paolo ciarpaglini
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giovedì 9 aprile 2009
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un'altro capolavoro di eastwood.
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Non mi soffermerò sul passato di Eastwood, lo conoscete tutti. Ma, e lo affermo senza remora di smentita, con questo film
Eastwood si conferma, come uno dei più grandi registi, attualmente in circolazione. Un po come il vino.., che
invecchiando migliora. Negli ultimi 10 anni, attore e regista di se stesso, Eastwood ha inanellato una serie di lavori a dir poco eccezionali; da 'I ponti di Madison County', a 'Potere assoluto'. Dallo strepitoso 'Mistyc River' a questo 'Changeling'. Se I ponti di Madison County, a mio modesto parere, può tranquillamente annoverarsi fra i migliori 10 film, degli ultimi 50 anni, Mistyc river non è da meno. Clint dimostra di saper spaziare e dar vita a lavori, che non si somigliano neppure un po.
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Non mi soffermerò sul passato di Eastwood, lo conoscete tutti. Ma, e lo affermo senza remora di smentita, con questo film
Eastwood si conferma, come uno dei più grandi registi, attualmente in circolazione. Un po come il vino.., che
invecchiando migliora. Negli ultimi 10 anni, attore e regista di se stesso, Eastwood ha inanellato una serie di lavori a dir poco eccezionali; da 'I ponti di Madison County', a 'Potere assoluto'. Dallo strepitoso 'Mistyc River' a questo 'Changeling'. Se I ponti di Madison County, a mio modesto parere, può tranquillamente annoverarsi fra i migliori 10 film, degli ultimi 50 anni, Mistyc river non è da meno. Clint dimostra di saper spaziare e dar vita a lavori, che non si somigliano neppure un po. La dove invece come attore, è stato prigioniero di uno stereotipo, seppur di grande qualità con Leone, più commmerciale poi. Si riscatta pienamente in questa che sembra essere, la sua vera vocazione: la regia. Appassionato da sempre di musica jazz, arte dove viene lasciata alla band con o senza vocalist, la libertà che è la base della creatività, sembra riversare questo iprinting sulla celluloide. In questo ultimo lavoro infatti, appare a dir poco
illuminat, 'tutt'uno' con lo strumento. E ciò che vi convoglia
è energia emotiva allo stato puro. Ispirazione ai più alti livelli. Chi, e ripeto, chi avrebbe mai potuto immaginarsi Lara Croft trasformata in esile e sensibile protagonista di un dramma d tale portata?, credo nessuno. Senza scadere mai
nell'eccesso o nel difetto, il film fila via quasi etereo
per la prima parte, sul volto di Agelina Jolie in stato di grazia. Per poi sprofondare nell'abisso, il più inimmaginabile, quello che sembra appartenere solo ai giorni nostri. Se nella prima metà la tensione non raggiunge mai livelli di altri film del genere, giunge poi dirompente e senza preavviso l'inimmmaginabile. Una concatenazione di eventi, che narrati con classe sopraffina, catapultano l'animo all'inferno. Oltre il terrore puro. Magnifiche la fotografia, i costumi, la Los Angeles anni '30, il montaggio e la regia. Grande, nonchè sorprendentemente a suo agio la Jolie.
Belle le musiche dello stesso Eastwood. Un grandissimo affresco, perfetto nei contorni e sfumature. Nel dramma che senza pietà alcuna, mostra il meglio ed il peggio dell'animo umano.
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adriano98
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domenica 7 dicembre 2008
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un film che "ti prende"; non puoi fare a meno di
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Clint Eastwood conferma di essere uno dei migliori registi del momento ed anche Changeling fa centro.Denunciare la violenza e l'arroganza del "potere" senza scivolare nello scontato e nel già visto non è semplice. Changeling lo fa alla maniera di clint Eastwood senza enfasi, raccontando i fatti, senza calcare la mano. Ma man mano che il racconto si snoda non puoi fare a meno di essere coinvolto, di partecipare emotivamente, di indignarti. E' un film che va apprezzato perché "ti prende". La violenza non è mai mostrata in maniera truculenta come in tanti film odierni ma un ceppo macchiato una accetta arruginita bastano ad inquietarti. Ottima la fotografia e l'uso di colori smorti. Brava anche la Jolie; non capisco perché alcuni critici l'hanno fortemente criticata.
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(di atlante)
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jack
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lunedì 17 novembre 2008
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il buono,il brutto e il cattivo dell'america
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Nel folklore nordeuropeo un changeling è un neonato di creature magiche (fate, troll...) scambiato con un neonato umano.
Non c'è alcun elemento sovrannaturale in Changeling (ma la magia è un tema ricorrente nelle opere dell'autore della sceneggiatura, J.M. Straczynsky), che racconta fatti realmente accaduti nel 1928 in California.
La trasposizione di storie vere, dalle biografie ai fatti di cronaca, non è mai facile. Spesso il risultato finale è talmente lontano dalla realtà da essere fastidioso, o così piatto da sembrare un servizio del telegiornale. A volte, però, i fatti che si scelgono di narrare sono così incredibili che sembra impossibile siano veri, e Changeling rientra in questa categoria.
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Nel folklore nordeuropeo un changeling è un neonato di creature magiche (fate, troll...) scambiato con un neonato umano.
Non c'è alcun elemento sovrannaturale in Changeling (ma la magia è un tema ricorrente nelle opere dell'autore della sceneggiatura, J.M. Straczynsky), che racconta fatti realmente accaduti nel 1928 in California.
La trasposizione di storie vere, dalle biografie ai fatti di cronaca, non è mai facile. Spesso il risultato finale è talmente lontano dalla realtà da essere fastidioso, o così piatto da sembrare un servizio del telegiornale. A volte, però, i fatti che si scelgono di narrare sono così incredibili che sembra impossibile siano veri, e Changeling rientra in questa categoria.
La sostituzione a cui il titolo allude riguarda il caso di Christine Collins (Jolie), a cui viene restituito il figlio scomparso da diversi mesi...solo che il bambino non è suo figlio, nonostante egli stesso dichiari di esserlo. Il corrotto dipartimento di polizia di Los Angeles non può permettersi un tale danno d'immagine e così il dramma di Christine diventa un incubo quando viene persino fatta passare per paranoica e rinchiusa nel manicomio criminale.
Con l'accidentale scoperta di una serie di omicidi brutali e l'aiuto del reverendo Briegleb (malkovich) nella sua battaglia contro la corruzione del LAPD, Christine riesce a continuare la sua battaglia e la sua disperata ricerca.
Lo sconcertante fatto di cronaca noto come Wineville Chicken Coop Murders rimane sullo sfondo della tragedia personale di Christine e della sua successiva battaglia contro il dipartimento di polizia.
Eastwood decide (sapientemente) di raccontare il dramma di una madre e di una donna, ma anche di una battaglia vinta insperabilmente contro un sistema corrotto e violento, portando alla luce un caso giudiziario che trasformò le leggi della california in materia di poteri della polizia.
Il singolo sopraffatto dal potere e le zone d'ombra del sistema di regole che la società si impone vengono magistralmente rappresentate e, se non condannate, almeno messe impietosamente a nudo, in particolare nella scena del colloquio in ospedale e in quella, terribilmente realistica, dell'esecuzione capitale.
Un solo appunto allo script, cerco di non introdurre spoiler: alla fine, non si capisce per quale motivo l'esito dell'episodio raccontato dal ragazzo nel 1935 non venga confermato interrogando di nuovo il reo confesso Sanford Clark.
Vedere un film di Clint eastwood è come ascoltare un disco recente di Paul McCartney. Non ci si può aspettare qualcosa di innovativo ma c'è tutto da imparare. Changeling è un film tecnicamente impeccabile, scritto molto bene (tranne quell'incertezza finale), recitato ottimamente da una splendida Angelina Jolie, che si scrolla di dosso tutto il gossip e i ruoli deprecabili che solitamente ricopre e trasmette tutto il dolore, la rabbia e la forza di Christine Collins.
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ciccio capozzi
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venerdì 28 novembre 2008
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1928 il crollo e la rinascita di una donna
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“CHANGELING” di CLINT EASTWOOD; USA,08. Los Angeles, 1928. Il piccolo Walter Collins è rapito. La screditata e corrotta polizia della città dice di averlo ritrovato: ma la madre non lo riconosce e ingaggia un battaglia con la polizia, incaponitasi contro di lei. Il vecchio leone ha fatto centro, ancora una volta. Da “Mystic River” (03) in poi, ci sta dando una serie quasi ininterrotta di bellissimi film: tra cui “Million dollars baby” (04) che gli ha fatto avere una cascata di Oscar. Qui è una storia vera tipicamente americana, lo spunto di partenza. Coma al solito, il regista “sembra” partire esponendo un tradizionale apologo sull’energia del true american, quella tipologia western dell’eroe solitario, in questo caso eroina, che combatte come un David contro il Golia ritenuto invincibile della polizia corrotta.
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“CHANGELING” di CLINT EASTWOOD; USA,08. Los Angeles, 1928. Il piccolo Walter Collins è rapito. La screditata e corrotta polizia della città dice di averlo ritrovato: ma la madre non lo riconosce e ingaggia un battaglia con la polizia, incaponitasi contro di lei. Il vecchio leone ha fatto centro, ancora una volta. Da “Mystic River” (03) in poi, ci sta dando una serie quasi ininterrotta di bellissimi film: tra cui “Million dollars baby” (04) che gli ha fatto avere una cascata di Oscar. Qui è una storia vera tipicamente americana, lo spunto di partenza. Coma al solito, il regista “sembra” partire esponendo un tradizionale apologo sull’energia del true american, quella tipologia western dell’eroe solitario, in questo caso eroina, che combatte come un David contro il Golia ritenuto invincibile della polizia corrotta. E queste sono le tracce, su cui c’inerpichiamo “appresso” al vecchio Clint: ci rendiamo conto invece che ci ha condotti in tutt’altra parte. Così la mamma non “nasce” come un’eroina; è solo una donna sola, semplice, ma non sprovveduta, che aveva fatto del figlio il suo centro esistenziale. E’ disperata, attanagliata dall’angoscia di non poter sapere che fine ha fatto suo figlio. Tutti i suoi comportamenti evolvono da questo dato. L’interpretazione che ne dà Angelina Jolie è perfetta, tutta interiorizzata: perfino il pianto sembra represso. L’atmosfera incombente sulla città è di plumbea costrizione: la pratica manicomiale contro i dissidenti non è solo dello stalinismo sovietico, ma è anche della patria della democrazia. Il regime poliziesco della città è supportato “all’interno” delle istituzioni che dovrebbero rispettare la Costituzione: ma nei fatti la stravolgono. Senza caricare il film, non è forse la prigione di Guantanamo, dove sono ancora custoditi senza processo, e anche sottoposti a torture, i supposti terroristi islamici, uno scorno per la democrazia Usa? Il sornione Clint ce lo ricorda senza enfasi. La narrazione adotta uno stile classico, dalla grande visualità d’insieme e precisione storico-scenografica: abbondano i campi medi e lunghi, non solo negli esterni, ma anche negli interni collettivi; l’uso epico del Dolly (la macchina che guarda in movimento dall’alto), ecc. Tutti strumenti tecnici il cui uso, in chiave stilistica, presuppone un montaggio dai tempi non sincopati. Ciò fa sviluppare quelle riflessioni psicologiche che stanno soprattutto a cuore all’autore. Come ad esempio i capoccia e gli esecutori corrotti; o il killer, nella sua caratterizzazione sospesa tra la follia infantile, la ferocia e la cattiveria. La donna, in particolare, dopo la vittoria, nel tempo ha un’evoluzione verso il convivere con la speranza e una nuova vita.
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4ng3l
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venerdì 5 ottobre 2012
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una vera storia di dolore e abuso malato di potere
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Dinanzi a tale capolavoro non è facile riuscire a trovare un appropriato inizio. Il dolore tramite una storia reale e quindi già infinitamente coinvolgente, diretto e sceneggiato con una qualità eccelsa ed abbagliante. Una Jolie mai così totale nella sua interpretazione complessa, intricata ed incredibilmente difficle. Una storia che si attacca al cuore e in fondo all'anima e non se ne va più, il pensiero per tutto il male e la sofferenza reiteratamente decisi e mai domi, un sistema di ingiustizia che non fà dormire la notte per quanto sia sbagliato, falso, subdolo e incoscio della propria indescrivibile bassezza. Da un dramma si passa ad un altro, con una tecnica ed un intrecciarsi di eventi scioccanti, che lasciano lo spettatore incredulo ed arrabbiato per ciò che a dinanzi agli occhi.
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Dinanzi a tale capolavoro non è facile riuscire a trovare un appropriato inizio. Il dolore tramite una storia reale e quindi già infinitamente coinvolgente, diretto e sceneggiato con una qualità eccelsa ed abbagliante. Una Jolie mai così totale nella sua interpretazione complessa, intricata ed incredibilmente difficle. Una storia che si attacca al cuore e in fondo all'anima e non se ne va più, il pensiero per tutto il male e la sofferenza reiteratamente decisi e mai domi, un sistema di ingiustizia che non fà dormire la notte per quanto sia sbagliato, falso, subdolo e incoscio della propria indescrivibile bassezza. Da un dramma si passa ad un altro, con una tecnica ed un intrecciarsi di eventi scioccanti, che lasciano lo spettatore incredulo ed arrabbiato per ciò che a dinanzi agli occhi.Nulla è trascurato neanche nella più piccola cellula, tutto si unisce sino a creare questo grandissimo capolavoro e non basta definirlo tale.
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eugenio
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martedì 1 marzo 2011
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la dura lotta del singolo verso il sistema
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Changeling, film dell'affermato regista ottantenne Clint Eastwood, rappresenta un prodotto davvero degno di nota nella cinematografia americana di questi ultimi tempi,sempre piu’ spesso relegata alla squallida dimensione dei film di cassetta.
La vicenda ruota intorno a una giovane nubile operatrice centralinista,Christine Collins (interpretata da una convincente Jolie) cui viene rapito il figlio, Walter e alla quale la polizia,dopo molto tempo, ne ritrova uno somigliante ma che la donna sostiene non essere il suo. Per tale ragione, ritenuta pazza viene internata in una comunità di recupero da cui uscirà profondamente cambiata ma,non per questo, meno arrendevole e combattiva verso la ricerca della desiderata verità.
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Changeling, film dell'affermato regista ottantenne Clint Eastwood, rappresenta un prodotto davvero degno di nota nella cinematografia americana di questi ultimi tempi,sempre piu’ spesso relegata alla squallida dimensione dei film di cassetta.
La vicenda ruota intorno a una giovane nubile operatrice centralinista,Christine Collins (interpretata da una convincente Jolie) cui viene rapito il figlio, Walter e alla quale la polizia,dopo molto tempo, ne ritrova uno somigliante ma che la donna sostiene non essere il suo. Per tale ragione, ritenuta pazza viene internata in una comunità di recupero da cui uscirà profondamente cambiata ma,non per questo, meno arrendevole e combattiva verso la ricerca della desiderata verità. La pellicola del premio Oscar è incentrata su tre sentimenti,tre pulsioni vitali che l’animo umano conosce bene: dolore,crudeltà e speranza sui quali regna sovrana la presenza di Padre Destino che tutto muove e tutto regge. Se Christine quella mattina non avesse lasciato il figlio solo in casa la storia avrebbe imboccato quella via,quel binario inesorabilmente tracciato? Davvero un veloce attimo,può mutare radicalmente la vita di un essere umano fino a sconvolgerla? Chi puo’ dirlo ma poco importa saperlo.
Il nucleo principale del film su cui vuol far riflettere il cineasta americano è la lotta,la lotta del singolo verso un sistema chiuso,opprimente,orrendamente statico nella sua crudeltà. Crudeltà dalle molteplici facce e risvolti: inorridiamo dinanzi al viso dello psicopatico uccisore di bambini ma rimaniamo ancora piu’ sconvolti verso il sistema proibizionistico della Los Angeles degli anni ’30,magistralmente ricostruita con spirito certosino. Crudeltà del sistema legislativo incarnato dai corrotti visi dei poliziotti troppo svelti nell’archiviare casi decisamente scottanti e, per questo, non meno colpevoli di spietati assassini; crudeltà di facinorosi tira a campare dalle opinioni variabili con la stessa velocità con cui soffia il vento,pronti ad accusare il primo che passa per un proprio rendiconto personale (vedi la melliflua figura dell’investigatore).A tale sentimento si accompagna il senso di dolore nei visi delle giovani donne della comunità del recupero che ritrovano un’unità comune nel volto della sofferente Christine. Dolore che non avrebbe ragione di esistere senza la luce della speranza,intesa come capacità di sopportazione,come spirito di sacrificio al limite dell’illusione, come ferreo autoconvincimento che qualcosa avverrà presto, come forza di vivere giorno dopo giorno. E’ proprio su di esso che Christine si baserà nella sua lunga e forse vana ricerca,spinta dalle parole del piccolo David,uno dei miracolati alla furia omicida del feroce psicopatico Northcott (alla fine condannato al capestro nonostante la sua proclamata innocenza).
Il ragazzino le riferirà infatti di essere riuscito a fuggire grazie proprio all’aiuto di Walter dichiarando,tuttavia, di non sapere cosa sia avvenuto al figlio e ignorando quindi se sia ancora vivo o meno. Non importa:quelle parole sono sufficienti a infondere fiducia nell’animo della coraggiosa madre che condurrà una lotta personale votando la sua esistenza alla ricerca dell’amato figlio perduto.
Ricordiamoci una cosa: Changeling non nasce da una vicenda opportunamente confezionata per infondere negli animi una sensazione di commiserazione mista a tristezza. E’ una storia vera. Ogni riferimento a cose e persone è, quindi, puramente intenzionale,non dimentichiamocelo.
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saix91
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lunedì 13 settembre 2010
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grandioso film grandioso clint grandiosa angelina!
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Tralasciando il fatto che Clint è ormai senza dubbio uno dei maestri del cinema americano, un regista capace di creare perle su perle (come "Gli Spietati" "I ponti di Madison County" "Million Dollar Baby"), e che qui ha raggiunto uno dei suoi massimi vertici; tralasciando che il film è perfetto anche a livello tecnico, con fotografia, scenografia, costumi e quant'altro a livelli altissimi; tralasciando una sceneggiatura veramente incalzante, capace di tenerti fino all'ultimo con il fiato sospeso; tralasciando tutto questo basterebbe la sola enorme prova di Angelina Jolie (che avrebbe dovuto vincere miglior attrice agli Oscar, indubbiamente) a rendere interessante la pellicola, che si rivela quindi una pietra miliare del genere (darei quattro e mezzo, ma non è possibile).
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Tralasciando il fatto che Clint è ormai senza dubbio uno dei maestri del cinema americano, un regista capace di creare perle su perle (come "Gli Spietati" "I ponti di Madison County" "Million Dollar Baby"), e che qui ha raggiunto uno dei suoi massimi vertici; tralasciando che il film è perfetto anche a livello tecnico, con fotografia, scenografia, costumi e quant'altro a livelli altissimi; tralasciando una sceneggiatura veramente incalzante, capace di tenerti fino all'ultimo con il fiato sospeso; tralasciando tutto questo basterebbe la sola enorme prova di Angelina Jolie (che avrebbe dovuto vincere miglior attrice agli Oscar, indubbiamente) a rendere interessante la pellicola, che si rivela quindi una pietra miliare del genere (darei quattro e mezzo, ma non è possibile). Quello che mi scandalizza è leggere proprio (soprattutto da parte di tale Atlante) commenti negativi sulla recitazione di Angelina Jolie, perchè questo significa non avere la maturità per cambiare opinione. Anch'io credevo che fosse un'attrice cagna, ma si vede che è figlia di Jon Voight. Se guardate "Ragazze Interrotte", "A Mighty Heart" e ovviamente questo film, capirete che Angelina Jolie è da annoverarsi nella categoria grandi attrici, e non in quella gnocche ma cagne.
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luca scialò
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giovedì 29 luglio 2010
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il peggior incubo per una madre
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Christine Collins è una giovane donna che lavora in un centralino, lasciata dal proprio uomo quando ha scoperto che ella era incinta del piccolo Walter. Tutto scorre nella normalità e nella quotidianietà, con quei piccoli problemi comuni a tante madri sole e figli che non hanno mai conosciuto il proprio padre. Nel loro mondo però accade una tragedia: Christine torna da lavoro in ritardo e non trova suo figlio a casa, il quale di fatto non torna più. La polizia di Los Angeles, già sotto accusa per i propri metodi non proprio democratici di agire, le consegna dopo 5 mesi un bambino che ella è convinta che non sia il suo, e innesta un'accesa battaglia per far valere le proprie ragioni.
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Christine Collins è una giovane donna che lavora in un centralino, lasciata dal proprio uomo quando ha scoperto che ella era incinta del piccolo Walter. Tutto scorre nella normalità e nella quotidianietà, con quei piccoli problemi comuni a tante madri sole e figli che non hanno mai conosciuto il proprio padre. Nel loro mondo però accade una tragedia: Christine torna da lavoro in ritardo e non trova suo figlio a casa, il quale di fatto non torna più. La polizia di Los Angeles, già sotto accusa per i propri metodi non proprio democratici di agire, le consegna dopo 5 mesi un bambino che ella è convinta che non sia il suo, e innesta un'accesa battaglia per far valere le proprie ragioni. Da qui inizia un incubo che pare non avere fine, ma almeno una speranza...la caparbietà di una madre che non vuole arrendersi.
Clint Eastwood ci regala una storia intensa tratta dalla realtà della Los Angeles anni '30, in cui si mescolano il dramma di una madre che perde il figlio, storie di soprusi da parte del potere, il coraggio e la caparbietà di una donna, la rivalsa dell'universo femminile, la mente criminogena di un pazzo...A vincere però è la speranza. Dirige la bellissima ma anche bravissima Angelina Jolie, della quale ha detto: “Angelina è un’attrice ostacolata dalla sua bellezza, dal suo stupendo viso. La gente qualcosa volta non vede il suo talento. E’ su tutte le copertine delle riviste ed è facile lasciarsi sfuggire la fantastica attrice che c’è dietro”.
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alexpark
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giovedì 18 novembre 2010
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una donna che lotta per la speranza
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Uno dei film migliori del suo genere,drammatico ma simbolico.Infatti ciò che vuole sottolineare questo nuovo capolavoro di Clint Eastwood è che lottando in maniera spropositata ma comunque credendoci il male inteso in qualsiasi forma può essere debellato e seppur il risultato finale non sia quello atteso tanto vale provar per concludere magnificamente continuando a sperare.La Jolie recita perfettamente il ruolo di una madre più che affranta dalla scomparsa del suo unico figlio che vedendosi recapitare a casa un bambino sconosciuto tenta con tenacia in tutti i modi di far capire ad una polizia corrotta e pronta a tutto per nascondere a tutti la propria incompetenza che quel bambino spacciatosi per suo figlio,Walter Collins,in realtà non è altro che un impostore e che di conseguenza il vero Walter potrebbe essere in pericolo.
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Uno dei film migliori del suo genere,drammatico ma simbolico.Infatti ciò che vuole sottolineare questo nuovo capolavoro di Clint Eastwood è che lottando in maniera spropositata ma comunque credendoci il male inteso in qualsiasi forma può essere debellato e seppur il risultato finale non sia quello atteso tanto vale provar per concludere magnificamente continuando a sperare.La Jolie recita perfettamente il ruolo di una madre più che affranta dalla scomparsa del suo unico figlio che vedendosi recapitare a casa un bambino sconosciuto tenta con tenacia in tutti i modi di far capire ad una polizia corrotta e pronta a tutto per nascondere a tutti la propria incompetenza che quel bambino spacciatosi per suo figlio,Walter Collins,in realtà non è altro che un impostore e che di conseguenza il vero Walter potrebbe essere in pericolo.Questa "battaglia" che la signora Collins sostiene senza nascondersi e andando in contro a pericoli di ogni genere verrà ovviamente ostacolata dalla polizia che cercherà di mettere tutto a tacere.Ma nonostante ciò c'è chi,come la signora Collins,vuole portare alla luce la realtà dei fatti.Quindi uscita dal manicomio dove la polizia l'aveva segregata per togliersela dai piedi viene affiancata dal reverendo Gustav e da un avvocato piuttosto in gamba che la difenderà gratis in una serie di processi e indagini che porteranno però tutti a scoprire una verità scioccante e raccapricciante.Il finale è inaspettato degno del nome di Clint Eastwood ma non scordiamoci che Angelina,precedentemente quasi sempre nei panni di eroine superpotenti,spie sparatutto o assasine efferate,ha interpretato una parte difficile e profonda che può trovarsi solo in un capolavoro come di questo genere.
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il cinefilo
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lunedì 26 luglio 2010
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ai margini del capolavoro
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TRAMA: La storia è ambientata a Los Angeles negli anni venti dove Christine Collins(Angelina Jolie)dopo la scomparsa del figlio si sente ingannata dalla polizia(e ha ragione)quando gli viene riportato un ragazzino che ritiene non essere il suo...RECENSIONE: Clint Eastwood "firma" la sua opera più spietata e straziante insieme con MYSTIC RIVER dove,oltre all'angoscia per la scomparsa di un figlio,si aggiunge un "escalation" di inganni e omicidi terribili che arrivano a contaminare anche le autorità di Los Angeles(dove la corruzione dilaga senza sosta)e che confermano il noto e forse giustificato"pessimismo universale" del regista.
Il film ha l'intenzione(assolutamente giusta)di scavare a fondo nei lati più oscuri dell'animo umano(l'uccisore di bambini)e in quelli delle "mele marce" all'interno del sistema giudiziario che non esitano a rinchiudere una donna innocente in manicomio allo scopo di farla tacere a proposito del loro terribile "errore".
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TRAMA: La storia è ambientata a Los Angeles negli anni venti dove Christine Collins(Angelina Jolie)dopo la scomparsa del figlio si sente ingannata dalla polizia(e ha ragione)quando gli viene riportato un ragazzino che ritiene non essere il suo...RECENSIONE: Clint Eastwood "firma" la sua opera più spietata e straziante insieme con MYSTIC RIVER dove,oltre all'angoscia per la scomparsa di un figlio,si aggiunge un "escalation" di inganni e omicidi terribili che arrivano a contaminare anche le autorità di Los Angeles(dove la corruzione dilaga senza sosta)e che confermano il noto e forse giustificato"pessimismo universale" del regista.
Il film ha l'intenzione(assolutamente giusta)di scavare a fondo nei lati più oscuri dell'animo umano(l'uccisore di bambini)e in quelli delle "mele marce" all'interno del sistema giudiziario che non esitano a rinchiudere una donna innocente in manicomio allo scopo di farla tacere a proposito del loro terribile "errore".
Clint Eastwood vuole fare intendere come le donne(e questa è una tragica verità)siano,a volte,le principali vittime di un sistema "inquinato" che non vuole rendere conto a nessuno delle sue malefatte.
Le donne sono gli ostacoli più "scomodi" e facili da"eliminare"per coloro che,fieri di abusare schifosamente del loro potere,vogliono avere la libertà di uccidere,corrompere,ricattare(cioè una catena di "azioni occulte"annidate in quello stesso sistema che dovrebbe garantire la giustizia)e la sequenza all'interno della clinica è una dimostrazione esemplare di questo abuso di potere anche se la protagonista riuscirà a portare in tribunale i suoi "carnefici".
Questo film può vantare alcune scene terribilmente indimenticabili(la sequenza dell'uccisione dei bambini è tra le più spaventose mai viste sullo schermo)ed è,come sempre,affascinante la grande "passione" che il regista inserisce nel suo film e che ne determina l'avvicinamento al titolo di "capolavoro".
Pultroppo il film soffre di un finale che è,forse,poco convincente ma questo non sminuisce per niente la sua intensità,la sua totale fedeltà al valore della verità e la sua grandezza morale sotto tutti quegli aspetti riguardanti i diritti delle donne e dei bambini che non dovrebbero mai essere trattati in funzione di "capro espiatorio".
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