Vicky Cristina Barcelona |
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Un film di Woody Allen.
Con Scarlett Johansson, Penélope Cruz, Javier Bardem, Rebecca Hall, Patricia Clarkson.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- USA, Spagna 2008.
- Medusa
uscita venerdì 17 ottobre 2008.
MYMONETRO
Vicky Cristina Barcelona
valutazione media:
3,18
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Woody Allen tanto erotismo niente sorprese
di Roberto Nepoti La Repubblica
Dato che, nel film, tutti sorseggiano calici di vino dalla prima all'ultima scena, ci permettiamo la metafora enologica: "Vicky Cristina Barcelona" non è un Woody Allen della migliore annata. Invitato per l'undicesima volta (e sempre fuori concorso) a Cannes, Woody ci ha portato una proiezione delle sue fantasie erotiche, piena di star e piuttosto divertente ma senza alcuna vera sorpresa. Come ti aspetteresti — invece - all'inizio, che fa ironicamente il verso a un film porno, con tanto di voce fuori-campo a suggerire le imminenti prodezze erotiche di due americane in vacanza a Barcellona: la bruna Vicky (Rebecca Hall), fidanzatissima, e la bionda Cristina (Scarlett Johansson), appena uscita dall'ultima relazione e ancora piena di lividi. Le ragazze incontrano subito il bel pittore Juan Antonio (Javier Bardem) e, a turno, fanno l'amore con lui. La situazione si complica ulteriormente con l'arrivo della pasionaria Maria Helena (Penelope Cruz, forse troppo lasciata a se stessa), moglie separata dell'artista ma ancora più che presente nella sua vita. Ne deriva un garbuglio di vicende, con i due latini che sfruttano l'americana bionda per ricucire la coppia, mentre l'altra turista non riesce a togliersi dalla mente l'unica notte di passione col pittore. Rinunciando alle premesse-promesse del porno (le scene di sesso sono assolutamente castigate), per continuare a dar corpo alle sue fantasie sessuali Woody imbocca la strada del romanzo libertino del XVIII secolo, senza negarsi rapporti a tre o situazioni lesbiche; poi, in sottofinale, svolta dalle parti della pochade. Va quasi da sé che il regista non tralascia, fra una divagazione d'amore e l'altra, d'infilarci i suoi tormentoni favoriti: dalla disquisizione sul talento e la genialità (tutti sono, più o meno artisti) all'antipatia un po' livida per gli americani (il fidanzato, poi marito, di Vicky è un perfetto imbecille: basti dire che, al posto del vino, beve acqua e bicchieroni di caffé), fino a un pizzico di cinefilia (una proiezione del film in bianco e nero di Alfred Hitchcock "L'ombra del dubbio"). I tempi comici sono giusti, gli attori ben scelti come al solito; eppure dal tutto spira una certa meccanicità, come una mancanza di voglie da parte del cineasta: il quale, arrivato a settantadue anni e trentotto film, adesso sembra in crisi di libido anche quando contempla la sua ultima musa in carica, Scarlett. Una pigrizia che sembra contagiare anche la città catalana. Di Barcellona, Allen mostra le bellezze, a cominciare dalle inevitabili opere di Gaudi; ma è abbastanza lontano dal fissarne sulla pellicola le atmosfere e i colori, come invece aveva fatto con Londra nella sua recente trilogia.
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