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Chiedi chi era John Lennon

Dai Beatles alla carriera da solista, la storia di Lennon attraverso dieci canzoni.
di Tirza Bonifazi

In foto John Lennon.
John Lennon 9 ottobre 1940, Liverpool (Gran Bretagna) - 8 Dicembre 1980, New York City (New York - USA). Interpreta Se stesso nel film di Michael Epstein LennoNYC.

lunedì 7 maggio 2012 - Approfondimenti

Il dolore più grande è non essere desiderati, renderti conto che i tuoi genitori non hanno bisogno di te quando tu hai bisogno di loro. Quando ero bambino ho vissuto momenti in cui non volevo vedere la bruttezza, non volevo vedere che non ero voluto. Questa mancanza di amore è entrata nei miei occhi e nella mia mente. Non sono mai stato veramente desiderato. L'unico motivo per cui sono diventato una star è la mia repressione. Nulla mi avrebbe portato a questo se fossi stato normale". Parola di John Lennon, che da piccolo ripeteva alla zia che si sarebbe pentita di aver buttato i suoi disegni quando sarebbe diventato famoso. Quella di Lennon è la parabola di un ragazzo che voleva sfondare a tutti i costi e che ottenne quel che voleva grazie a un talento straordinario.
La leggenda narra che John Lennon nacque a Liverpool all'alba del 9 ottobre 1940, quando l'Inghilterra veniva bombardata dagli aerei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, e che venne semplicemente posto sotto uno dei letti dell'ospedale a mo' di protezione. Una venuta al mondo alquanto ironica, considerato che alla sua morte sarebbe stato ricordato (anche) per chiedere all'umanità di dare una possibilità alla pace. Tuttavia, prima di abbracciare la causa pacifista con il corpo e l'anima, John aveva innescato una vera e propria rivoluzione insieme ai Beatles, la band che lui stesso definì più celebre di Gesù. Da "Please Please Me", l'esordio in lungo dei Fab Four, a "Double Fantasy", l'ultimo disco registrato con Yoko Ono, ecco la storia di Lennon attraverso dieci canzoni.

"Please Please Me" (dall'album "Please Please Me", 1963)
John aveva sedici anni ed era il leader dei Quarrymen quando conobbe il quindicenne Paul McCartney e lo invitò a entrare nella sua band come chitarrista e braccio destro. Qualche anno più tardi, reclutati George Harrison e Ringo Starr e cambiato il nome in The Beatles, il quartetto lanciava il primo singolo, "Love Me Do" che avrebbe fatto parte dell'eserdio in lungo, "Please Please Me". La canzone che dava il titolo all'album, scritta interamente da Lennon, nasceva dal tentativo del musicista di fare un brano nello stile di "Only the Lonely" di Roy Orbison. "E poi trovavo affascinante il testo di "Please Lend Your Ears To My Pleas" di Bing Crosby, perché sono sempre stato incuriosito dal doppio utilizzo della parola 'per favore'", avrebbe raccontato in un'intervista nel 1980.

"It Won't Be Long" (dall'album "With The Beatles", 1963)
Il secondo album dei Beatles venne recepito talmente bene da critica e pubblico che non ebbe bisogno della classica promozione a suon di singoli. Tra le canzoni firmate da Lennon spicca "It Won't Be Long" che affronta problematiche come la solitudine e l'abbandono, che poi sarebbe diventato il tema ricorrente di tutta la sua carriera beatlesiana. Evidentemente il musicista sperava di esorcizzare le tormentate vicende familiari (narrate nel biopic Nowhere Boy) che lo avevano segnato da piccolissimo. Di "With The Beatles" fa parte anche il brano "I Wanna Be Your Man" cui idea musicale venne ceduta da John e Paul ai Rolling Stones, considerati erroneamente i diretti rivali del quartetto. In meno di un anno l'album vendette oltre un milione di copie nel solo Regno Unito. Ormai era pura Beatlemania.

"She Said She Said" (dall'album "Revolver", 1966)
I Beatles avevano già conquistato l'America e si trovavano a Los Angeles durante una pausa dal tour quando John scrisse "She said she said" dopo un trip d'acido. Molti anni più tardi raccontò di come all'epoca lui e i suoi compagni di band si stessero divertendo un mondo con i Byrds e un sacco di ragazze. "Peter Fonda venne a trovarci quando eravamo sotto acido e continuava a venirmi vicino per sussurrarmi all'orecchio 'So com'è essere morti'. Stava descrivendo un viaggio d'acido che aveva avuto, però noi non avevamo nessuna intenzione di stare a sentirlo. Eravamo sotto effetto della droga, il sole splendeva e le ragazze ballavano. Era tutto così bello e così anni Sessanta, e questo ragazzo che nessuno conosceva – non aveva ancora fatto Easy Rider né niente – continuava a dirmi che sapeva cosa voleva dire essere morti. Continuavamo a mandarlo via perché era di una noia mortale e a parte era spaventoso! Io non volevo sapere com'era essere morti! Però è finito in una canzone, ho solo cambiato il soggetto in una donna".

"Lucy in the Sky with Diamonds" (dall'album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", 1967)
La storia ormai è risaputa: il titolo della canzone proveniva da un disegno di Julian, il figlio avuto dalla prima moglie, Cynthia Powell. "Un giorno Julian torna da scuola e mi mostra il ritratto che aveva fatto di una compagna di classe di nome Lucy" ricordò Lennon molti anni più tardi. "Aveva disegnato delle stelle nel cielo e lo aveva intitolato 'Lucy nel cielo di diamanti'. Da lì è venuta fuori la storia dell'LSD. Finché qualcuno non me lo fece notare non ci avevo neanche pensato. Voglio dire, chi si prende la briga di andare a guardare le iniziali di un titolo?". Ad ogni modo, l'LSD ispirò molti dei testi dei Beatles e suggerì la svolta psichedelica della band.

"Dear Prudence" (dall'album "The Beatles/The White Album", 1968)
La Prudence del titolo è la sorella dell'attrice Mia Farrow, che come i Beatles si trovava in India per studiare con il maestro di meditazione trascendentale Maharishi Mahesh Yogi, del quale erano seguaci. Prudence Farrow aveva preso così a serio la meditazione da arrivare al punto di isolarsi e rinchiudersi nella sua abitazione per lunghi periodi di tempo. A John fu chiesto di andare a parlarle per convincerla a uscire più spesso e socializzare con gli altri. Ne venne fuori "Dear Prudence". "The White Album" contiene un'altra celebre canzone di Lennon, dedicata alla madre, "Julia", la quale, secondo il musicista, venne scritta con l'aiuto di Yoko Ono.

"Come Together" (dall'album "Abbey Road", 1969)
Il titolo proviene da un'espressione utilizzata dallo scrittore e psicologo Timothy Leary, "venite insieme, unitevi al partito". Tim aveva chiesto a John di scrivergli una canzone per la campagna elettorale in cui si candidava per diventare Governatore della California e il Beatle realizzò "Come Together" che però risultò inadatta allo scopo. Modificato il testo, Lennon la inserì nell'ultimo album dei Fab Four (anche se poi uscì prima di "Let It Be") e con ragione divenne una delle grandi hit della band. È anche la canzone una delle canzoni più coverizzate della storia della musica.

"Don't Let Me Down" (dall'album "Let It Be", 1970)
John scrisse "Don't Let Me Down" pensando a Yoko Ono. Molti anni più tardi Paul McCartney raccontò in un'intervista che in quel periodo Lennon faceva uso di eroina ed era diventato paranoico. Nel brano chiedeva alla compagna di non abbandonarlo perché era vulnerabile. Si trattava di una vera e propria richiesta d'aiuto. Incisa negli studi di registrazione della Apple, "Don't Let Me Down" venne eseguita dal vivo sul tetto dell'edificio nell'ultimo concerto della band e immortalata nel film Let It Be.

"Give Peace a Chance" (singolo, 1969)
"Marciare andava bene per gli anni '30. Oggi bisogna usare metodi diversi. Tutto ruota intorno a una sola cosa: vendere, vendere, vendere. Se vuoi promuovere la pace, devi venderla come se fosse sapone" disse Lennon parlando di questa canzone. "I media ci sbattono continuamente la guerra in faccia: non soltanto nelle notizie ma anche nei vecchi film di John Wayne; sempre e continuamente guerra, guerra, guerra, uccidere uccidere, uccidere. Così ci siamo detti 'Mettiamo in prima pagina un po' di pace, pace, pace, tanto per cambiare'. Per ragioni note soltanto a loro, i media riportano quello che dico. E ora sto dicendo 'Pace'". Il brano fu scritto durante il celebre "Bed-In" che John e Yoko organizzarono durante la loro luna di miele, e inciso nella stanza del Queen Elizabeth Hotel di Montreal con l'uso di quattro microfoni e un registratore a quattro piste.

"Imagine" (da "Imagine", 1971)
È l'inno alla pace per eccellenza. Nel brano Lennon chiede di immaginare un luogo dove non esistano le cose che dividono le persone, come la religione e i beni materiali. Sentiva che sarebbe stato un posto molto migliore. Il testo contiene un messaggio politico forte edulcorato da una bella melodia. Lennon sapeva che un approccio più morbido avrebbe portato la canzone ad un pubblico più vasto. Nel Central Park è stato realizzato un mosaico con la parola "Imagine" dedicato a Lennon. La zona si chiama Strawberry Fields, e si trova di fronte alla casa di Lennon, dove fu ucciso a colpi di pistola da un fan l'8 dicembre del 1980.

"(Just Like) Starting Over" (da "Double Fantasy", 1980)
Proprio come anticipa il titolo, questa canzone – scritta da Lennon durante una vacanza alle Bermuda agli inizi dell'anno – incarna il senso di rinnovamento nella vita professionale e personale che John e Yoko vissero durante la composizione e registrazione di "Double Fantasy". Erano cinque anni che l'ex Beatle non metteva piede in uno studio – si era preso una pausa per fare il papà di Sean, il figlio avuto dalla Ono – ed era visibilmente felice. Il brano uscì negli Stati Uniti il 27 ottobre 1980, lo stesso giorno in cui Mark David Chapman acquistò la pistola che avrebbe usato per uccidere il suo mito. La copia di "Double Fantasy" che Chapman chiese a Lennon di autografare è stata venduta nel 2003 per 525.000 sterline, ma da allora il valore è salito vertiginosamente.

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