atrebor fg86
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giovedì 29 giugno 2006
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sapete solo criticare
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Io non capiso quelli che vedono nel fim un forte riferimento politico e dicono che è stata una delusione per il ritmo, trama e attori(principalmente la raschi)...Ma chi siete per giudicare in questo modo un grande regista e attore come Benigni? e stato fantastico, un film ricco di amore ma che non ci fa vedere molto contorta la realtà in quanto viene proposto uno scenario di guerra reale.
grande,veramente un bel film! RIVEDETELO voi che ne parlate male
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inês
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sabato 15 aprile 2006
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attilio, ti amo!
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raptus
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mercoledì 8 marzo 2006
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non ne posso più!
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Il comunista Benigni fa il poeta (cioè non lavora) e come tutti i suoi colleghi (Celentano, Fo, Stefano Benni etc...) vive, non si sa perché o non si vuole saperlo, in una villa in centro a Roma. Ma il poverino soffre... già perché il divorzio, voluto da lui marciando anni fa per le piazze e manifestando, non gli va più giù. Scopre di essere innamorato ancora di sua moglie (l'incapace Nicoletta Braschi). Quale occasione migliore per riallacciare il rapporto se non quella di piombarsi in Irak e salvarle la vita messa a repentaglio dai cattivi bombardamenti americani? E allora via! Andiamo in Irak! Ma...ohibò che sorpresa: là i musulmani sono tutti bravissimi e buonissimi! Non sgozzano i giornalisti, no! Li aiutano a guarire negli ospedali! Mannaggia e le medicine? Non ci sono.
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Il comunista Benigni fa il poeta (cioè non lavora) e come tutti i suoi colleghi (Celentano, Fo, Stefano Benni etc...) vive, non si sa perché o non si vuole saperlo, in una villa in centro a Roma. Ma il poverino soffre... già perché il divorzio, voluto da lui marciando anni fa per le piazze e manifestando, non gli va più giù. Scopre di essere innamorato ancora di sua moglie (l'incapace Nicoletta Braschi). Quale occasione migliore per riallacciare il rapporto se non quella di piombarsi in Irak e salvarle la vita messa a repentaglio dai cattivi bombardamenti americani? E allora via! Andiamo in Irak! Ma...ohibò che sorpresa: là i musulmani sono tutti bravissimi e buonissimi! Non sgozzano i giornalisti, no! Li aiutano a guarire negli ospedali! Mannaggia e le medicine? Non ci sono. I soliti yankee promettono e non mantengono. Ci pensarà un santone locale, con la ricetta segreta della nonna, a mettere a posto le cose. Le medicine prodotte dalla cultura occidentale infatti non sono altro che comprimarie, parziali aiuti, forse addirittura un placebo. Sarà meglio però prenderle...accidenti! Gli americani mi impediscono di portarle all'amato bene! Infatti sono così scemi, i poveretti, che le scambiano per delle bombe. Bisogna capirli, non hanno cultura loro. Non sanno che uno stetoscopio non può esplodere. Non hanno letto Dante, tantomeno Walt Whitman e a mala pena riconoscono la parola "poeta". Caro Benigni, che con "La vita è bella" mi hai commosso (guarda caso lì erano proprio gli americani a salvare il tuo bambino), questa volta non ti rendi conto che sei vittima dell'ideologia dominante. Alcuni miei amici hanno avuto il naso rotto proprio da quegli studenti pacifisti che tu fai vedere così buoni. Lo sai perché? Non perché fossero favorevoli alla guerra, ma perché volevano impedire che fosse bruciata una bandiera americana. La bandiera sotto la cui libertà dormi anche tu! Vergognati, giusto un pochino. Ritirati finché sei in tempo, finchè la tua vecchiaia, sempre più accentuata, non ti avrà reso patetico.
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piccolina91
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venerdì 17 febbraio 2006
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sette...
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Sn la piccolina 91 volevo dirvi che il mio commento è stato valutato dalla prof 7...sono contentissima perchè almeno so quanto vale il mio pensiero...appunto SETTE!Un trionfo... grazie Benigni e un saluto al filosofofabio
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letizia '57
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domenica 29 gennaio 2006
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tocca il cuore . . . .
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Un grande Benigni. Una poesia delicata, garbat che tocca il cuore. Nel frastuono del nulla di oggi il boato di un grande sentimento: l'amore incondizinato, devoto che c'è anche se non ricambiato. Emozionante, fa vibrare.
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viber
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sabato 21 gennaio 2006
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la destra cieca razzola male
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E' suggestivo dividere le critiche all'ultimo film di Benigni dividendole per testate, schierate in modo più o meno dichiarato, tra i poli. Ovvio. Senonché qualcuno (Mancuso) dichiara candidamente che il film manco andrà a vederlo, dichiarando così la sua prezzolata appartenenza a quelli che non vogliono neanche vedere o sentire le ragioni altrui!
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silvia
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domenica 15 gennaio 2006
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delusa
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sono uscita dal cinema molto delusa... insomma,una caduta a Benigni potevamo anche perdonargiela,ma 2 DI SEGUITO... Criticabile la scelta di inserire per l'ennesima volta la Braschi,che riesce a fare danni anche se per la maggior parte della durata del film è in coma;l'intreccio è banale e per niente nuova;il ritmo è lento e per niente coinvolgente;e per finire totalmente gratuito e inappropriato,nonchè palesemente ignorato,lo scenario bellico. C’è da dire,però,che se qualcosa rende la commedia gradevole questo è certamente il dono che il toscano ha di farci ridere,sorridere e piangere con un solo piccolo gesto, un’espressione appena accennata e una semplice parola traboccante d’amore.
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silvia
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sabato 14 gennaio 2006
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boh
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A tre anni dalla disastrosa esperienza di Pinocchio,Benigni ci riprova.
Questa volta si trova nei panni di Attilio,poeta e docente universitario a Roma,che di recente ha pubblicato una raccolta intitolata “La tigre e la neve”.Siamo nel 2003,alla vigilia dello scoppio della guerra in Iraq,ma Attilio ha occhi e pensieri solo per la donna che ama e che ogni notte sogna di sposare,Vittoria,che però non ricambia i suoi sentimenti.Anche lei si occupa di poesia.anche se per motivi di studio ed è impegnata nella biografia di Fuad,noto poeta iracheno che,però,dopo aver vissuto per molto tempo a Parigi,decide di tornare nel suo Paese per essere vicino ai suoi concittadini allo scoppio della guerra.
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A tre anni dalla disastrosa esperienza di Pinocchio,Benigni ci riprova.
Questa volta si trova nei panni di Attilio,poeta e docente universitario a Roma,che di recente ha pubblicato una raccolta intitolata “La tigre e la neve”.Siamo nel 2003,alla vigilia dello scoppio della guerra in Iraq,ma Attilio ha occhi e pensieri solo per la donna che ama e che ogni notte sogna di sposare,Vittoria,che però non ricambia i suoi sentimenti.Anche lei si occupa di poesia.anche se per motivi di studio ed è impegnata nella biografia di Fuad,noto poeta iracheno che,però,dopo aver vissuto per molto tempo a Parigi,decide di tornare nel suo Paese per essere vicino ai suoi concittadini allo scoppio della guerra.
Inizia per Attilio una lunga e pericolosa odissea nel tentativo di conquistare Vittoria, che non si arresta neanche quando la donna si trova in coma a Baghdad,bisognosa di cure e assistenza. Attilio,senza pensarci due volte,si mischia a volontari della Croce Rossa e vola in Iraq.
“La tigre e la neve”,nelle sale dal 14 Ottobre,è un inno all’amore e alla poesia,in cui si riconosce,anche se meno marcato del solito,lo spirito vitale e gioioso dell’artista toscano.
La pellicola,però,non ha ricevuto giudizi molto positivi ed è stata considerata poco brillante e innovativa. Criticabile,in effetti,la scelta di Benigni di inserire per l’ennesima volta la Braschi,le cui capacità recitative sono spesso messe in discussione;
l’intreccio è scarso e banale e il ritmo è spesso troppo lento;Attilio,poi,è l’unico personaggio di rilievo,mentre gli altri,tra cui quello della Braschi(Vittoria) e di Jean Reno(Fuad),hanno poco spessore e rilevanza.
Infine,decisamente criticabile la scelta dello scenario bellico,totalmente gratuito e inappropriato alla vicenda,nonché totalmente ignorato.
Insomma,neanche questa volta Benigni ha stupito e impressionato come avrebbe voluto. I suoi film non fanno più innamorare.
C’è da dire,però,che se qualcosa rende la commedia gradevole questo è certamente il dono che il toscano ha di farci ridere,sorridere e piangere con un solo piccolo gesto, un’espressione
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olli
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venerdì 23 dicembre 2005
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la tigre e la neve
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Di questo film mi ha colpito il fatto che Attilio (Benigni)cercando di salvare Vittoria sfida talmente la morte da sconfiggerla, infatti riesce a salvarla.
Secondo me il titolo è molto azzeccato perchè"la tigre" rappresenta la furiosità della guerra d'iraq, mentre"la neve"che è candida , bianca e pura rappresenta l' amore che Attilio dedica a Vittoria.
Questo film mi è piaciuto moltissimo perchè è la vicenda di un poeta sbadato ma determinato che non è attaccato al denaro e/o alle cose materiali ma sacrifica tutto perseguire il suo amore, Vittoria.
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francki
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mercoledì 14 dicembre 2005
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les 1001 nuits
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Un film molto bello, visto cui in Francia.
Benigni è sempre un grande artista della poesia, lingua, photografia (le scene e decori a Bagdad sono un antologia per l'arte e la storia di questa città).
Grazie Roberto Benigni per averci fatto ricordare che Bagdad non è solo una città in guerra, senza avenire sembra, ma anche un luogho di grande civilisazione capace di ospittare storie umane, storie d'amore, storie dramatiche, sotto la luce.
Scusate per l'italiano cosi.
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