Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Iran |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Jafar Panahi |
Attori | Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani, Ida Sadeghi, Golnaz Farmani Mahnaz Zabihi, Nazanin Sediq-zadeh, Mohammad Kheir-abadi, Masoud Kheymeh-kabood, Ali Baradari, Mohsen Tabandeh, Reza Khayeri, Karim Khodabandeh. |
Uscita | venerdì 8 aprile 2011 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Bolero Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,49 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 maggio 2015
Un nuovo film di Jafar Panahi sulla condizione delle donne in Iran. Questa volta una commedia ironica. Un sorriso amaro. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office Offside ha incassato 97,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel giorno della partita di qualificazione per i Mondiali di calcio fra Iran e Bahrain, una ragazza cerca di mimetizzarsi in mezzo a un pullman di tifosi per riuscire ad entrare allo stadio, dove le iraniane non sono ammesse per questioni di buoncostume. Dopo aver acquistato a caro prezzo un biglietto da un bagarino, la ragazza osserva le varie strategie adottate dalle tante altre donne presenti per riuscire a eludere la sicurezza. Solo che, una volta varcati i cancelli, viene presa dal panico e riconosciuta dai militari che la conducono in una zona di detenzione situata nell'ultimo anello dello stadio, dove anche altre ragazze smascherate sono in attesa di essere prelevate dalla polizia.
Dal Cerchio di una giornata qualunque di varie donne a Teheran alla forma più ovale e squadrata della planimetria di uno stadio di calcio, Jafar Panahi porta avanti la sua mappatura della cultura contemporanea iraniana attraverso l'esplorazione della condizione femminile. La geometria delle forme rende l'idea della differente configurazione dei due film. Il cerchio esigeva una struttura a circuito chiuso, perfettamente calibrata in funzione di una storia articolata come un continuo passaggio di testimone e di testimonianze dal quale era impossibile uscire. Offside, al contrario, si colloca realmente all'interno del caos di quella giornata in cui Teheran ha ospitato la partita di qualificazione ai Mondiali di Germania 2006, per individuare le possibili vie d'uscita e cogliere qualche segnale di speranza non atteso.
Con un atteggiamento più fiducioso e sfrontato, di chi ha intenzione di sfruttare ogni "fuori gioco" della realtà per cercare di segnare a suo vantaggio, Panahi stavolta abbandona presto l'ottica del pedinamento errante affinché siano più le sorti della partita a muoversi attorno al suo gruppo di giovani attrici-tifose, anziché il contrario. Non è una questione tanto di improvvisazione quanto di imprevedibilità. A Panahi, più che gli ideali della poetica neorealista interessa far interagire fiduciosamente l'alea con l'attualità, la cecità della fortuna con la chiarezza di una narrazione quasi didattica. Il fuori gioco, quindi, oltre ad essere allegoria del carattere marginale della donna all'interno della società, diviene anche il campo dove Panahi vuole giocare la sua vera partita: quella fra condizione dettata (la sceneggiatura del film) e movimento dell'incertezza (il risultato della partita).
L'incontro si gioca perciò ai margini del campo della realtà e coinvolge proprio la forza strutturata della narrazione contro quella aleatoria e inconoscibile del caso. Da una parte, una sceneggiatura ben congegnata in cui ognuno dei caratteri maschili e femminili identifica un pezzo preciso della società (l'emancipazione, il retaggio familiare, la leva obbligatoria) e serve a richiamare eventi veri e propri (la morte dei sette iraniani avvenuta durante la precedente partita contro il Giappone). Dall'altra, il principio che "la palla è rotonda" e che nella vita, come nello sport, ogni situazione, anche la più reazionaria e repressiva, è sempre soggetta al cambiamento.
Il risultato finale del match gli permette di chiudere questo incontro fra reale e simulato con un'esplosione di ottimismo comunitario. Speriamo si possa dire presto lo stesso anche per quanto riguarda la sua condanna da parte del Tribunale di Teheran.
Essere donna in Iran? Difficile come andare a una partita di calcio! Il regista iraniano Jafar Panahi torna a riflettere sulla condizione femminile nel suo Paese. E questa volta, diversamente che nel precedente Il cerchio, lo fa nascondendo la drammaticità della situazione dietro ai toni della commedia.
Cinque giovani donne si ritrovano prigioniere della polizia all'interno dello stadio per avere tentato, travestite da uomo, di entrare alla partita per la qualificazione dell'Iran ai mondiali del 2006. Ma alle tifose la legge non permette di condividere il calcio dal vivo con gli uomini, perché potrebbero essere turbate dal loro linguaggio. Così il film si svolge fra situazioni per noi assurde: la "tortura" sulle ragazze costrette a seguire la partita attraverso i cori del pubblico ma senza vederla, i trucchi per conquistarsi un posto sugli spalti, l'euforia della vittoria. Ma l'amaro resta in bocca ugualmente.
OFFSIDE disponibile in DVD o BluRay |
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Ottimo esempio di un neorealismo di cui si sente la mancanza. Forte il contrasto generazionale che mette in mostra le questioni ancora irrisolte tra uomini e donne, anche nel mondo giovanile.Un bellissimo riscatto dell'intelligenza femminile che supera per apertura mentale, solidarietà, cultura e fantasia la povertà umana di un mondo maschile in declino.
Invitato da alcune amiche, la scorsa sera sono andato a vedere Offside, senza saperne praticamente nulla. Già mi immaginavo un film drammatico, forse retorico. Nulla di più sbagliato. Offside (Fuorigioco) è un film che per tutta la sua durata mantiene un carattere leggero, supportato da un sincero umorismo. Ed è attraverso questa modalità che il regista [...] Vai alla recensione »
Un padre ferma un pullman di tifosi alla ricerca della figlia nascostasi nel tentativo di entrare illegalmente alla partita (le donne non hanno accesso allo stadio perché luogo di imprecazioni e oscenità), un ragazzo in un pullman verso lo stadio dove si terrà la partita Iran contro Bahrain si tiene in disparte mentre gli altri tifosi esultano per la qualifica già [...] Vai alla recensione »
Dopo Taxi Teheran ho visto questo altro lavoro di Jafar Panahi. Offside racconta di una partita di calcio che l’Iran gioca e che è decisiva ai fini di una storica qualificazione ai mondiali di calcio del 2006. Ci sono molte tifose e appassionate che vogliono entrare a vedere la partita e dovranno escogitare strategie astute per superare il divieto che il regime di Teheran impone alle donne. [...] Vai alla recensione »
Teheran 2006. La nazionale di casa sta disputando il decisivo spareggio con il Bahrain per accedere al tabellone principale dei mondiali di calcio in Germania. Lo stadio è gremito ma di soli uomini. Le ragazze infatti non possono entrare negli stadi. Il film seguirà le loro storie. Panahi traccia con questo film un durissimo ritratto della quotidianità iraniana.
un piccolo spaccato di vita di un paese che non si conosce se non per cronache di guerra. andrea
Questo film è terribile, perché racconta una storia vera di donne iraniane, che è una storia terribile, fatta di soprusi violenti e di ottusi divieti. Il regista che ha girato questo straziante lungometraggio è stato incarcerato, a seguito di una condanna a sei anni, a cui si aggiunge, in ogni caso, il divieto di dedicarsi alla regia per altri venti.
Il film mostra che quando si ha una realtà vera da comunicare, bastano pochi mezzi per rappresentarla. Il regista ci ha comunicato (per l'ennesima volta) la realtà immutata del suo paese che niente e nessuno riesce a far evolvere. Un'idea esilissima che ci comunica del paese ben più di un convegno dei grandi della terra.
In una città come la nostra (dove il calcio pare abbia qualche seguito...) non dovrebbe assolutamente mancare il consenso a un film fresco, commovente, spiritoso e coraggioso come «Offside». Se il fatto che sia stato diretto in Iran cinque anni fa dal regista Jafar Panahi, tuttora agli arresti domiciliari per scontare una condanna a sei anni come «nemico della patria», potrebbe intimidire o fare pensare [...] Vai alla recensione »
Non sappiamo bene se oggi, rispetto al 2006, qualcosa è cambiato, ma le donne in Iran allo stadio non possono entrare. Probabile non sia un grande cruccio per le signore non iraniane. Certo è che se a una ragazza, che so italiana, magari napoletana che tifa per il Napoli, proibissero di vedere Cavani live al San Paolo, una riflessione sulla deriva totalitaria di uno stato religioso ce la potremmo seriamente [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di ragazze iraniane viene rinchiuso in un piccolo recinto improvvisato fuori le porte dello stadio di Teheran. La loro colpa? Quella di voler assistere alla partita di qualificazione dell’Iran per i Mondiali di calcio. In quel paese infatti è vietato alle donne partecipare ai match sportivi per tutelarle dalla volgarità, dalle imprecazioni e dalla violenza che sono appannaggio dei tifosi [...] Vai alla recensione »
Rendo omaggio a Jafar Panahi, uno dei registi più rappresentativi del cinema iraniano. Di recente, per i suoi film tesi nobilmente a mettere in risalto, tra gli altri guasti sociali, le disuguaglianze in Iran nei confronti delle donne, dai teocrati lì imperanti è stato condannato a sei anni di carcere, quindi agli arresti domiciliari con il divieto di lavorare per vent’anni.
Se volete sapere perché i film di Jafar Panahi fanno tanta paura al regime di Teheran non perdete «Offside», ultimo lavoro firmato dal grande regista prima di finire agli arresti. Che non è una cupa denuncia di orrori e soprusi, ma una commedia tonica e pungente, dunque capace di far cadere le maschere del potere meglio di tanti film impegnati. Facendo leva per giunta su uno spettacolo popolare come [...] Vai alla recensione »
Una partita di calcio coagula entusiasmi e contrasti: se fosse una pellicola nostrana parleremmo di un delizioso affresco ritagliato dalla realtà. Ma poiché è l’ultimo film girato da Jafar Panahi prima di cadere sotto la scure del regime di Ahmadinejad, ecco che il quadro acquista ulteriori valenze. Constatiamo infatti che alle donne è vietato entrare nell’Azadi Stadium, dove Iran- Babrein giocano [...] Vai alla recensione »
Lezione di cinema. Questo è - prima di ogni altra cosa - Offside, soprattutto per noi italiani. Ovvero: come sia possibile realizzare un film sul calcio, rispettando la bellezza del gioco e la passione dei tifosi, ma usando al tempo stesso lo sport più popolare al mondo per parlare, appunto, del mondo. Delle questioni - etiche, politiche, sociali - alla quale la vita ci mette di fronte.
È stato girato in parte l’8 giugno del 2005, “Offside” (Iran, 2006, 88’). Quel giorno l’Iran contende al Bahrain la qualificazione per la coppa del mondo del 2006. Fra i 100 mila che riempiono lo stadio di Teheran, le donne sono una minoranza infima, e clandestina. A loro il governo nega il diritto di assistere a una partita di calcio. Il tifo è cosa da maschi, costellata di bestemmie.
A volte, in uno stadio di calcio, la vera partita si svolge sulle tribune. È quello che suggerisce Jafar Panahi in questa pellicola, Orso d’argento al festival di Berlino del 2006. Fedele al suo stile documentaristico, il regista iraniano ha piazzato la cinepresa nel grande stadio di Teheran, il giorno in cui l’Iran si gioca la qualificazione ai Mondiali in Sudafrica.
Condannato dal regime di Ahmadinejad a 6 anni di reclusione (è ai domiciliari) e 20 di divieto d’esercizio della professione, Jafar Panahi nel 2006 inquadrava con Offside la poco sportiva segregazione delle donne iraniane: il calcio, e non solo, non è salubre se fruito in presenza di uomini. E il regista si ritrova davvero in fuorigioco: il titolo illumina uno slittamento di poetica, che fa di questo [...] Vai alla recensione »
Jafar Panahi, non ancora cinquantenne e premiato dai maggiori festival, un anno fa fu arrestato per aver aderito al movimento che chiedeva riforme al regime di Teheran. Malgrado tutto ecco qui il suo film. Semplice ed esemplare parte per il tutto. La nazionale di calcio deve vedersela con quella del Bahrein per classificarsi ai mondiali del 2006. Molte ragazze sfidano la proibizione e tentano di forzare [...] Vai alla recensione »
Che terribile pizza, puntuale gran premio della giuria a Berlino 2006. È l’ultima opera di Jafar Panahi, strenuo oppositore del regime iraniano, che dopo averlo arrestato, lo ha rilasciato proibendogli di dirigere film per vent’anni. Ottima decisione, alla faccia della critica snob, sempre ghiotta di bidoni. Il barbosissimo Offside racconta l’odissea di un gruppo di ragazze fermate dalla polizia davanti [...] Vai alla recensione »
Che terribile pizza, puntuale gran premio della giuria a Berlino 2006. È l’ultima opera di Jafar Panahi, strenuo oppositore del regime iraniano, che dopo averlo arrestato, lo ha rilasciato proibendogli di dirigere film per vent’anni. Ottima decisione, alla faccia della critica snob, sempre ghiotta di bidoni. Il barbosissimo Offside racconta l’odissea di un gruppo di ragazze fermate dalla polizia davanti [...] Vai alla recensione »