Cadillac Records

Film 2008 | Drammatico, 115 min.

Regia di Darnell Martin. Un film con Adrien Brody, Jeffrey Wright, Beyoncé Knowles, Columbus Short, Cedric the Entertainer. Cast completo Genere Drammatico, - USA, 2008, durata 115 minuti. Uscita cinema venerdì 29 maggio 2009 distribuito da Sony Pictures Italia. - MYmonetro 3,02 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 28 novembre 2017

L'ascesa e la caduta della Chess Records di Chicago che, attraverso la figura di Len Chess, lanciò alcuni dei più grandi miti della storia della musica americana. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, In Italia al Box Office Cadillac Records ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 15,7 mila euro e 5,8 mila euro nel primo weekend.

Cadillac Records è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,02/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
Un biopic collettivo scandito dal blues, soul e rock'n'roll.
Recensione di Tirza Bonifazi
giovedì 28 maggio 2009
Recensione di Tirza Bonifazi
giovedì 28 maggio 2009

A Chicago, tra l'inizio degli anni '50 e la fine dei '60, nasceva la musica che avrebbe cambiato il mondo. Muddy Waters, Little Walter, Howlin' Wolf, Chuck Berry, Etta James e il cantautore Willie Dixon sono tutti venuti alla ribalta grazie all'intuito del produttore Leonard Chess, un giovane bianco di (umili) origini polacche che diede vita a una delle più importanti realtà discografiche: la Chess Records.
La regista afroamericana Darnell Martin si confronta con un mondo al maschile per raccontare un'epoca in cui i neri e i bianchi erano ancora divisi in platea dalle transenne, prima che il movimento (e turbamento) dettato dalla musica di Chuck Berry abbattesse quell'invisibile cordone da biondine in delirio.
Attraverso le figure principali del produttore Len Chess (Adrien Brody) e del musicista Muddy Waters (Jeffrey Wright) la Martin sviluppa un biopic collettivo che non si ferma al lato puramente musicale dell'America. Lo sguardo trasversale della regista - che ha esordito al cinema come assistente cameraman in Fa' la cosa giusta di Spike Lee - si posa con insistenza su una società che era pronta ad accogliere sul palco e alle radio nuovi talenti di colore ma non a dividere con loro i tavoli delle caffetterie.
Al di là delle questioni razziali, Cadillac Records si muove al ritmo di blues, soul e rock'n'roll trovando nell'ascesa e caduta della Chess (e degli uomini che l'hanno resa celebre) il punto focale della trama, dal quale partire e tornare per allargare o restringere lo specchio narrativo. Senza tralasciare nessun aspetto del mondo discografico - i passaggi radiofonici pagati, la rivalità tra i musicisti, il bisogno di successo e di denaro, le groupie, le tournée, le copie di dischi vendute, le posizioni in classifica - la regista del Bronx confeziona un film che tiene le fila della storia musicale snocciolando aneddoti e regalando, attraverso una buona direzione degli attori, ritratti realistici di quelli che sono diventati dei veri miti della cosiddetta race music.
Adrien Brody, che rappresenta il personaggio chiave del film (benché la voce narrante sia del Willie Dixon di Cedric the Entertainer), si tiene in disparte con discrezione per lasciare spazio ai comprimari conducendoli, proprio come un buon produttore, verso il successo e la gloria. Let it ride!

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 26 giugno 2011
monte_81

Sono rimasto incredibilmente sconvolto dalle brutte recensioni di questo film veramente stupendo...Tenendo presente che è tratto da storie vere..Veramente è diventato uno dei miei film preferiti...chi ama la musica lo deve assolutamente vedere! Non guardate le recensioni,gli incassi ed i brutti commenti,chiunque appassionato di blues,jazz,rock dei tempi rimarrà decisamente colpito..Gran [...] Vai alla recensione »

mercoledì 13 luglio 2011
leriodj

da vedere se vi piace la musica

martedì 29 dicembre 2009
Liuk

Niente di particolare da dire su questo Cadillac Records. Di film del genere se ne sono visti ormai tanti e questo non aggiunge nulla al genere pur correndo via liscio come l'olio. Sufficiente.

domenica 13 giugno 2010
ultimoboyscout

Non malissimo ma nemmeno da consigliare. L'ho visto due volte prima di lasciare il commento e a tutt'oggi mi sfugge ancora qualcosa. Bravi i protagonisti, regia discreta ma forse avevano fretta di chiudee baracca e far uscire il film. Ripeto ampiamente sufficiente ma si poteva fare di più.

venerdì 13 novembre 2009
enli78

Il film è discreto, ma chi dovesse aspettarsi una storia fedele della Chess Records resterà piuttoto deluso. Sono infatti presenti molte imprecisioni. Ma forse non era neppure nelle intenzioni degli sceneggiatori perseguire questo obiettivo, e tutto sommato alla fine la pellicola è gradevole, per quanto l'accelerazione degli ultimi minuti faccia da contrasto ad un primo tempo equilibrato.

Frasi
Non importa da dove vengo, mia moglie guiderà una Cadillac!
Leonard Chess (Adrien Brody)
dal film Cadillac Records - a cura di Letizia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Francesco Alò
Il Messaggero

Quello che si intravedeva in Ray esplode in Cadillac Records. Non più un uomo solo al comando come impone la legge a volte miope del biopic, ma una comunità allo sbando che decide di farsi banda senza temere le etichette. In Ray l'amore-odio tra il nero Charles e la casa discografica retta dal bianco Ahmet Ertegun era un episodio. Qui no. Il film di Darnell Martin ci parla dell'ascesa e caduta dell'etichett [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

È la storia del blues, e di come è diventato rock and roll. A Chicago, fra i Cinquanta e i Sessanta, ad opera di musicisti e di cantanti di colore, per merito però di un bianco, un emigrato polacco che aveva americanizzato in Chess il suo cognome e che, in un piccolo locale di un quartiere frequentato da neri, aveva radunato attorno sé un gruppo via via sempre più agguerrito cui, oltre a dare appropriati [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Un altro film che allude forse anche al percorso musicale e affaristico della società Motown. Adrien Brody interpreta dopo Il pianista un altro polacco, Lejzor Czyz (negli Stati Uniti, Leonard Chess), musicomane emigrato a Chicago che insieme con il fratello decise nel 1950 di fondare una casa discografica. Difficoltà, questioni di soldi, ostacoli: ma in poco meno di vent'anni la società riesce a lanciare [...] Vai alla recensione »

Alessio Guzzano
Grazia

Nella Chicago degli Anni 40, un ostinato ragazzaccio bianco e un contadino nero del Mississippi abile con la chitarra diedero vita alla prima etichetta discografica che lanciò cantanti di colore. L'uno corrompeva i deejay per far trasmettere i brani dell'altro, quel Muddy Waters lanciatosi all'arrembaggio musicale del suo locale con una banda di amici troppo fraterni.

Peter Travers
Rolling Stone

Beyoncé Knowles could have nabbed an Oscar nomination as Best Supporting Actress. That's how good she is playing it all sexy, sassy and druggy as Etta James, the R&B singer who found the soul in songs like "At Last." Too bad for Knowles that she's only part of Darnell Martin's rushed mess of a movie that jams the story of Chicago-based Chess Records into one incoherent package.

Tasha Robinson
The Los Angeles Times

Fans of musical dramas may experience some deja vu while watching "Cadillac Records"; the story is remarkably similar to one told in the middle of 2006's "Dreamgirls," in a montage sequence set to "Steppin' to the Bad Side." There's the plucky upstart studio where African American musicians are pioneering new kinds of music. There's the driven record-label owner who's dispensing payola to DJs, trying [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Sesso droga e rhythm'n'blues: l'epopea della Chess Records in un film che ricostruisce la Chicago anni '50. Adrien Brody fa il discografico Leonard Chess, Beyonce è Etta James, Jeffrey Wright fa Muddy Waters. Se siete appasionati di musica nera il divertimento è assicurato. Da L'Unità, 29 maggio 2009

A. O. Scott
The New York Times

In “Cadillac Records,” Darnell Martin's rollicking and insightful celebration of Chicago blues in its hectic golden age, Jeffrey Wright plays the singer and guitarist Muddy Waters. This feat is made even more impressive and interesting when you reflect that in the same movie season Mr. Wright has portrayed another notable real-life African-American, the former Secretary of State Colin L.

Gene Seymour
The Los Angeles Times

IT'S been 10 years since Spike Lee, entrepreneur, provocateur and role model for aspiring directors of color, declared in The New York Times that it was an era of unprecedented possibility for African-American filmmakers. At the tail end of the 1990s there was plenty of evidence backing Mr. Lee's optimism. Beginning in 1991, a year that had impressive debuts from disparate black directors like John [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Per nostalgici e patiti del blues, sconsigliabile a chi detesta la «musica del diavolo». Chicago, 1947: un ebreo polacco, Leonard Chess (Adrien Brody), e un contadino del Mississippi, Muddy Waters (Jeffrey Wright), inventano un nuovo sound, elettrico e metropolitano. Il bianco offre lo studio di registrazione, il nero blues hot che mandano in visibilio le donne.

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