Titolo originale | Venus noire |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Italia, Belgio |
Durata | 166 minuti |
Regia di | Abdellatif Kechiche |
Attori | Yahima Torrès, Andre Jacobs, Olivier Gourmet, Jonathan Pienaar, Jean-Christophe Bouvet Olivier Loustau, Diana Stewart, Gilles Matheron, Philip Schurer, Violaine Gillibert, Jeanne Corporon, Christian Prat, Violaine de Carne, Eric Moreau, Ralph Amoussou, Yann Sorton, Albanna Enlil, Elina Löwensohn. |
Uscita | venerdì 17 giugno 2011 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,20 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 21 ottobre 2016
La storia vera di Sarah Baartman, ragazza nera vissuta nel XIX secolo, portata in Europa ed esibita nuda come attrazione in un circo di Parigi per la peculiarità del suo fisico. In Italia al Box Office Venere nera ha incassato 117 mila euro .
Venere nera è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Nel 1817 all'Accademia Reale di Medicina di Parigi il professor Georges Cuvier discute una tesi sulle somiglianze anatomiche fra gli ottentotti e le scimmie basandosi sugli studi effettuati sul corpo e gli organi di una donna, Sarah Baartman. La storia di Saartjie e dell'esposizione del suo corpo ha però inizio sette anni prima a Londra, dove assieme al suo padrone afrikaner tiene spettacoli di intrattenimento a Piccadilly Street interpretando una selvaggia in catene nota come la "Venere Ottentotta". Autore di un cinema identificato come fortemente realista, Abdel Kechiche trova, a ben guardare, sempre il modo di connettere almeno un elemento dei suoi film alle idee di spettacolo e di messa in scena. La schivata rivedeva le dinamiche sociali del teatro di Marivaux nella banlieue parigina, così come la danza del ventre di Hafsia Herzi in Cous cous intratteneva dei famelici finanziatori in attesa di assaggiare la specialità marocchina. In Venus noire il rapporto col palcoscenico e lo spettacolo si allunga e si estende indietro nel tempo fino al primo Ottocento, quando, fra residui illuministi e rivoluzione industriale, sia popolani che aristocratici applaudivano intimoriti e divertiti dal "cattivo selvaggio" interpretato da una donna sudafricana diventata fenomeno da baraccone per volere del suo padrone. Kechiche fa coincidere la vera storia di Saartjie Baartman col racconto dei suoi spettacoli e delle sue esposizioni, a cominciare da un incipit-epilogo che ricrea l'esposizione dei suoi organi di fronte agli anatomisti francesi fino a ripercorrere tutte le tappe antecedenti che la hanno vista esibirsi di fronte al popolo inglese, alla corte di giustizia, ai salotti libertini e ai bordelli parigini. In ognuna di queste lunghe sequenze ritroviamo le peculiarità della regia di Kechiche: macchina a mano, il parlato continuo e serratissimo, la costante attenzione per i gesti delle mani e le espressività dei volti. Le novità riguardano invece una certa cura per gli ambienti e il decoro degna di un film in costume e, soprattutto, il passaggio dei "bianchi" dalla periferia al centro della narrazione. La scelta di accentrare il racconto non solo attorno alla straordinaria Yahima Torrès ma anche ai due impresari Andre Jacobs e Olivier Gourmet, di rendere protagonista non tanto la "venere nera" quanto tutti gli sguardi di cui diventa oggetto, determina il modo con cui Kechiche riesce per tutto il film a coniugare la discriminazione con la rappresentazione, a raccontare come il principio della schiavitù non sia distante da una certa forma di spettacolo. Nelle varie "stazioni" che compongono il calvario di Saartjie, si consuma la degenerazione di questi sguardi sempre più irruenti e denigratori, sempre più invasivi e depravati, anche quando vorrebbero professarsi umanitari ed empatici (come quelli del processo a Londra). Attraverso la metafora dello spettacolo, Kechiche ci parla così della violenza dello sguardo e delle pesanti catene che esso può imporre. In questa lotta, Saartjie è sola contro tutti: padroni, spettatori, scienziati, umanisti; eppure, il regista sa come orchestrare la tensione e l'emotività per non renderla una figura patetica o trasformare gli altri personaggi in maschere della crudeltà. E questo perché il suo cinema non cerca di cogliere lo spettacolo della realtà (che è il lavoro degli schiavisti, degli impresari, di chi giustifica l'accadere dei fenomeni in funzione della propria superiorità), quanto piuttosto di far uscire spontaneamente dalla forma dello spettacolo la libertà del reale.
VENERE NERA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€12,99 | – | |||
€12,99 | – |
All'inizio degli anni '10 dell'ottocento, Londra e Parigi assistono al cosiddetto spettacolo della Venere Ottentotta. La Venere altri non è che una povera ragazza di colore sudafricana che viene costretta ad esibirsi per sfamare la brama di "diversità" del pubblico popolare ed aristocratico. Il successo è tale che perfino l'Accademia delle scienze di Parigi chiede di poter analizzare scientificamente [...] Vai alla recensione »
“La venere nera” è arrivata per i nostri occhi sugli schermi, a 10 mesi dalla presentazione al Festival di Venezia del 2010. La donna ottentotta venne esibita come un “mostro” dalle dimensioni inaudite per l’ignoranza dei popoli inglese e francese di allora, all’inizio del 1800, e come un essere più vicino alle scimmie secondo gli “scienziati” del tempo.
Toccante, intenso... certo non un film per tutti. A tratti insostenibile. Da meditare.
Film denuncia sulla storia di una donna di colore realmente vissuta nel secolo scorso e relegata a fenomeno da baraccone per la sua diversità e le sue particolari caratteristiche fisiche. Abbastanza crudo ma efficace al fine della riflessione di quanto gli esseri umani possono essere spietati di fronte al "diverso" o "nuovo".
Pur avendo apprezzato molto la regia e gli interpreti, tutti bravissimi, ho trovato il film estremamente pesante. La storia la conoscevo e forse, pensandoci bene, non poteva che essere resa se non in modo tanto 'brutale'. Ai primi dell'800 una giovane boscimane viene strappata all'Africa del Sud e condotta nei freak show di Londra e Parigi.
Un film crudo e commovente.Andate a vederlo... Certo che il mondo non è migliorato affatto, certe storie sono ancora presenti se pur in maniera diversa...
Una lunghezza eccessiva non giova al film,che si avvale,tra l'altro,della continua presenza in scena dell'assoluta protagonista. Tagliando qualche quarto di nobiltà parigino,l'impatto sarebbe stato ancor più forte. Certo,certe maschere orripilanti sono davvero grottesche e spassose,morbosamente curiose. Bravi interpreti,intrigante ricostruzione storica.
Il tema trattato è importante. Ma è trattato male. Il regista ha diritto alle sue scelte artistiche ma io come spettatore ho il diritto di non condividerle. Usare strettissimi primi piani dall'inizio alla fine, sia sui volti che sugli oggetti, è disturbante, ha fatica si riesce a capire l'ambiente circostante. Il film è troppo ripetitivo, se durava un'ora e trenta minuti era più che sufficiente. Vai alla recensione »
Il film di Abdel Kechiche è un film che purtroppo tratta di una storia vera quella di Saartjie molto ben interpretata da Yahima Torrès una donna ottentotta con un anomalia fisica che si esibisce con il tenebroso cezar (Andre Jacobsin spettacoli semi erotici e di gusto razzista. Bellissima la fotografai e la ricreazione dell’ambiente da parte di Lubomir Bakchev, che continua il lavoro [...] Vai alla recensione »
vedere quanto la disumanità sia stata crudele con i popoli africani. Seppur curiosa di vedere questo film a un certo punto stavo rinunciando. E' vergognoso che siamo stati capaci di simili scempi verso queste etnie. Nessun uomo dovrebbe essere costretto a subire tante umiliazioni. Resto indignata da tanta ferocia ma merita un applauso il regista e la protagonista.
Film inutile,insensato..mal recitato con una trama addirpoco scialba ed insapure.Voto 4
a volte mi chiedo come alcuni attori ma principalmente attrici,possano accettare di fare certi ruoli, vabbè che per il successo ( E I SOLDI) si butta al vento anche il pudore,ma sicuramente se avessi il fisico di quella ragazza che ha interpretato il film sicuramente non mi metterei nuda davanti ad una troupe e poi al vasto pubblico dei cinema, bisogna essere dei narcisisti nati,e poi si dà [...] Vai alla recensione »
e con tutto il rispetto per questa donna , se avessi potuto scegliere conoscendo la trama,questo film non l'avrei visto,considerando la vicenda accaduta 200 anni fa,che ha trovato la sua giusta fine nel 2002,e il riportare il dramma sullo schermo come (si pensa) realmente accaduto,la pellicola è forte, lascia alquanto perplessi e anche disgustati da alcune scene di lascivia e libertinaggio [...] Vai alla recensione »
Interminabile, monocorde e ossessivo, «Venere nera» del franco-tunisino Kechiche colpisce per la rozzezza con la quale è allestito il suo teatrino ideologico. La rievocazione della triste odissea della boscimane Saartjie, a inizio Ottocento prima esibita come fenomeno da baraccone a Londra e Parigi, poi indotta a prostituirsi nei bordelli e nei salotti dei borghesi depravati e infine, dopo la morte [...] Vai alla recensione »
Quanta violenza c’è in uno sguardo? Dove si ferma il diritto di sapere e inizia quello, non meno sacro, alla privacy? È più odiosa l’occhiata di un uomo in un bordello, o lo sguardo allenato di uno scienziato che tratta una donna come un oggetto? Mentre in Italia le polemiche sullo sfruttamento del corpo femminile coincidono ormai in buona parte con il dibattito politico e giudiziario, dall’ultima [...] Vai alla recensione »
Certe signore boccheggiano, anche i critici più scanzonati se ne vanno a testa bassa. Che dire? Sarà magnifico, sarà eccessivo, “Venere nera” (in concorso) del cinquantenne venerato franco-tunisino Abdellatif Kechiche, regista di gran bell’aspetto dolente, autore di quel “Cous cous” superpremiato ovunque, anche alla Mostra di Venezia 2007? Sarà troppo lungo, 240 minuti, sarà troppo crudele nel raccontare [...] Vai alla recensione »
Un secolo e mezzo di sguardi curiosi e violenti rivolti alla «Venere ottentotta» non è bastato al regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche per distogliere il suo di sguardo da Saartjie Baartman, la ragazza di etnia khoikhoi, sudafricana che, prima dell'apartheid, fu esibita in Inghilterra come un animale. E di restituire il punto di vista a lei, alla Venus Noire.
Non si dimenticano i primi piani del volto avvilito, disanimato, di Yahima Torrès, nel ruolo della schiava ottentotta esibita al guinzaglio dal padrone circense, (primi ‘800), prima a Londra come selvaggia addomesticabile alle fiere popolari, poi a Parigi nei salotti promiscui della borghesia aristocratica. Da documenti di cronaca, Kechiche ricostruisce la storia di Saartje, poi Sarah, nel nascente [...] Vai alla recensione »
La première séquence de Vénus noire donne la mesure de la violence et de la force tellurique du film d'Abdellatif Kechiche. Dans un amphithéâtre, un homme exhibe à d'autres hommes le sexe d'une femme. Ce geste pornographique est le fait d'une figure du panthéon français, le naturaliste Georges Cuvier (François Marthouret). Il montre les organes génitaux qu'il a détachés d'un cadavre féminin.
Saartjie (Yahima Torres) è uno di quei fenomeni da baraccone ottocenteschi, quando ancora il labile confine tra realtà e spettacolo era agli albori. Donna nera di oltre un quintale, viene fatta esibire in uno squallido palchetto della Londra d'inizio '800 come creatura in cattività da uno scaltro afrikaner. Schioccano frustini, catene e pizzicotti sull'enorme sedere.
La storia produttiva della Venere Nera di Abdellatif Kechiche (regista del premiato Cous cous, Leone mancato a Venezia nel 2007) è molto complicata e l’uscita estiva lascia intendere quanto sia stato difficile collocare quest’opera, lunga, rigorosa e intransigente, nell’agenda degli esercenti! Kechiche è regista dalla personalità forte e rigorosa, come i suoi film.
Vedendo il film di Kechiche non si può non pensare a Elephant man. Ma se il capolavoro di David Lynch voleva farci piangere, questo di Kechiche, è meno rassicurante. Qui il fenomeno da baraccone è sempre e comunque manipolato e irrecuperabile. Kechiche si prende il rischio di firmare un progetto tutt’altro che edificante su una vittima esemplare del razzismo e del colonialismo europeo.
È un bel pugno nello stomaco, anche per la sfibrante durata, il drammone francese in costume, e anche senza, ricavato da una tragica storia vera. Nella Londra del 1810 fa furore nelle piazze la giovane, monumentale sudafricana Saartje, mostrata in catene, come una bestia feroce, a una folla più stupita che spaventata. I tre cinici padroni cercano di trarne il massimo profitto, infischiandosene delle [...] Vai alla recensione »
Nata nel 1770 l’ottentotta Saartjie Baartman è un personaggio vero che, al seguito del suo padrone, si esibì nelle fiere e nei salotti di Londra e Parigi a uso di spettatori avidi di esotismo ed eccitati dalle sue peculiarità fisiche (ipertrofia delle natiche e del sesso). Nel ripercorrerne la breve odissea europea, conclusasi nel giro di un lustro (1810-1815) con la morte, Kechiche sceglie una via [...] Vai alla recensione »
La vera storia di Saartjie Baartman, la «Venere ottentotta» portata dall’Africa all’Inghilterra per esporla in un freak show a causa delle sue dimensioni esagerate, le cui resta furono custodite nel Museo antropologico di Parigi. Un’odissea di schiavitù cui la stessa Saartjie ha acconsentito (ma il film mostra molto bene in quali condizioni psicofisiche), raccontata dal regista franco-tunisino di Cous [...] Vai alla recensione »