Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Patrick Mario Bernard, Pierre Trividic |
Attori | Dominique Blanc, Cyril Gueï, Peter Bonke, Christèle Tual, Anne Benoît Charlotte Clamens, Christian Chaussex, Anne Verdier, Paula Keiller, Rony Kramer. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 giugno 2021
Il mondo è abitato da donne che hanno tutte la stessa età: 47 anni. Una di loro, Agnès, è quindi convinta che la donna che vive con il suo ex debba per forza avere quell'età... Questa è la storia di una donna che supera la soglia dell'irrealtà. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar,
CONSIGLIATO SÌ
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All'età di 47 anni, Anne-Marie ha deciso di lasciare il suo giovane compagno Alex. Lui vorrebbe una vera vita coniugale, mentre lei, che ha già vissuto un matrimonio, desidera mantenere la sua libertà, pensare prima di tutto a se stessa. Eppure, quando a distanza di qualche tempo viene a sapere che Alex ha una nuova compagna, una folle gelosia s'impossessa di lei e la tuffa in una drammatica crisi d'identità.
Persuasi, evidentemente, che la gelosia sia prima di tutto paura del confronto, i registi Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic costruiscono con L'Autre un film di suoni quotidiani e gesti e luoghi estremamente realistici, che delineano all'istante una "banalità della paura", sommessa e raggelante, ed estromettono la componente amorosa per focalizzarsi su quella mentale.
Alex ha sostituito Anne-Marie con un suo doppio, una donna della stessa età, rubandole l'eccezionalità del suo amore, ridimensionando improvvisamente la loro storia, che lei credeva unica, a qualcosa di ripetibile e replicabile. Su questa traccia del disagio che sconfina nello sdoppiamento della personalità (la somatizzazione), i registi lavorano al meglio, trattando la materia "clinica" con proprietà, senza mai appesantire una narrazione essenziale, al limite della crudezza.
L'Ambivalenza, la coesistenza di sentimenti opposti, il fantasma (evocato anche dall'antifurto che segnala "l'intruso"): questa è la sostanza imprendibile ma non invisibile (per cui neppure irrappresentabile) al centro della scena, che sfrutta anche la soglia piena di ombre della mezza età femminile.
Due complici si rivelano necessari al progetto autoriale, anche se in ultima istanza non sufficienti: un'attrice straordinariamente espressiva di nome Dominique Blanc -sorta di Bette Davis che mescola tragedia e ironia, potere e vittimismo- e un mezzo espressivo che proprio con i doppi e le ombre si nutre e (si) riproduce.
Rispetto al testo di partenza, "L'occupation" di Annie Ernaux, Bernard e Trividic mutano il mestiere della protagonista da scrittrice ad assistente sociale, complicando in modo sottile e intelligente le conseguenze del suo disturbo, perché Anne-Marie ne è, suo malgrado, più drammaticamente cosciente di quanto non sarebbe un altro soggetto, estraneo alla pratica dell'indagine psicologica.
Una stella per l'interpretazione, dunque, una per l'idea, una per i primi cinque minuti di film, che non si ritrovano più in seguito, ma stentano a farsi dimenticare. Per il resto, i meriti si fanno limiti: l'opera è cerebrale; implode, si blocca, allontana. Anche lo spettatore.
"L'Autre": un cas contemporain de jalousie en banlieue Elle a la quarantaine. Elle s'appelle Anne-Marie. Elle est assistante sociale. Pressée par Alex, son petit ami, plus jeune qu'elle, qui voudrait s'engager dans une relation stable, elle choisit de le quitter pour garder sa liberté. Ils se revoient pourtant, dans l'ambiguïté inévitable que réserve le passage de la relation amoureuse à la relation [...] Vai alla recensione »