reiver
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martedì 20 ottobre 2009
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se non ci si ama è meglio sposarsi
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Barcellona è più di una grande città,molto di più:è quasi un simbolo.Una città così,ricca di cultura,di arte,di vita,era particolarmente adatta a sollecitare l'interesse del Woody Allen "europeo",ancora una volta solo regista e non attore.Nei film di Allen ci sono sempre tante cose,"tanta roba":c'è intelligenza,passione...Ci sono ironia e umorismo di un livello così alto da poter scomodare tranquillamente paragoni illustri;c'è sapienza di scrittura e di regia...C'è tanto "cinema",di quello che ti prende davvero e ti rimane nel cuore.In questo episodio c'è qualcosa degli esempi migliori,qualcosa...Ma non al punto da renderlo un Allen d'annata.L'inizio già mi convince poco:la voce fuori campo illustra per benino i caratteri delle due protagoniste,lasciando poco all'immaginazione.
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Barcellona è più di una grande città,molto di più:è quasi un simbolo.Una città così,ricca di cultura,di arte,di vita,era particolarmente adatta a sollecitare l'interesse del Woody Allen "europeo",ancora una volta solo regista e non attore.Nei film di Allen ci sono sempre tante cose,"tanta roba":c'è intelligenza,passione...Ci sono ironia e umorismo di un livello così alto da poter scomodare tranquillamente paragoni illustri;c'è sapienza di scrittura e di regia...C'è tanto "cinema",di quello che ti prende davvero e ti rimane nel cuore.In questo episodio c'è qualcosa degli esempi migliori,qualcosa...Ma non al punto da renderlo un Allen d'annata.L'inizio già mi convince poco:la voce fuori campo illustra per benino i caratteri delle due protagoniste,lasciando poco all'immaginazione.Ma non è certo quello il punto.E' un film con qualche virtù,sicuramente...Ce ne fossero commedie così,che hanno qualcosa di dire,che fanno riflettere e non servono solo alla pura evasione.Ce ne fossero...Il punto è un altro,è che il film non riesce a prendermi davvero.Non è tanto per la visione secondo me troppo "oleografica" della Spagna e di Barcellona,di cui avverto poche suggestioni;non è forse neanche la concezione che sembra uscire dalla sceneggiatura,quella dello stereotipo degli spagnoli focosi e degli americani rigidi e puritani (ma New York non era l'ombelico del mondo?).Una simile idea può andar bene in un musical,ma in una commedia legata al mondo reale mi sembra alquanto debole.Bardem è molto bravo,è la prova che anche un uomo non bellissimo può risultare molto affascinante;il suo tenersi sotto le righe è da elogiare.Penelope Cruz e Scarlett Johansson avevano due grosse occasioni,giocavano entrambe in casa.La Cruz la sfrutta riscattando lo stereotipo di partenza grazie ad una vena di sensuale follia,mentre la Johansson delude un pò,e non solo per colpa sua.La sua Cristina è una evoluzione aggiornata dei personaggi di Marilyn Monroe,ma la sceneggiatura non evidenzia fino in fondo la fragilità di una donna alla ricerca perenne di sè stessa,più che dell'amore;la Johansson collabora poco alla complessità della donna che interpreta,perdendo così parecchi punti in "sexytudine".La vera sopresa è Rebecca Hall,costretta a portare sulle spalle il peso ontologico del film:è Vicky la ragion d'essere della pellicola,il personaggio che l'attrice rende allenianamente sfaccettato con una interpretazione che mi ha ricordato la Keaton.Molto brava davvero...Sicuramente la conclusione della pellicola non le fa un gran favore.Chi mi conosce sa che i "finali sospesi" mi piacciono,ma quando hanno una valenza ben precisa non tanto sul piano narrativo,quanto su quello puramente emozionale:questo è un finale molto in sordina,non credo che rimarrà nella storia del cinema.Nella affermazione del valore assoluto dell'amore,dell'attrazione,della passione ,che arrivano tra capo e collo e non sono programmabili e raramente riescono a confluire felicemente nella burocrazia matrimoniale, Allen non riesce a rendere del tutto la forza incontrollabile del sentimento che descrive.Ci sono momenti molto efficaci,è vero...Ma una commedia del regista americano deve essere come Muhammad Alì,deve "volare come una farfalla e pungere come un'ape":ecco,"Vicky Cristina Barcelona" vola bene ma punge poco.Il finale di "Io e Annie " lascia un buco nello stomaco e uno nel cuore;questo film,benchè nettamente superiore alla media,è un sollievo solo per il cervello.Basta?Non lo so davvero...
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aratos
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martedì 20 luglio 2010
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l'amore irrazionale
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Amore, una parola cosi semplice ma dai cosi complicati concetti, o forse addiritura senza concetti. Questo è lo studio di Woody Allen nel curiosissimo film in questione. L'Amore viene rivelato ancora una volta come un mare talvolta burrascoso, talvolta calmo, e un'attimo dopo di nuovo in burrasca..
Un ciclone tra vizi, sentimenti, seduzione e incertezze che porta la città catalana ad essere teatro di uno di quei film che non vogliono spiegare semplicemente una storia, ma più che altro un concetto, o meglio un ideale. L'idea di Woody Allen riguardo al bizzarro comportamento del cuore umano. E' proprio cosi che si presenta questo film, bizzarro, con una valanga di avvenimenti imprevedibili e insoliti che a valle hanno una sola spiegazione: l'irrazionalità dell'amore, e dell'atteggiamento umano in rapporto ad esso.
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Amore, una parola cosi semplice ma dai cosi complicati concetti, o forse addiritura senza concetti. Questo è lo studio di Woody Allen nel curiosissimo film in questione. L'Amore viene rivelato ancora una volta come un mare talvolta burrascoso, talvolta calmo, e un'attimo dopo di nuovo in burrasca..
Un ciclone tra vizi, sentimenti, seduzione e incertezze che porta la città catalana ad essere teatro di uno di quei film che non vogliono spiegare semplicemente una storia, ma più che altro un concetto, o meglio un ideale. L'idea di Woody Allen riguardo al bizzarro comportamento del cuore umano. E' proprio cosi che si presenta questo film, bizzarro, con una valanga di avvenimenti imprevedibili e insoliti che a valle hanno una sola spiegazione: l'irrazionalità dell'amore, e dell'atteggiamento umano in rapporto ad esso.
L'intero film è condito ovviamente dalla straordinaria capacità di Woody di creare dei protagonista dalle personalità incredibilmente curiose e coinvolgenti, come l'artista rubacuori interpretato dall'eccellente Javier Bardem, o Penelope Cruz, nei panni della tanto affascinante quanto svitata ex del protagonista.
Imperdibile per gli amanti del regista ebreo. Una simpatica oretta e mezzo per gli altri. Un buon motivo di riflessione sul tema amoroso per tutti.
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eduardo
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venerdì 10 luglio 2009
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la precarietà dell' amore
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Ancora una volta Woody Allen si cimenta nello "studio" dell' amore passionale e come sempre le sue conclusioni sono essenzialmente amare e pessimistiche. Questa volta usa la forma di una deliziosa favola turistica (la voce fuori campo ne è l' emblema) per illustrarci le ragioni del suo scetticismo nei confronti del più intrigante dei sentimenti.
Vicky Cristina Barcelona racchiude in sè il non facile compito di interpretare l' amore, l' eros, il loro significato e soprattutto la loro valenza nell' ambito della nostra cultura ed in quella in cui ci troviamo a viverli.
Vicky è una ragazza americana che ha scelto il lato più tradizionale e stabile dell' amore: ha un ragazzo per bene e messo bene, e vuole sposarlo senza pensare tanto ai fronzoli.
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Ancora una volta Woody Allen si cimenta nello "studio" dell' amore passionale e come sempre le sue conclusioni sono essenzialmente amare e pessimistiche. Questa volta usa la forma di una deliziosa favola turistica (la voce fuori campo ne è l' emblema) per illustrarci le ragioni del suo scetticismo nei confronti del più intrigante dei sentimenti.
Vicky Cristina Barcelona racchiude in sè il non facile compito di interpretare l' amore, l' eros, il loro significato e soprattutto la loro valenza nell' ambito della nostra cultura ed in quella in cui ci troviamo a viverli.
Vicky è una ragazza americana che ha scelto il lato più tradizionale e stabile dell' amore: ha un ragazzo per bene e messo bene, e vuole sposarlo senza pensare tanto ai fronzoli. Juan Antonio, viceversa, da vero portatore di sangue caliente, vive l' amore con infinta apertura e si fa trasportare da esso ovunque lo porti o quasi. Il primo atteggiamento, quello di Vicky, rappresenta la volontà di prendere dall' amore la sicurezza affettiva e di farne le forti fondamenta della propria vita. L' atteggiamento di Juan Antonio, viceversa, è diametralmente opposto: per lui l' amore è tutto racchiuso in un attimo, è spontaneità pura e non ha a che fare nè con il passato nè con il futuro a tutti i costi. Tra questi due modi inconciliabili di intendere l' amore, l' anello di congiunzione, Cristina; l' elemento che innesca tutta la storia e la narrazione del film. Curiosa ed aperta alle esperienze che la vita le propone, al contrario dell' amica Vicky, Cristina si butta con entusiasmo nel rapporto romantico ed artistico con Juan Antonio, fino ad accettare di buon grado il menage a trois che si viene a creare quando nel rapporto entra in scena l' ex moglie di Juan Antonio, mai dimenticata e che rappresenta l' estremo punto della concezione dionisiaca dell' amore.
Su e giù per Barcellona, tra incontri, scontri, quadri, foto e bevute di vino, tutto alla fine ritornerà alla normalità ed ogni personaggio recupererà, bene o male, la propria posizione di partenza, che ,qualunque essa sia, non sarà mai totalmente soddisfacente; nella misura in cui l' amore, qualsiasi scelta operiamo, non potrà mai donarci quella compiutezza e quel totale appagamento che il genere umano, nel suo ambito, insegue incessantemente senza mai rendersi conto della sostanziale inacessibilità.
Come sempre Woody dirige il tutto con l' originalità e la classe del suo inimitabile tocco, ed anche se i dialoghi e la sceneggiatura mostrano qualche calo di tensione e di tono (specie nella parte centrale del film), il risultato è decisamente positivo.
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[+] ottimo
(di francesco2)
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ultimoboyscout
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giovedì 27 gennaio 2011
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poco alleniano.
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Va detto che gli attori sono bravissimi e molto molto credibili e che non sembra un film di Allen: è meno nevrotico, meno cervellotico e meno noioso dei precedenti che ho visto. Tipico del regista invece è la caratterizzazione dei personaggi, molto complessi e molto diversi tra loro ma armonicamente intrecciati e combinati tra loro. Da ciò che ho letto comunque molto sopravvalutato.
[+] american pie radical chic
(di turbs)
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frafraska
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venerdì 27 giugno 2008
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attesissimo!
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Woody Allen non finisce mai di sorprendere il suo amato pubblico, me compresa e devotissima ai suoi capolavori. Sarà anche ripetitivo, come osservano i rispettabili cirtici, decisamente più competenti di me in materia, ma so per certo che anche stavolta sbancherà i botteghini.
E poi qualcosa di nuovo c'è, come è già stato osservato.
Ci troviamo a Barcellona, in un ambiente caldo e abbiamo detto addio, almeno per un pò alla grigia e seria Londra.
Si....credo che Woody abbia avuto una splendida idea. E Javier Bardem...è sempre Javier Bardem: sexy e macho senza trucchi da palestrato. E per quanto riguarda la "figlia adottiva di Woody Allen" Scarlett Johansson? Impeccabile e matura come sempre.
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Woody Allen non finisce mai di sorprendere il suo amato pubblico, me compresa e devotissima ai suoi capolavori. Sarà anche ripetitivo, come osservano i rispettabili cirtici, decisamente più competenti di me in materia, ma so per certo che anche stavolta sbancherà i botteghini.
E poi qualcosa di nuovo c'è, come è già stato osservato.
Ci troviamo a Barcellona, in un ambiente caldo e abbiamo detto addio, almeno per un pò alla grigia e seria Londra.
Si....credo che Woody abbia avuto una splendida idea. E Javier Bardem...è sempre Javier Bardem: sexy e macho senza trucchi da palestrato. E per quanto riguarda la "figlia adottiva di Woody Allen" Scarlett Johansson? Impeccabile e matura come sempre. E' una delle poche, come Keira Knightley, che sa muoversi bene in ruoli più da donna che da semplice ragazzina di stupide commedie rosa. Non è una giovane fanciulla di 24 anni, bensì una donna in carne ed ossa e che in tutto il suo splendore ci racconta del suo personaggio tramite sorrisi, battute, e movimenti. E infine Penelope Cruz, la chica latina per eccellenza, la quale porta con orgoglio le sue origini mediterranee in tutto il mondo. Un trio fantastico e una regia impeccabile...sarà presto a dirlo, ma ho visto un pò il trailer.
Da una scala da 1 a 10 io direi....21!
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[+] complimenti...davvero brava
(di alby)
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[+] sbancherà i botteghini??
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mau_sta
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sabato 7 febbraio 2009
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la sagra del luogo comune e del cattivo gusto
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Ho avuto la disgrazia di trovare questo film tra quelli disponibili durante un viaggio aereo. L'altra scelta era "Bottle Shock" un filmaccio pubblicitario sui vini americani. Quindi l'ho guardato, due volte perchè non potevo credere ai miei occhi. L'ho trovato qualunquista e sgradevole.
Non sapevo che fosse di Allen, l'ho scoperto solo adesso. Avevo immaginato fosse un filmetto di un regista di terz'ordine e mi stupiva la presenza della Cruz.
L'inizio è mollo e pretestuoso come quello dei film porno, la sensazione data anche dalla evidenza della tinta bionda di una delle due protagoniste, tipica di quel genere di film, quando c'è il bisogno della coppia bionda-mora. E iniziamo con il primo luogo comune: "la bionda e la mora", degna del Sanremo di Baudo.
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Ho avuto la disgrazia di trovare questo film tra quelli disponibili durante un viaggio aereo. L'altra scelta era "Bottle Shock" un filmaccio pubblicitario sui vini americani. Quindi l'ho guardato, due volte perchè non potevo credere ai miei occhi. L'ho trovato qualunquista e sgradevole.
Non sapevo che fosse di Allen, l'ho scoperto solo adesso. Avevo immaginato fosse un filmetto di un regista di terz'ordine e mi stupiva la presenza della Cruz.
L'inizio è mollo e pretestuoso come quello dei film porno, la sensazione data anche dalla evidenza della tinta bionda di una delle due protagoniste, tipica di quel genere di film, quando c'è il bisogno della coppia bionda-mora. E iniziamo con il primo luogo comune: "la bionda e la mora", degna del Sanremo di Baudo.
E poi gli altri: il fidanzato sfigato, l'artista spagnolo con gli occhi a mezz'asta, Barcellona la città dell'amore, e chi più ne ha più ne metta...
E quindi il racconto delle vicende di questi disadattati sessuali che si incrociano nelle maniere meno credibili. Quindi non un film sull'amore ma sulle perversioni del regista "nelle sue più disparate declinazioni".
Da sottolineare l'abuso della voce narrante, tipico escamotage utilizzato da chi proprio non riesce a raccontare le vicende solo con immagini e dialoghi.
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teotibi
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giovedì 26 febbraio 2009
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vicky cristina e...l'estate di barcellona
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Premetto che per me, parlare dell’ultimo film di Woody Allen è molto difficile..e farlo in maniera totalmente “indipendente da un affetto personale” risulta uno sforzo notevole, al quale non credo di poter far fronte…se non con qualche difficoltà emotiva.
Seguo il genio di Allen oramai da anni e non mi risparmio critiche, anche molto “avvelenate” per quanto riguarda i presunti successi di “Match Point” (a mio parere totale copia, in brutto, del meraviglioso CRIMINI E MISFATTI) o delle commediole stile “ La Dea dell’amore” o i più recenti e magari più divertenti “Hollywood ending” o “Scoop!”.
Nella mia personale classifica dei cento film che più hanno lasciato il segno, Allen è presente, nei primi dieci posti, con ben DUE pellicole…e cioè MANHATTAN e il sopraccitato CRIMINI E MISFATTI (meno noto del primo,forse, ma che consiglio vivamente!).
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Premetto che per me, parlare dell’ultimo film di Woody Allen è molto difficile..e farlo in maniera totalmente “indipendente da un affetto personale” risulta uno sforzo notevole, al quale non credo di poter far fronte…se non con qualche difficoltà emotiva.
Seguo il genio di Allen oramai da anni e non mi risparmio critiche, anche molto “avvelenate” per quanto riguarda i presunti successi di “Match Point” (a mio parere totale copia, in brutto, del meraviglioso CRIMINI E MISFATTI) o delle commediole stile “ La Dea dell’amore” o i più recenti e magari più divertenti “Hollywood ending” o “Scoop!”.
Nella mia personale classifica dei cento film che più hanno lasciato il segno, Allen è presente, nei primi dieci posti, con ben DUE pellicole…e cioè MANHATTAN e il sopraccitato CRIMINI E MISFATTI (meno noto del primo,forse, ma che consiglio vivamente!).
Da allora ho sempre considerato Allen, un po' ripiegato su sé stesso…i suoi film hanno sempre suscitato in me molto interesse (di fatto le trovate, il cinismo e la comicità sottile non è mai venuta a mancare), però l’originalità, la voglia di scostarsi da un prodotto così ben affinato e ormai popolare era divenuta impensabile, così come il pensiero stesso che, all’età di 72 anni, il regista newyorkese si sbilanciasse tanto per poter cercare di stupire e di rinnovarsi.
E invece tutto questo è accaduto! “VICKY CRISTINA E BARCELONA” ignorato dal grosso pubblico che di lui certamente preferisce la commedia pungente dai toni gialli o rosa, si discosta di molto dalla sua precedente produzione, e lo fa provocando meraviglia negli occhi del pubblico che gli è affezionato.
Si sposta sul territorio di Almodovar ma lo fa con la freddezza della sua commedia dal dialogo fitto ed intenso, senza la melensaggine in cui, spesso, sebbene con enorme poesia, cade il collega spagnolo…dipingendo un universo di caratteri che gli è di fatto distante anni luce…ma con una lucidità capace di soprendere ed appassionare.
La trama può sembrare di fatto il solito intreccio “alla Allen” ma è invece una presa di coscienza dei rapporti uman, una maturità che non gli vedevo imprimere su grande schermo dai tempi di Io & Annie o Manhattan.
Il cast poi, per come è assemblato è perfetto…inutile dire che l’oscar a Penelope Cruz (in questo caso, sia per via del personaggio, che per l’interpretazione) è meritatissimo…Javier Bardem è un gentiluomo passionale e affascinante, dalla battuta pronta e sincera, nella sua parlata lenta e quasi mesta. Scarlett Johannson e Rebecca Hall, pur essendo delle bellissime e riuscitissime protagoniste, fanno solo da cornice ad fantastico gruppo di elementi confezionati con cura ed amore.
Le immagini e la colonna sonora fanno il resto…il calore dell’estate catalana si respira in ogni inquadratura, e le musiche (ben lontane dal tanto amato jazz ) concedono l’amore, che in molte altre pellicole, il buon vecchio Allen, si è tenuto tutto per sé…
CONSIGLIATISSIMO!
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vania
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lunedì 27 aprile 2009
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il risveglio dei sensi
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Il mito vivente Woody Allen il 17 Ottobre 2008 è sbarcato nelle sale con il suo nuovo film "Vicky Cristina Barcelona". Anche questa volta il regista si è lasciato ispirare dal fascino delle terre d'Europa, scegliendo la Spagna come location per la pellicola. Le due punte di diamante del cast sono Scarlet Johansson e Penelope Cruz. La prima, consolidata musa ispiratrice e la seconda, una nuovo esperimento. Il personaggio maschile intorno al quale si costruisce la storia è Javier Bardem, miglior attore non protagonista in "Non è un paese per vecchi". La biondissima Scarlett interpreta Cristina, turista americana sentimentalmente instabile che decide di passare l'estate a Barcellona con l'amica Vicky.
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Il mito vivente Woody Allen il 17 Ottobre 2008 è sbarcato nelle sale con il suo nuovo film "Vicky Cristina Barcelona". Anche questa volta il regista si è lasciato ispirare dal fascino delle terre d'Europa, scegliendo la Spagna come location per la pellicola. Le due punte di diamante del cast sono Scarlet Johansson e Penelope Cruz. La prima, consolidata musa ispiratrice e la seconda, una nuovo esperimento. Il personaggio maschile intorno al quale si costruisce la storia è Javier Bardem, miglior attore non protagonista in "Non è un paese per vecchi". La biondissima Scarlett interpreta Cristina, turista americana sentimentalmente instabile che decide di passare l'estate a Barcellona con l'amica Vicky. Ed è proprio quest'ultima che gradualmente, fotogramma dopo fotogramma, penetra nell'intreccio narrativo, dando corposità al suo carattere. Il suo personaggio gradualmente si prende sempre più spazio e si apre al mondo estero: Infatti Vicky vive un momento di felicità apparente e la sensualità e il calore della terra catalana faranno nascere in lei un'infatuazione per il fascinoso pittore Juan Antonio, sconvolgendo la sua vita. Anche Cristina si lascerà sedurre dall'artista, entrando in un complicato menage a trois con l'ex moglie isterica interpretata da Penelope Cruz. Ancora una volta Allen mette in scena i dubbi di un'America bacchettona e perbenista contro lo spirito ribelle e carnale dell'Europa. Per chi si aspettava qualcosa di più geniale come Match Point o di più tagliente, bisognerà attendere "Whatever Works", a breve nelle sale.
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[+] non posso che condividere....
(di teofrascari)
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[+] rebecca hall
(di franco bosio)
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jaky86
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mercoledì 23 febbraio 2011
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vicky cristina bardem
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Allen si butta su un triangolo amoroso ambientato in Spagna, tra due artisti stravaganti e una ingenua studentessa americana. Piacevoli le ambientazioni catalane anche se forse un pò troppo da cartolina. Assolutamente fantastica l'interpretazione di Bardem e Penelope, che entra nel film a mezz'ora dalla fine e sbaraglia la povera Scarlett, che rimane un pò pizzicata tra i due personaggi. Film caldo ed avvolgente.
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no_data
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lunedì 14 gennaio 2013
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allen and the cities
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Questo film entra a far parte dei “film dell’ultimo periodo” di Allen che potrebbe quasi essere definito: il suo “periodo europeo”, partendo dalle numerose pellicole girate a Londra, passando alle stupende Barcellona e Oviedo, fino ad arrivare alla sognante atmosfera parigina e all’ultimo incerto successo di Roma. L’abilità di Allen in questo ciclo di film sta nel fare in modo che la città non sia solo uno scialbo e casuale sfondo di una storia sempre brillante e originale, anzi Barcellona in questo caso ha un ruolo da protagonista alla stregua di Vicky e Cristina; Allen, attraverso inquadrature mozzafiato e intensi momenti dedicati alla musica, riesce a far arrivare l’immagine di questo pezzo meraviglioso di Spagna dritto al cuore.
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Questo film entra a far parte dei “film dell’ultimo periodo” di Allen che potrebbe quasi essere definito: il suo “periodo europeo”, partendo dalle numerose pellicole girate a Londra, passando alle stupende Barcellona e Oviedo, fino ad arrivare alla sognante atmosfera parigina e all’ultimo incerto successo di Roma. L’abilità di Allen in questo ciclo di film sta nel fare in modo che la città non sia solo uno scialbo e casuale sfondo di una storia sempre brillante e originale, anzi Barcellona in questo caso ha un ruolo da protagonista alla stregua di Vicky e Cristina; Allen, attraverso inquadrature mozzafiato e intensi momenti dedicati alla musica, riesce a far arrivare l’immagine di questo pezzo meraviglioso di Spagna dritto al cuore. Un altro ruolo fondamentale è riservato alle emozioni dei protagonisti, ogni personaggio ha infatti un profilo emotivo ben preciso: l’incerta e affamata di nuove esperienze Cristina, l’apparentemente perfetta e bilanciata Vicky, l’affascinante e sfacciato Juan Antonio, l’artistica e tormentata Maria Helena. Tutta la vicenda ruota dunque intorno all’ideale alleniano della fuga dalla banalità, una ricerca estrema di qualcosa fuori dal mondo anche per poche settimane. Si viene dunque a delineare il profilo di un’assurda storia d’amore, infatti mentre comincia a nascere qualcosa tra Juan Antonio e Cristina si verifica l’inatteso ritorno della tormentata ex fiamma di lui, Maria Helena; anche se questa improvvisa apparizione avrebbe dovuto sconvolgere lo status quo si viene invece a creare un clima talmente strano da risultare quasi bilanciato; la relazione tra Juan Antonio e Maria Helena funziona infatti soltanto grazie alla presenza della turista Cristina. Un occhio di riguardo spetta inoltre alle colonne sonore, il film lancia infatti la band Giulia y los Tellarini con il singolo “Barcelona”, una dichiarazione d’amore alla città che collima con l’atmosfera generale. In conclusione un film che può far ridere con tutta la leggerezza possibile, assemblando combinazioni e intrecci di personaggi alternati a una fotografia che fornisce un’inquadratura geniale di Barcellona. Uno dei film più riusciti di Woody Allen negli ultimi anni.
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