Una talpa al bioparco

Brutti i film pensati a tavolino.
Chiaro, lo sono tutti, ma già ci immaginiamo regista e sceneggiatori alla prese con la talpa (no, non il realtà di Raidue... per quanto...) in fase "creativa". Prendiamo una storia d'amore, la ambientiamo in un posto anomalo, diamo al film un titolo originale (Ottaviano è quello di Cresceranno i carciofi a Mimongo, che però gli era riuscito molto molto meglio), prendiamo un attore vagamente bello e dannato (Giannini...) ed un'attrice o presunta tale molto molto nota tra i gggiovani (La Surina, famosissima veejay di MTV e fresco volto nuovo di Zelig... dico, accontentarsi della fortuna che si è avuti no eh? Pure i cinema dobbiamo invadere...) che faranno la fila per vederla. Facciamo uno strip della tipa veloce veloce? Si, No, forse. Un po' di trash puro lo mettiamo? Beh, ovvio! Ecco fatto.
Peccato che Una Talpa al Bioparco parta tutto sommato discretamente, con un incipit abbastanza originale, che ricorda alla lontana alcuni successi "freschi" del made in Italy (Santa Maradona in primis), giocati sulla contrapposizione caratteriale di due personaggi dello stesso sesso. Poi purtroppo, arriva la Surina e tutto crolla, piegandosi ai cliché della commedia sentimentale e, in questo caso, piuttosto dozzinale. A monte del giudizio sul film, che, a prescindere da ogni recensione, resta sempre e comunque soggettivo, non si può non effettuare una breve riflessione sul perché produrre film del genere: questa è televisione, non cinema. Fosse stato un telefilm o una fiction, ok, ma sul grande schermo, certe cose non possono passare ed è giusto che non passino. Troppa sciatteria, zero creatività, Una Talpa al Bioparco è un prodotto con poca arte e fantasia che peraltro, fallisce persino nel centrare il target che si è prefissato (nessuna sua notizia in classifica).
Del resto, da un film che come frase di lancio ha "Siamo tutti bestie" non è che ci fosse molto da aspettarsi...... 