Titolo originale | Cookie's Fortune |
Anno | 1999 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | USA |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Robert Altman |
Attori | Ned Beatty, Glenn Close, Chris O'Donnell, Liv Tyler, Julianne Moore, Patricia Neal Lyle Lovett. |
Tag | Da vedere 1999 |
MYmonetro | 3,18 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 giugno 2020
Holly Springs. Stato del Mississippi. L'anziana Cookie vuole raggiungere il coniuge che è morto e le manca molto. Al Box Office Usa La fortuna di Cookie ha incassato 10,8 milioni di dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Holly Springs. Stato del Mississippi. L'anziana Cookie vuole raggiungere il coniuge che è morto e le manca molto. Decide quindi di suicidarsi senza clamore. Le nipoti scoprono il cadavere e la più decisionista delle due stabilisce che deve essersi trattato di omicidio. Un suicidio sarebbe un evento sconveniente. Viene così messa in scena una finta aggressione che però scarica i sospetti sull'anziano Willis, grande pescatore e grande amico della vecchietta. Sarà la bisnipote, anticonformista quanto basta, a rimettere le cose a posto. Sembra un Altman svagato e rilassato quello dietro la macchina da presa di questo film. Una prima visione può confermare questa ipotesi ma, se si guarda un po' più a fondo, ci si accorge che sotto il velluto del guanto sta il solito pugno di ferro. Questa volta si diverte a raccontare una provincia sonnacchiosa, ma sempre pronta a "recitare", sia che si tratti della " Salomè " di Wilde (scelta come rappresentazione "pasquale" dalla comunità di fedeli locale) sia che di mezzo ci vada la vita di un innocente. Si tratta di un tema scontato ma Altman sa come gestire alla grande un trio di attrici che vanno dalla sulfurea Close alla svaporata Moore passando per una Tyler che, per una volta, dimentica di essere bella per mostrare solo che è brava.
A Holly Springs, un tranquillo paesino di provincia del Mississippi, un'anziana vedova, Jewel Mae Orcutt, soprannominata Cookie, nel giorno di Pasqua decide serenamente di passare a miglior vita nel letto della propria casa. Ma quando le sue nipoti, la determinata Camille e l'inerte Cora, scoprono il cadavere, Camille decide di mascherare il suicidio per farlo apparire come un omicidio, evitando così uno scandalo familiare.
Abbandonati i toni graffianti ed il cupo sarcasmo dei suoi film precedenti, in questa pellicola Robert Altman sceglie di raccontare la vita e gli spinosi segreti di un'ordinaria e sonnolenta città di provincia del Sud degli Stati Uniti, dove le giornate trascorrono placidamente ai ritmi della pesca sul fiume, e tutti gli abitanti si conoscono l'un l'altro. Sceneggiato da Anne Rapp, il film è una commedia gradevole, divertente, a tratti malinconica e con degli accenti di sopraffina ironia, soprattutto nella caratterizzazione dei vari personaggi e nella descrizione delle loro bizzarre dinamiche di comportamento all'interno di un ambiente circoscritto, quale un tipico villaggio della provincia americana.
Molto meno complesso e ambizioso rispetto alla maggior parte delle opere più note nella produzione del regista, La fortuna di Cookie mantiene il carattere di coralità e di polifonia della storia, ma riduce notevolmente il numero dei suoi protagonisti, rinunciando ai cast sterminati e agli intrecci sovrapposti di pellicole quali Nashville e America oggi, a favore di una maggiore semplicità e leggerezza. Tra i vari film di Altman, è anche uno dei rari casi in cui il gusto della narrazione e la simpatica benevolenza dell'autore nei confronti dei suoi personaggi, prevalgono sui possibili intenti di satira sociale; sebbene, come da tradizione, non manchino alcuni tocchi lievemente beffardi, come l'improbabile messa in scena della Salomé di Oscar Wilde in occasione della festività pasquale, o la presa in giro del conformismo un po' bigotto di una parte della comunità cittadina, non esente da qualche piccola ipocrisia pur di tenere i propri scheletri ben nascosti negli armadi.
Nel variegato cast del film, in prevalenza femminile, una menzione speciale va all'incandescente Glenn Close, assai spassosa nella parte della subdola Camille Dixon, capace di mettere in scena un fasullo omicidio con caparbia risolutezza, fino a non saper più distinguere la realtà dalla finzione (emblematica la scena finale della sua interpretazione di Salomé); ma vanno quantomeno citate anche Julianne Moore, nel ruolo della sua svanita sorella Cora, e la veterana Patricia Neal in quello di Cookie, la vecchietta deliziosamente eccentrica che dà il titolo alla pellicola.
Altman ride e diverte ne "La fortuna di Cookie", commedia nera che prende in giro i legami famigliari, le indagini poliziesche, le caratteristiche attribuite al Sud degli Stati Uniti, smentendone con ironia gaia i luoghi comuni (l'amore affettuoso, l'esattezza scientifica, l'eleganza, cultura e nobiltà). A Holly Spring, piccola città del Mississippi, Patricia Neal, anziana vedova stravagante, fumatrice [...] Vai alla recensione »
La storia di La fortuna di Cookie (Cookie's Fortune, Usa, 1999) «all'inizio sembra piccola, poi cresce fino a coinvolgere i destini di tutti, fino a smascherare tutti». Così dice Robert Altman del "giallo" che ha tratto dalla sceneggiatura di Anne Rapp. Il racconto, lieve e caustico, comico e tragico, attende solo che i nostri occhi ne vedano la grandezza.
La fortuna di Cookie (si intitola così l'ultimo film di Robert Altman) è quella di avere in casa un uomo fedele. Si tratta di Willis (Charles S. Dutton), il custode di colore, profondamente affezionato all'anziana donna. La sfortuna di Cookie (Patricia Neal) è invece quella di trovarsi una nipote (Camille, interpretata da Glenn Close) che definire isterica è poco: acida, possessiva, dispotica, riesce [...] Vai alla recensione »
Stenta un po’ a decollare questo film, ma l'attacco con un blues avvolgente e l'ambientazione provinciale mettono subito sull'avviso: Altman infatti cerca prima di catturare lo spirito di Holly Springs - classica cittadina del profondo Sud degli States, dove non accade mai niente e si parla solo di pesca - poi, dopo aver accordato mirabilmente i suoi strumenti, fa partire il plot vero e proprio.