lucy, la nuova insegnante del college per cloni di Hailsham, spezzerà l’apparente normalità della vita dei suoi piccoli allievi senza che a ciò faccia seguito da parte loro alcuna ribellione. Verrà allontanata per quello che risulterà l’unico atto d’insubordinazione dell’intero film. Nessun altro, tanto meno i cloni stessi, tenterà di infrangere l’ordine in-naturale delle cose che consente all’umanità di questo distopico fine millennio di superare i cento anni di vita grazie ai trapianti. Le vite di Kathy, Ruth e Tommy si intrecciano e si consumano in un’atmosfera di dolente rassegnazione alla quale fanno da sfondo ideale sia i paesaggi che i metodi educativi inglesi. Come in una tragedia greca i tre amici non possono fare altro che assistere impotenti agli eventi che un fato cinico e imperscrutabile ha già deciso per loro. Il ruolo del fato è giocato qui dal tipo di educazione ricevuta che impedisce loro sia di maturare che di ribellarsi. Sapientemente traslocati dal college ai cottage per prolungarne sia il controllo che l’isolamento ai tre ragazzi non resta che adeguarsi al compito loro assegnato. Urlare contro il cielo la propria rabbia è tutto ciò che Tommy può fare prima di rientrare in clinica. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, si rifà alla lezione del Mondo Nuovo di Aldous Huxley. Il condizionamento mentale subìto fin dalla prima infanzia si rivela una gabbia tanto invisibile quanto infrangibile. L’uomo si comporta in base ai propri convincimenti e così è sufficiente agire su questi per determinarne anche il comportamento. E’ così che si creano i kamikaze e i fondamentalisti religiosi ma anche i comportamenti sociali ritenuti accettabili nonché quelli che la Heller chiamava bisogni indotti e che servono a trasformare i bravi cittadini in bravi consumatori. Il film si (e ci) interroga sul prezzo da pagare ad una società del benessere dove lo stesso progresso scientifico che dovrebbe salvarci finisce per condannarci ad un’arida esistenza priva di quei valori che ci piace definire umani quali l’amore per il prossimo, la pietà, la solidarietà. Lo stesso interrogativo si estende a temi filosofici e politici ben più ampi quali il limite della libertà, il libero arbitrio, l’uguaglianza, il valore dei sentimenti contro la logica, il senso della vita. “Tutti completiamo un ciclo. Forse nessuno capisce veramente la propria vita e pensa di aver avuto abbastanza tempo.” Le parole con cui la protagonista chiude il film suonano come una condanna senza appello al modello di vita occidentale, un modello che sacrifica le ricchezze dello spirito alle apparenti certezze della tecnologia, l’evoluzione individuale all’appiattimento mentale operato da un’organizzazione sociale rigida e pervasiva che non lascia spazio né per la solidarietà né per il dissenso. Le considerazioni terminali di Kathy sulla brevità della vita umana, qualunque ne sia la durata, e sull’impossibilità di darle un senso compiuto fanno venire in mente i versi finali della canzone Time dei Pink Floyd:
Hanging on in quiet desperration is the English way
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